Migliaia di palestinesi in fuga da Gaza verso l'Europa, rischiando la vita
Ai quasi 2.200 palestinesi massacrati nel corso dell’operazione “protective edge” scatenata da Israele contro la Striscia di Gaza (il 75% dei quali civili inermi) si aggiungono ora le vittime “collaterali” dei naufragi dei barconi con i quali i residenti di Gaza cercano di raggiungere l’Italia e da lì, in molti casi, gli altri paesi europei.
Centinaia di palestinesi, infatti, probabilmente hanno
perso la vita nell’affondamento di due imbarcazioni di trafficanti al largo
delle coste egiziane e maltesi, avvenuto negli ultimi giorni. Ma neanche questa
tragica notizia fermerà questo fenomeno, destinato a incrementarsi a causa del
livello di distruzione e della disperazione che regna nella Striscia di Gaza,
dove ormai il 90% degli abitanti vive al di sotto della linea di povertà e il
95% dell’acqua non è potabile.
E come si può fermare questa gente, che sogna soltanto un
futuro migliore per sé e i propri figli?
Ed è incredibile come si possano tollerare gli abusi e i
crimini inauditi commessi da Israele ai danni dei palestinesi della Striscia, l’unico
luogo di conflitto al mondo in cui ai civili viene persino impedito di fuggire
dai luoghi dei combattimenti.
“E’ meglio morire in mare che morire di disperazione e
frustrazione a Gaza”, afferma un residente della Striscia.
di Jack Khoury –
17.9.2014
Migliaia di palestinesi
hanno lasciato la Striscia di Gaza verso l’Europa utilizzando tunnel,
trafficanti e barche, come dimostrano le testimonianze ottenute da Haaretz.
Gli abitanti di Gaza
hanno iniziato a fuggire dalla Striscia fin dall’inizio dell’operazione
Protective Edge, ma la loro fuga difficilmente è stata seguita dai media poiché
sono andati via clandestinamente, con l’aiuto remunerato dei contrabbandieri.
L’affondamento di due
navi con a bordo palestinesi di Gaza -
una al largo delle coste di Malta la scorsa settimana e l’altra al largo della
coste egiziane – e l’annegamento di centinaia di passeggeri hanno focalizzato
l’attenzione su questo trend.
L’ambasciata
palestinese in Grecia ha riferito ieri che la nave affondata al largo delle
coste di Malta trasportava più di 450 passeggeri, la maggior parte dei quali
palestinesi provenienti dalla Striscia di Gaza, e che la nave era stata
speronata intenzionalmente da un’altra imbarcazione guidata da trafficanti
rivali.
L’organizzazione per i
diritti umani con sede a Gaza Adamir ha raccolto i nomi di più di 400 persone
che mancano all’appello. “Nessuno sa dove siano; tutta la Striscia di Gaza ne
parla. E’ una storia così dolorosa, come se non fosse abbastanza ciò che è
avvenuto durante l’ultimo conflitto adesso arriva un altro colpo,” ha detto il
direttore di Adamir Halil Abu Shamala, osservando che la maggior parte dei
passeggeri erano giovani, ma che a bordo c’erano anche intere famiglie.
Almeno 15 palestinesi
sono annegati sabato nell’affondamento di un’altra nave al largo delle coste
egiziane, nei pressi di Alessandria.
Abu Ahmed, che ha perso
il figlio su quella nave, spiega come funziona il sistema. “Ci sono alcune
persone che hanno lasciato la Striscia di Gaza attraverso il valico di Rafah,
principalmente casi umanitari. Ma la maggior parte delle persone passano
attraverso i tunnel e raggiungono il lato egiziano di Rafah e da lì continuano”
ha affermato.
Un leader di spicco dei
contrabbandieri di nome Abu Hamada Asuri sovrintende ad un network che porta la
gente fuori dalla Striscia di Gaza via mare verso l’Europa. Egli vive in Egitto
ma ha dei rappresentanti nella Striscia, alcuni dei quali sono figure ben
conosciute.
Uno di questi, che ha
chiesto che il suo nome non sia utilizzato, ha detto ad Haaretz: “Questo
viaggio costa tra i 3.500 e i 4.000 dollari a persona. Chi vuole andare prende
accordi in anticipo per arrivare all’entrata di un tunnel dal lato palestinese
di Rafah. Si tratta di un tunnel relativamente piccolo; la maggior parte di
quelli più grandi sono stati bloccati dagli egiziani. Le persone strisciano per
decine di metri e alla fine del tunnel, dal lato egiziano di Rafah, un minibus
o un altro veicolo li aspetta e li conduce a Port Said”.
L’uomo ha detto che una
volta che arrivano a Port Said o in un’altra località, essi aspettano in un
appartamento o in un altro edificio che è stato preparato in anticipo per loro.
Ha aggiunto che i funzionari della sicurezza egiziani vengono corrotti per
guardare da un’altra parte e timbrare i passaporti con i bolli contraffatti.
Haaretz ha ascoltato
testimonianze secondo cui i rifugiati aspettano finché non ricevono il
messaggio dai contrabbandieri di procedere fino ad Alessandria, dove salgono a
bordo di piccole imbarcazioni, talvolta decine per barca. Una volta lasciate le
acque territoriali egiziane, si spostano su un’altra barca che in molti casi
fa’ rotta verso l’Italia. Il viaggio dura di solito circa una settimana.
Un rifugiato che è
riuscito a raggiungere le coste italiane ha raccontato ad Haaretz che quando la
barca si avvicina alla riva invia una chiamata di soccorso e la Marina italiana
e le navi della Croce Rossa li raccolgono. In altri casi, la barca si avvicina
alla riva e le persone saltano in acqua con i giubbotti salvagente, e vengono
tratti in salvo dalla Guardia Costiera o dalla Croce Rossa.
La maggior parte dei
rifugiati dichiarano di essere siriani o palestinesi giunti dalla Siria in
cerca di un rifugio sicuro dalla guerra in corso in quel paese. I rifugiati
vengono trasferiti in strutture speciali dove attendono qualche giorno. Essi
affermano che il lungo braccio dei contrabbandieri arriva proprio in quelle
strutture; rappresentanti dei contrabbandieri firmano i documenti per il loro
rilascio dalle strutture per poi proseguire verso le loro destinazioni. Alcuni
vogliono lasciare l’Italia per altri paesi in cui hanno dei parenti.
Un residente di Gaza,
che aveva programmato di lasciare la Striscia nei prossimi giorni, ha detto ad
Haaretz di avere cambiato idea dopo aver sentito parlare degli annegamenti. La
gente viene a sapere di come lasciare Gaza tramite il passaparola, ha
affermato. “Alcuni sono venuti e hanno raccontato della bella vita e delle
condizioni normali e naturalmente … ovunque in Europa è meglio che qui. Se si
riesce a superare tutto il viaggio sani e salvi dipende da che fortuna hai.”
Il residente di Gaza ha
affermato che una superstite della nave affondata al largo della costa di
Alessandria ha detto che i contrabbandieri egiziani avevano speronato la nave e
che avevano visto che le persone stavano annegando e non hanno offerto alcun
aiuto. “Ma io penso che nemmeno un così terribile incidente arresterà il
fenomeno perchè la gente è totalmente disperata e vuole partire. Dicono in
maniera chiara che è meglio morire in mare che morire di disperazione e
frustrazione a Gaza,” ha raccontato il residente.
L’Autorità palestinese
ieri (martedì, n.d.t.) ha avvertito i palestinesi di diffidare dei
contrabbandieri. Ma il governo non può agire contro coloro che fuggono perché
le sue forze di sicurezza non hanno il controllo delle rotte del contrabbando,
che sono nelle mani di personaggi influenti vicini al governo di Hamas nella
Striscia di Gaza.
Etichette: barconi, crimini di guerra, gaza, migranti, protective edge
5 Commenti:
Come mai il blog non viene piu' aggiornato? La Palestina sembra ancora ben lungi dall'essere liberata.
Caro Gunther, non so se il tuo commento è ironico, dispiaciuto o rappresenta un rimprovero. Spiace anche a me non aver tempo per aggiornare il blog, ahimé circostanze amare della vita me lo impediscono. Ultimamente dedico più tempo alla mia pagina Fb, ma a breve spero di riprendere a postare qualcosa sul blog. Lo spero davvero...
Qualunque sia il problema che ti affligge, ai tutta la mia personale solidarietà.Mancano molto anche a mè le tue considerazioni e valutazioni legittime nei confronti di quel popolo sottoposto ad atrocità degne del nazismo,di cui nessuno si occupa.
A presto spero.
Caro Vichi,
anche se spesso non mi trovo in accordo con le tue opinioni seguivo sempre il blog con interesse, nessuna ironia. Per quanto riguarda le faccende personali un grande augurio di tutto cuore.
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