La squallida ipotesi del Giornale sulla morte di Vittorio Arrigoni
Ieri, come abbiamo visto, Hamas ha condotto un blitz alla ricerca dei tre salafiti sospettati dell’uccisione di Vittorio Arrigoni. Operazione conclusasi con la morte di due dei sospettati, mentre il terzo, Mahmoud Muhammad Nimir Salfiti, è rimasto ferito ed è stato arrestato dalle forze di sicurezza di Gaza.
Nel frattempo si moltiplicano le ipotesi e le speculazioni sui motivi che hanno portato alla tragica fine del pacifista italiano.
Il sito del Forum Palestina riprende una notizia del giornale Arab Times, secondo cui la mente del terzetto, il giordano Abdel Rahman al-Barizat (nome di battaglia Mohammed Hassan), morto suicida durante il blitz delle forze di sicurezza di Hamas, sarebbe in realtà un agente dei servizi segreti giordani.
Il che, naturalmente, aprirebbe la porta a nuovi ed inquietanti scenari sulla morte di Vittorio (per una analisi sulla presenza dei gruppi salafiti in Giordania vedi qui).
Il Giornale, invece, avanza la tesi dell’assassinio motivato dall’omofobia del mondo islamico, considerato che i rapitori di Vittorio Arrigoni lo avevano accusato di diffondere “vizi occidentali”. Nell’articolo di Francesco De Remigis si può leggere: “l’ipotesi (della pista omofoba) è arrivata fino a Gerusalemme e anche in Italia, confinata nelle stanze di alcune associazioni omosessuali, dove se ne parla e ci si interroga”. E ancora: la voce “circola con insistenza tra i cooperanti”.
Ora, probabilmente saranno le mie scarse capacità, ma non ho trovato riscontro a questa voce “insistente” che circolerebbe tra i cooperanti o all’interno di fantomatiche “associazioni omosessuali”.
L’unico riferimento alla ventilata omosessualità di Vittorio Arrigoni l’ho trovata in questo blog, il cui titolo non lascia adito ad alcun dubbio sull’orientamento del suo gestore. Nell’articolo in cui se ne parla, Aussie Dave riferisce di avere svolto alcune “indagini”, dalle quali è risultata incontrovertibile l’omosessualità di Vittorio. Perché? Perché così afferma l’autore di alcuni commenti ad un video su YouTube!
Non è qui il caso che ricordi come sia un leit-motiv della propaganda sionista il fatto che i gay vengano perseguitati in vari paesi islamici, mentre in Israele trovano rifugio, protezione e conforto (a parte qualche minaccia proveniente dal fanatismo ebraico in occasione dei gay pride, ma lasciamo perdere…).
Dunque il Giornale rilancia una notizia proveniente da un oscuro blog filoisraeliano, la cui “fonte” è a sua volta rappresentata da un anonimo commentatore su YouTube! E’ davvero incredibile e francamente indegno.
A meno che la fonte del Giornale, in realtà, non sia questa pagina di Facebook. Che squallore…
Etichette: il giornale, vittorio arrigoni
48 Commenti:
''Ora, probabilmente saranno le mie scarse capacità, ma non ho trovato riscontro a questa voce “insistente” che circolerebbe tra i cooperanti o all’interno di fantomatiche “associazioni omosessuali”''.
Trovati questi altri flebili riscontri:
http://www.danielpipes.org/comments/184382
http://bellaciao.org/en/spip.php?page=forum&id_article=20715&id_forum=78911
http://www.globalpost.com/webblog/israel-and-palestine/was-vittorio-arrigoni-murdered-because-he-was-gay
http://www.thedailybeast.com/blogs-and-stories/2011-04-16/vittorio-arrigoni-the-westerner-killed-in-gaza/editorial@thedailybeast.commailto:editorial@thedailybeast.com
http://www.desinfos.com/spip.php?page=article&id_article=24781 Vittorio Arrigoni a-t-il été tué parce qu’il était gay ?
Hamas tesseva le sue lodi, ma avvertiva un certo imbarazzo dalle dichiarazioni che Arrigoni confidava su molti blog, in aperto contrasto con le incarcerazioni, la repressione dura che Hamas imponeva nella striscia. E poi c’erano quelle voci, che imputavano a Arrigoni l’introduzione a Gaza di non meglio specificati «vizi occidentali », sufficienti a creare, se spiegati meglio, un forte disagio da parte di Hamas. Arrigoni, da fedele, fanatico entusiasta, stava forse trasformandosi in una minaccia. Difficile però ribaltare con una accusa quella popolarità che in tre anni di assoluta militanza si era conquistata. A Gaza, e in molti Paesi islamici, l’accusa di comportamenti sessuali non ortodossi può portare anche alla condanna capitale, ma con Arrigoni come giustificarla di fronte a una opinione pubblica occidentale che non l’avrebbe tollerata.
Un’abile regia, [...], preoccupata persino di occultare quei «vizi occidentali » che sono costati, loro sì, forse, la vita di Vittorio. Se servirà allo scopo, potrà persino spuntare una “fidanzata” in lacrime per completare la figura del martire.
Ancora oggi nei Paesi arabi l’omosessualità va cancellata a ogni costo, la vergogna che infanga il buon nome della famiglia e da cui è possibile liberarsi. Il giornalista del Guardian Brian Whitaker, attraverso rare interviste e testimonianze dirette, spesso rilasciate a rischio di violenze, riesce a sollevare il velo su decine di storie individuali di dolore, amore e violenza: dai gay palestinesi costretti a rifugiarsi in Israele e accusati di collaborazionismo, alla sfrenata vita notturna nei locali di Beirut, ai siti gay egiziani, all’elettrochoc come terapia per tornare alla ‘normalità’. L’amore che non si può dire è un’inchiesta che viaggia in molti Stati islamici - Libano, Egitto, Palestina, Iran e Arabia Saudita - raccontando le differenze, i diversi gradi di repressione, di oltranzismo, ignoranza e ipocrisia. Con alcune paradossali sorprese: l’omosessualità di fatto è più tollerata in Arabia Saudita, dove c’è la pena di morte, che in Egitto, dove è considerata solo un «atto immorale».
L’autore
Brian Whitaker, laureato in arabo all’università di Westminster, è appassionato ed esperto di Medioriente. Lavora dal 1987 al quotidiano Guardian e per 7 anni ne è stato il responsabile per l’area mediorientale. Dirige il sito www.al-bab.com, che si occupa di cultura e politica araba.
http://isbnedizioni.it/catalogo/saggistica/l-amore-che-non-si-puo-dire/
Premesso che nel giorno in cui ho postato il mio articolo, l'unico blog a ipotizzare una pista omofoba era quello da me linkato, vediamo un poco i "riscontri" che porta il nostro anonimo.
1) un commento ad un post di Daniel Pipes da parte di un tizio che vive negli Usa;
2) un commento anonimo al video "Vittorio Arrigoni, un vincitore", che anche io ho inserito nel mio blog;
3) un articolo sul sito global post che riprende pari pari il contenuto del blog di cui sopra;
4) un articolo di Dan Ephron su un sito di notizie un po' più serio, che infatti non accenna per nulla a questa fantomatica piosta "omofoba";
5) un link che riporta ad un blog in lingua francese che a sua volta cita l'articolo di De Remigis sul Giornale!!!
Ricapitolando, dunque, il nostro anonimo - a supporto della sua tesi - riporta solo qualche isolato commento che naturalmente lascia il tempo che trova.
Il vero è che - senza alcun rispetto per la morte di Vittorio Arrigoni - qualche amico di israele cerca di sporcare insieme il suo nome e l'immagine del governo di Hamas a Gaza.
Magari è leggermente più credibile l'idea di chi guarda con sospetto a questi gruppi di "fanatici" che nascono e muoiono per singole iniziative, che stranamente hanno in comune il leit motiv di mettere in difficoltà Hamas e di tenere alto il livello della tensione nell'area.
E a chi giovi tutto questo è molto facile intuirlo...
i tuoi tentativi di addossare la colpa ad israele sono patetici.
E invece sono semplicemente disgustosi i tentativi di sporcare l'immagine di un eroe morto per la pace per cercare di allontanare il benché minimo sospetto da israele.
E, in questo, ogni giornale minimamente serio ha evitato di infilarsi, tranne naturalmente quelli di area berlusconiana, che nel fango ci sguazzano!
Sei mai stato in Israele? A parte che esistono le unioni civili per coppie omossessuali, Tel Aviv è una mecca gay dove tolleranza e simpatia accolgono turisti gay da tutto il mondo...cerca di abbandoanre l'odio per lo Stato di Israele e riconosci che dire che gay lì stanno meglio che nei paesi arabi è dovuto a fattori culturali, alla democrazia e alle leggi che promuovono i diritti civili. E che male c'é nel fatto che Arrigoni fosse gay? un personaggio tragico che ha trovao la morte per mano dei fanatici che lui amava....
Naturalmente qui il problema non è quello se in israele i gay sia più o meno ben accetti. Ti ricordo, peraltro, che questa tua impostazione non è certo condivisa dalla destra religiosa...
Ma qui si tratta piuttosto del fatto che, pur di allontanare ogni sospetto da israele sulla morte di Vittorio Arrigoni, si inventa di sana pianta il fatto che Vik fosse gay e che sia stato ucciso per questo.
Da una sigla sconosciuta di terroristi salafiti che prima nemmeno esisteva...
"E invece sono semplicemente disgustosi i tentativi di sporcare l'immagine di un eroe"
Perché, l'omosessualità è una cosa sporca? Gli omosessuali sono persone sporche? Non possono essere eroi?
E' la tua omofobia ad essere disgustosa.
Che bel modo di rivoltare la frittata! Naturalmente:
1) non sono omofobo;
2) il problema non è che Vik fosse o no gay, il problema è che qualche "giornalista" - riprendendo le menzogne di un blog sionista - ha sostenuto falsamente che Vittorio sia stato ucciso perchè palesava dei "vizi occidentali".
In un colpo solo tentando di cancellare i motivi per i quali Vik era a Gaza - la difesa dei civili inermi e la denuncia delle violenze della soldataglia israeliana - e di allontanare ogni sospetto di partecipazione e/o ispirazione israeliana nell sua morte.
Hamas tesseva le sue lodi, ma avvertiva un certo imbarazzo dalle dichiarazioni che Arrigoni confidava su molti blog,cafard, punaise de lit paris
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Ma che è, un messaggio pubblicitario? Cmq di scarso profitto visto che siamo in italia! :-)
Torniamo ancora su questi rumors sulla presunta omosessualità di Vik assolutamente poco credibili e non supportati da alcuna fonte seria.
Vik era la voce di Gaza in italia e nel mondo intero, capisco che tafazzi possa esistere anche nella striscia, ma insomma...
Purtroppo la verità non si saprà mai, io un'idea me la sono fatta e traspare con chiarezza dall'articolo, ma poca importanza ha ormai.
Resta il vuoto per la perdita di un amico e di un uomo onesto e coraggioso.
Cui i cari filo-israeliani non hanno voluto tributare non dico l'onore che si concede a chi è morto per una causa, condivisibile o meno, ma nemmeno il silenzio evitando di risparmiarci le solite cazzate offensive.
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