15 aprile 2011

Per non dimenticare Vittorio


Ieri, tornato a casa, ho accesso il televisore solo molto tardi, e da Rainews24 ho appreso del rapimento e della morte di Vittorio Arrigoni.

Vittorio, un attivista dell’International Solidarity Movement, un amico, un fratello, è stato barbaramente ucciso – nelle circostanze che ormai tutti conoscono - da un gruppuscolo di estremisti filo al-Qaeda, la sconosciuta Brigata Mohammed Bin Moslama, a quanto pare già a breve distanza dal suo sequestro.

Voglio subire sgombrare il campo e dire che non sono molto d’accordo con le varie ipotesi “complottiste” che vorrebbero vi siano Israele e il Mossad anche dietro questo crimine, come quella esposta qui.

Ad esempio, il Forum Palestina adombra che l’assassinio di Vittorio sia da ricollegarsi alla campagna intimidatoria avviata già da tempo contro la nuova Freedom Flotilla in procinto di partire per Gaza il prossimo mese di maggio. “Riteniamo che il sequestro e l’uccisione di Vittorio” – si può leggere in un comunicato – “possa rientrare in un lavoro sporco realizzato dai gruppi islamici legati al network dell’Arabia Saudita oggi alleata di Israele. Il messaggio agli attivisti internazionali è chiaro e inquietante: ‘State lontani da Gaza, state lontani dalla Palestina’, ‘nessuna internazionalizzazione sulla questione palestinese verrà tollerata dalle autorità di Tel Aviv e dai suoi alleati”.

E’ pur vero che, qualche tempo addietro, Vittorio e altri attivisti dell’ISM erano stati messi nel mirino dal sito farneticante http://stoptheism.com/ che conteneva l’esplicito invito alla loro uccisione, ma si tratta naturalmente di cosa ben diversa.

Quasi sempre, le cose vanno in una maniera molto più semplice di quanto si possa pensare. I gruppi dell’estremismo salafita, attestati su posizioni fanatiche e oltranziste, più volte hanno tentato sollevazioni armate contro Hamas ed hanno ogni interesse a mettere in difficoltà il governo di Gaza. Se un gruppo di fanatici decide di organizzare un’azione eclatante, e a tale scopo intende rapire e/o uccidere uno straniero, non è che abbia molte scelte a disposizione nella Striscia di Gaza.

E, peraltro, il fanatismo che purtroppo infesta il mondo islamico non ha mai fatto distinzioni rispetto a chi porta avanti istanze pacifiste e umanitarie, ed anzi più di tutti ha in odio coloro i quali adoperano le armi della testimonianza e della non violenza, perché il fanatismo cresce e prospera – dovremmo saperlo – nei contesti caratterizzati da conflitti, miseria, oppressione.

Per questo, ho scelto di fare mie le parole di ricordo scritte da Alfredo Tradardi per conto dell’ISM, che qui di seguito riporto.

A me interessa ricordare Vittorio come un eroe della pace e della fratellanza, che aveva scelto Gaza come la sua seconda casa, combattendo la sua battaglia assolutamente pacifica in favore della popolazione palestinese oppressa e massacrata.

Vittorio scortava i contadini che entrano ogni giorno nella buffer-zone rischiando la vita per i colpi dei cecchini israeliani pur di coltivare la propria terra.

Vittorio, durante "Piombo Fuso", scortava i medici e i paramedici palestinesi fatti oggetto del fuoco dei criminali israeliani mentre andavano a soccorrere i feriti e a recuperare i corpi dei morti.

Vittorio accompagnava i pescatori nel loro tentativo di portare a casa qualcosa da mangiare, sfidando l'illegittimo blocco navale della marina israeliana.

Vittorio lottava contro l’isolamento e l’assedio di Gaza, contro i criminali raid dell’esercito israeliano, e a noi tutti tocca continuare la sua opera.

Perché solo la fine dell’embargo, l’apertura dei valichi, un accordo di pace equo e che risolva tutti i punti del contenzioso israelo-palestinese potrà assicurare alla regione un futuro di pace, progresso e prosperità.

Perchè più nessuno debba morire...

In morte di Vittorio Arrigoni.

Sono stato chiamato poco fa dagli Stati Uniti, da un giornalista della CNN con il quale avevo avuto un lungo colloquio in precedenza, che mi ha comunicato il ritrovamento del corpo di Vittorio Arrigoni.

La notizia è stata confermata da Haaretz e successivamente dall'ANSA.

Haaretz: “Hamas: Abducted pro-Palestinian activist found dead in Gaza Four suspects have reportedly been arrested in the alleged kidnapping and subsequent murder of Italian Vittorio Arrigoni, an activist in the International Solidarity Movement. By News Agencies”.

ANSA “Trovato a Gaza il corpo di Arrigoni Lo ha reso noto la sicurezza di Hamas. Era stato rapito ieri 15 aprile, 03:16 Trovato a Gaza il corpo di Arrigoni (ANSA)- GAZA, 15 APR -Il corpo di Vittorio Arrigoni, volontario e attivista italiano rapito ieri mattina, e' stato trovato nella notte in una casa a Gaza. Lo hanno annunciato fonti della sicurezza di Hamas, aggiungendo che due uomini sono stati arrestati. Il giovane era stato sequestrato da un gruppuscolo salafita ultra-estremista. I rapitori lo avevano mostrato in un video finito su Youtube, minacciando di ucciderlo entro le 17 di oggi (le 16 in Italia), se Hamas non avesse liberato detenuti salafiti.”

Avevamo scritto in precedenza: “La notizia del "rapimento" di Vittorio Arrigoni a Gaza da parte di un gruppo salafita è stata confermata da contatti avuti a Gaza. A Gaza si stanno muovendo governo, partiti e società civile per ottenerne la liberazione. E' d'obbligo la massima cautela. E allo stesso il massimo di ottimismo.”

Seguendo il poeta palestinese Mahmoud Darwish avevamo “coltivato la speranza”.

Vittorio Arrigoni è stato un non-eroe, mite e positivo, che ha percorso ogni luogo della Striscia di Gaza con la sua umanità densa e intensa.

Gaza. Restiamo umani deve diventare il breviario di ogni attivista per i diritti umani.

Il suo nome si iscrive nel solco dei martiri palestinesi e degli internazionali come Rachel Corrie e Tom Hurndall, come i nove attivisti turchi uccisi dall'esercito israeliano sulla Mavi Marmara il 31 maggio 2010, tra i quali il giovanissimo Furkan Doğan.

A noi tutte/i il compito di non lasciar cadere la eredità umana, morale, culturale e politica di Vittorio.

La responsabilità morale e politica della sua morte è del governo israeliano e dei suoi complici non solo occidentali, tra i quali brilla per cinismo e servilismo il governo italiano.

Siamo colpiti, non tanto e non solo come attivisti dell'International Solidarity Movement, ma come donne e uomini di coscienza che sono dalla parte dei mondi offesi e dei popoli oppressi. Dalla parte dei diritti umani.

Ora dobbiamo unirci al dolore dei genitori e dei familiari.

Il silenzio deve caratterizzare il nostro cordoglio.

La determinazione a proseguire il nostro dovere.

Alfredo Tradardi

ISM-Italia

Palestina News - voce di ISM (International Solidarity Movement) Italia

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1 Commenti:

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