11 dicembre 2011

No alle bollicine "illegali" di Sodastream



L'acqua è limpida… gli affari di Sodastream, NO!

Sodastream, ditta israeliana che produce gasatori per l'acqua di rubinetto, spacciati per prodotti "eco-chic", nasconde una brutta verità: il suo principale impianto di produzione si trova in un insediamento israeliano costruito illegalmente nei Territori palestinesi occupati.

Sodastream punta sul mercato italiano con campagne pubblicitarie milionarie.

Diciamo ai rivenditori e ai promotori dei prodotti Sodastream che non li vogliamo in Italia!

Firma la lettera, NO alle bollicine di Sodastream:

http://stopagrexcoitalia.org/iniziative/online/273-sodastream.html

Le organizzazioni, associazioni, comitati e collettivi possono inviare adesioni a: stopsodastream@gmail.com. La lettera/petizione può essere firmata sul sito di Stop Agrexco Italia oppure scaricata in formato PDF per portarla al rivenditore.

Testo della lettera:

Spett.le rivenditore,

Vi scriviamo per informarvi, in quanto rivenditori dei prodotti Sodastream, che questa ditta opera in palese violazione del diritto internazionale. Infatti, come si evince anche dal suo rapporto annuale, la principale fabbrica della Sodastream si trova a Mishor Adumim, zona industriale di Ma'aleh Adumim, un insediamento israeliano costruito illegalmente nei territori Palestinesi occupati.[1]

Per questo motivo, nel luglio del 2011 COOP Svezia, che detiene una quota di mercato pari al 21,5% dei supermercati svedesi, ha annunciato la sospensione della vendita dei prodotti Sodastream.[2]

Vi chiediamo, pertanto, di seguire l'esempio della COOP Svezia e di cessare la vendita dei prodotti Sodastream, motivando la nostra richiesta come segue:

a) Gli insediamenti israeliani nei territori Palestinesi occupati sono illegali secondo il Diritto Internazionale. I prodotti degli insediamenti sono pertanto il risultato di una violazione del diritto internazionale e di un abuso delle risorse naturali di un popolo sotto occupazione, anche questo un crimine secondo la IV Convenzione di Ginevra.[3]

b) A sancire l’illegalità degli insediamenti, una sentenza del 2010 della Corte di Giustizia della Comunità Europea ha dichiarato i prodotti provenienti dagli insediamenti israeliani non ammissibili per le tariffe doganali preferenziali previste dall'accordo UE-Israele.[4] È stata proprio la Sodastream al centro di questa sentenza per aver omesso il luogo esatto di provenienza sui propri prodotti.

c) La Sodastream finanzia direttamente l’insediamento di Ma’aleh Adumim attraverso le tasse comunali che vengono utilizzate esclusivamente per sostenere la crescita e lo sviluppo dell’insediamento.[5]

d) Nonostante Sodastream pubblicizzi i suoi prodotti come “eco-ambientali”, le tasse comunali pagate a Ma'aleh Adumim finanziano la gestione della discarica israeliana di Abu Dis, anche essa costruita illegalmente in Cisgiordania, in cui vengono scaricate 1100 tonnellate di rifiuti al giorno provenienti da Gerusalemme e dagli insediamenti israeliani circostanti.[6] Il Ministero dell’Ambiente israeliano ha affermato che la discarica, ubicata sopra la Mountain Aquifer, la principale fonte d’acqua in Cisgiordania, sta “inquinando corsi d’acqua e terre nelle vicinanze”.[7]

e) L'organizzazione israeliana per i diritti dei lavoratori Kav LaOved ha documentato casi in cui i lavoratori palestinesi della fabbrica Sodastream di Mishor Adumim, con poche alternative oltre a quella di lavorare negli insediamenti, erano pagati meno della metà del salario minimo, lavoravano in condizioni terribili e venivano licenziati se protestavano. Inoltre, i lavoratori palestinesi vivono sotto occupazione e quindi non godono dei diritti civili, e dipendono dai loro datori di lavoro per i permessi di lavoro.[8]

La Sodastream ha dimostrato di avere poco o nessun riguardo per il Diritto Internazionale e per i diritti umani, mentre fa di tutto per presentarsi come un'impresa socialmente responsabile che tutela l’ambiente. Invece si rende complice e trae profitti dalla sistematica violazione che il governo israeliano fa del Diritto Internazionale e dei diritti umani basilari del popolo palestinese: crimini quali la confisca illegale delle terre e delle risorse palestinesi e la costruzione del Muro di segregazione, condannata dalla Corte Internazionale di Giustizia nel 2004.[9]

Poiché pensiamo che la vendita dei prodotti Sodastream avvenga da parte vostra in buona fede, riteniamo che non vorrete in alcun modo facilitare la violazione dei diritti umani: pertanto con questa lettera, vi chiediamo di porre termine alla commercializzazione dei prodotti della Sodastream.

Attendiamo un vostro gentile riscontro.

[1] Sodastream International Ltd. Annual Report for the Fiscal Year Ended December 31, 2010

[2] Coop stops purchases of Soda Stream , 19.07.2011

[3] IV Convenzione di Ginevra per la protezione delle persone civili in tempo di guerra, Titolo III Statuto e trattamento delle persone protette, Sezione III Territori occupati, art. 49 , 12.08.1949

[4] Corte di giustizia dell'Unione europea, Comunicato stampa n. 14/10, Prodotti originari della Cisgiordania non possono beneficiare del Regime doganale preferenziale istituito dall'accordo CE-Israele , 25.02.2010

[5] SodaStream: A Case Study for Corporate Activity in Illegal Israeli Settlements , Coalition of Women for Peace – Israel, gennaio 2011

[6] Adumim Industrial Park

[7] Jerusalem refuses to stop using Abu Dis landfill , 14.06.2011

[8] Palestinian Workers at the SodaStream Factory , SodaStream: A Case Study for Corporate Activity in Illegal Israeli Settlements, Coalition of Women for Peace – Israel, gennaio 2011

[9] Legal Consequences of the Construction of a Wall in the Occupied Palestinian Territory; Advisory Opinion of the International court of Justice. 09.07.2004

Prime firme:

Stop Agrexco Roma

Amici della Mezzauna Rossa Palestinese

Un Ponte per...

Comitato per la Campagna di Boicottaggio, Disinvestimenti e Sanzioni contro Israele (Campania)

Women's International League for Peace and Freedom – Italia

Associazione per la Pace

Luisa Morgantini - già Vice Presidente del Parlamento Europeo

Lo Sguardo di Handala – Onlus

Statunitensi per la pace e la giustizia – Roma

Comitato varesino per la Palestina

UMVA : Unione dei musulmani varesini

Musvarè : Associazione dei musulmani italiani varesini

Omar al Faruk : Centro culturale islamico varesino

Comitato "Con la Palestina nel cuore" (Roma)

Forum Palestina

BDS Milano

Donne in Nero - Roma

Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese

BDS Pisa

Gruppo per la Palestina - Pisa

Pax Christi Italia

Istituto di Ricerca per la Pace (Italy) – Rete Corpi Civili di Pace

Associazione di Amicizia Italo-Palestinese Onlus di Firenze

Associazione per la pace della provincia di Pordenone

Coordinamento Campagna BDS Bologna

Khalil Shaheen, Director of the Economic and Social Rights Unit, Palestinian Center for Human Rights – Gaza

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