20 agosto 2004

L'uso della tortura in Israele.

La stampa israeliana ha in questi giorni diffuso un documento secondo cui lo Shin Bet continua ad usare la tortura nei suoi "interrogatori".
Questo documento costituisce la prima conferma ufficiale di numerose testimonianze di prigionieri palestinesi, che varie volte hanno denunciato l'utilizzo della tortura e di metodi violenti negli interrogatori condotti dai servizi di sicurezza israeliani.
Il documento proviene da un file dello Shin Bet che resoconta l'interrogatorio a cui è stato sottoposto Hussam Atef Badran, un militante di Hamas, ed è stato scritto da "Oz" (!) il capo del dipartimento interrogatori dello Shin Bet per il distretto di Samaria.
Il file descrive i metodi usati nell'interrogatorio di Badran, condotto soprattutto con la tecnica particolarmente dolorosa dello "hatayat gav", che consiste nel far sedere il detenuto, a volte per quasi mezz'ora, su uno sgabello, con le braccia che passano sotto lo sgabello da dietro e che vengono legate alle gambe anteriori dello stesso, mentre le gambe del detenuto vengono anch'esse legate alle gambe anteriori della sedia.
Questo documento sconvolgente, che mostra i metodi feroci e brutali dei servizi di sicurezza israeliani, è giunto in possesso per vie traverse del Comitato Pubblico contro la Tortura in Israele (PCATI) e poi passato alla stampa.
Lo PCATI ha chiesto al Procuratore Generale Menachem Mazuz di aprire un'inchiesta sui fatti, circa due settimane fa, ma ancora non ha avuto risposta: probabilmente Mazuz è ancora troppo impegnato ad insabbiare le accuse di corruzione contro Sharon!
Lo PCATI ha comunque diffuso una dichiarazione in cui si sostiene che le torture contro Badran non costituiscono un caso isolato, dato che molti altri prigionieri palestinesi hanno avanzato denunce circa l'abuso di metodi quali la privazione del sonno, l'ammanettamento in posizioni dolorose, lo hatayat gav ed altre tecniche pure esplicitamente vietate dall'Alta Corte israeliana.
In questi giorni è in atto lo sciopero della fame di oltre duemila prigionieri palestinesi per le troppo dure condizioni di carcerazione.
In un post precedente ho già parlato dello scandalo delle detenzioni amministrative in Israele: circa 750 palestinesi detenuti senza essere stati incriminati ufficialmente e senza essere stati sottoposti a processo (Abed al-Ahmar è stato detenuto in queste condizioni per ben 11 dei 37 anni della sua vita!).
Adesso arriva la conferma dell'uso della tortura da parte degli israeliani negli interrogatori dei prigionieri palestinesi.
Sarà forse Israele la testa di ponte della civiltà in medio oriente, ma bisogna capire di quale civiltà: per me, di una civiltà barbara e disumana!

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