24 febbraio 2009

Il Consiglio comunale di Palermo approva mozione di solidarietà con il popolo palestinese.

Probabilmente molti, anche tra i cittadini palermitani, ignorano che la città di Palermo è da anni gemellata con Khan Yunis, la seconda città più popolosa della Striscia di Gaza.

Anche questa città, al pari dell’intero territorio della Striscia, ha dovuto subire le atrocità e i crimini dell’operazione israeliana denominata “Piombo Fuso”: secondo i dati del Palestinian Centre for Human Rights, a Khan Yunis sono stati uccisi 83 Palestinesi (61 civili, tra cui 16 bambini e 5 donne) e ne sono stati feriti almeno 395; i raid israeliani, inoltre, hanno distrutto 230 abitazioni, 4 edifici governativi, 2 moschee (altre 5 risultano danneggiate) e numerosi siti industriali, commerciali, educativi e assistenziali.

A Khan Yunis, tra l’altro, esiste anche una piazza intitolata alla città di Palermo, che probabilmente è stata anch’essa teatro di questo orrendo spettacolo di morte e distruzione.

Giunge opportuna, quindi, la mozione di solidarietà con il popolo palestinese presentata nei giorni scorsi dal consigliere Antonella Monastra di “Un’Altra Storia” e approvata all’unanimità dal Consiglio comunale di Palermo, volta a promuovere una raccolta di fondi da destinare a scopi umanitari in favore della popolazione palestinese così duramente provata, e a rivitalizzare quel gemellaggio con Khan Yunis che, mai come adesso, attende di essere riempito di contenuti concreti.



MOZIONE
Solidarietà con il popolo Palestinese

Premesso che



La dolorosissima vicenda del conflitto arabo-palestinese (sic!) per la distanza dei luoghi e per la complessità delle cause che lo determinano, potrebbero produrre in tutti noi una sostanziale indifferenza o un senso profondo di dolorosa impotenza, ma di fronte al dramma del popolo Palestinese non possiamo e non dobbiamo permetterci né indifferenza né frustrazioni d’impotenza


Considerato che



Noi siciliani siamo tra gli occidentali geograficamente più vicini al mondo Arabo, al quale siamo legati da secoli di storia, cultura, commerci.

Palermo è una città con una fortissima presenza di immigrati arabi, per lavoro e per studio.

In questo stesso momento la comunità palestinese della nostra città è nell’angoscia più totale di fronte alle immagini che noi ci limitiamo a guardare con umana compassione e sgomento.

Accanto alla Comunità Palestinese Siciliana si sono strette le forze politiche, i sindacati, le associazioni e la società civile partendo dalla considerazione che si può essere equidistanti ma, pur condannando il terrorismo, non si può disconoscere la sproporzione di forze tra i due paesi (sic!) in conflitto e i drammatici effetti numerici di tale sproporzione sulla popolazione civile e in particolare, fatto terribile, sui bambini.

Dal punto di vista esclusivamente umanitario è comunque fuori discussione che le medicine, l’acqua, il cibo, i generi di prima necessità mancano solo al popolo palestinese e che questo popolo è oggettivamente più esposto alla violenza e ne paga il prezzo più alto.

Palermo è gemellata con la città palestinese di Khan Yunis, la seconda città della Striscia di Gaza. In questa città della Palestina vi è una piazza intitolata a Palermo che oggi potrebbe essere o già essere stata teatro di violenza, distruzione, morte.



IL CONSIGLIO COMUNALE

si impegna e impegna

IL SINDACO

ad adoperarsi concretamente



affinché si informino e si sensibilizzino con correttezza i cittadini sul conflitto in atto e sulle condizioni di vita nella Striscia di Gaza e nei territori occupati.

Affinché vengano raccolti fondi da destinare per scopi umanitari alla popolazione civile palestinese con particolare riguardo ai bambini.

Affinché vengano ripresi e rafforzati i canali istituzionali fra la città di Palermo e la città di Khan Yunis poiché il gemellaggio esistente non può essere solo di natura simbolica né come tale era stato concepito.

I consiglieri
(mozione approvata all’unanimità nella seduta del 19 febbraio

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5 Commenti:

Alle 24 febbraio 2009 alle ore 13:49 , Anonymous Anonimo ha detto...

FINALMENTE QUALCHE COSA DI POSITIVO, SAREBBE UTILE CHE QUESTA DELIBERA ARRIVI AI NS. POLITICI E IN VATICANO, CHE I TELEGIORNALI PARLINO DELLA DISASTROSA SITUAZIONE DI QUESTO E DI TUTTI I POPOLI OPPRESSI INVECE DI INFORMARCI SUL G FRATELLO O ALTRE COSE INUTILI.

 
Alle 24 febbraio 2009 alle ore 17:01 , Anonymous Anonimo ha detto...

Mi sorprendono ogni giorno di più questi israeliani. Memori delle persecuzioni a cui sono stati soggetti non hanno ancora provato a farsi un esame di coscienza e vedere se esita una possibilità di convivere pacificamente con il popolo palestinese. Penso che quest'ultimi, dopo gli ultimi tragici avvenimenti di Gaza, abbiamo il diritto di avere anche loro di celebrare IL GIORNO DELLA MEMORIA affinchè tutti abbiamo, appunto,in memoria la tragica condizione del popolo palestinese
Ciao

 
Alle 24 febbraio 2009 alle ore 18:03 , Blogger vichi ha detto...

Il filosofo e psicanalista israeliano Carlo Strenger, qualche giorno addietro, ha scritto sul Guardian: "Israele si sta trasformando in un ghetto... con un atteggiamento paranoico e spesso disumanizzante nei confronti degli Arabi, ed insensibile ai valori del mondo occidentale al quale vuole appartenere. La cecità morale che ne deriva è stata messa in luce drammaticamente dal modo in cui è stata condotta l’operazione a Gaza".

E la memoria della shoah, anziché spingere a provare compassione per le sofferenze altrui, alimenta insicurezze e fobie incontrollabili, come se davvero la sicurezza di Israele e degli ebrei potesse essere minimamente messa in discussione dai Palestinesi.

Come se i Palestinesi non avessero diritto, anche loro, a godere di un proprio "focolare domestico" senza essere vessati e massacrati impunemente dalle vittime delle persecuzioni di ieri.

 
Alle 26 febbraio 2009 alle ore 17:51 , Blogger vichi ha detto...

Mi era sfuggito questo articolo pubblicato il 18 febbraio scorso sul prezioso sito di infopal (http://www.infopal.it/leggi.php?id=10688).

Gaza – Infopal. Il sindaco di Khan Yunes, Mohammad al-Farra, ha affermato che circa tremila unità abitative della provincia di Khan Yunes sono state distrutte durante l’ultima aggressione israeliana contro la Striscia di Gaza.

Al-Farra ha precisato che circa 450abitazioni sono state distrutte completamente, insieme a 25 strutture tra associazioni, scuole, moschee e centri di soccorso, mentre 2500 hanno subìto danni gravi o parziali. Queste dichiarazioni sono state rilasciate dal sindaco durante la trasmissione radiofonica "E Gaza rimane", trasmessa da Radio al-Quds con la partecipazione dei cittadini che hanno perso la propria casa e/o i propri parenti.

Al-Farra ha spiegato che l’occupazione israeliana ha intenzionalmente distrutto abitazioni e terreni agricoli e ha ucciso cittadini civili inermi, oltre ad aver preso di mira i soccorritori per causare ovunque il più alto numero di vittime tra i palestinesi; per non parlare dell’impiego di armi proibite su scala internazionale, come il fosforo che uccide le persone, brucia le case e minaccia gravemente l’ambiente.

Dai primi censimenti, in base ai rapporti dei comitati locali della provincia di Khan Yunes, composti da ingegneri del Ministero dei Lavori Pubblici, dai Comuni e dall’Ordine degli Ingegneri e degli Esperti, risulta che la città di al-Qarara, a nord di Khan Yunes, è tra le più colpite; seguono poi al-Fakhari, Khusa‘a, Absan al-Jadida, Khan Yunes, Bani Suhaila e Absan al-Kabira.

Il sindaco ha proseguito dicendo che la cittadina di Absan al-Jadida è la località con il più alto numero di abitazioni civili parzialmente distrutte: circa 750 unità abitative; vengono dopo Khusa‘a con 600 unità, Khan Yunes con 500, Bani Suhaila e al-Fakhari con 420, al-Qarara con 400.

Circa duecento ettari di terreni coltivati sono stati distrutti completamente, come pure quattro fabbriche di cemento, tre centri sanitari e diversi allevamenti di polli e animali. Il comune, in collaborazione con le associazioni caritatevoli, ha lavorato fin dal primo giorno di guerra per riparare la rete idrica e proseguire il rifornimento di acqua ai cittadini, sgombrare le strade, rimuovere le macerie e aprire centri di accoglienza per gli abitanti rimasti senza tetto.

Al-Farra ha ricordato infine che nella provincia di Khan Yunes sono stati uccisi più di 85 cittadini, mentre 403 sono rimasti feriti, la maggior parte dei quali sono bambini, donne e civili inermi, dimostrazione delle barbarie compiute dagli occupanti ai danni di tutto il popolo palestinese.

 
Alle 27 febbraio 2009 alle ore 11:47 , Blogger vichi ha detto...

AGGIORNAMENTO
L'amico Zaher Darwish e il consigliere comunale Antonella Monastra hanno incontrato ieri il presidente del consiglio comunale di Palermo Alberto Campagna, a seguito dell'approvazione della mozione di riattivare il gemellaggio tra Palermo e la città di Khan Yunes nella striscia di Gaza.

Il presidente si è trovato d'accordo sulla richiesta di convocare il consiglio comunale in una seduta aperta al coordinamento di solidarietà ed in collegamento diretto con via telematica con il sindaco di Khan yunes.

La seduta è prevista nella prima metà del mese di marzo.

 

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