29 giugno 2011

Atti di sabotaggio contro la Freedom Flotilla 2

Ieri gli organizzatori della Gaza Freedom Flotilla hanno chiesto alla polizia e alle autorità portuali greche di garantire la sicurezza delle navi e di indagare sul loro recente sabotaggio. Alcuni degli attivisti hanno annunciato che contano essi stessi di fare la guardia alle navi.

Due delle navi, una svedese e una greca, sono state sabotate negli ultimi due giorni. Secondo gli organizzatori, le eliche di entrambe le navi sono state danneggiate, e i tubi di collegamento con i motori sono stati danneggiati a tal punto che si sarebbe potuta verificare un’esplosione una volta iniziata la navigazione, se i danni fossero passati inosservati.

Il sito web Ship to Gaza Sweden ha pubblicato un video che mostra i danni apparentemente arrecati alle navi.

Uno degli organizzatori, Manolis Plionis, ha detto alla DPA che la nave svedese, la Juliano, dal nome dell’attivista ebraico-palestinese assassinato Juliano Mer Khamis, è stata sabotata ieri mattina. “Abbiamo trovato un’incrinatura nell’elica della nave la cui riparazione ci porterà via qualche giorno”, ha affermato. “Questo non ci impedirà di salpare e non cancellerà la flottiglia, potrebbe soltanto farci ritardare di alcuni giorni. Non abbiamo nessuna fretta e partiremo non appena saremo pronti”.

Gli organizzatori hanno evitato di accusare specificamente un Paese o un’organizzazione per i danneggiamenti, ma hanno osservato che tutte le prove portano ad un coinvolgimento israeliano, dato che Israele ha un chiaro interesse a danneggiare la flottiglia, e che le sue unità di commando in passato sono state accusate di aver sabotato alcune navi.

Il capo della Campagna europea End the Siege on Gaza, Dr. Arafat Madi, ha chiesto ieri alle autorità greche di indagare sugli atti di sabotaggio. “Il sabotaggio è pericoloso”, ha detto. “Può provocare un’esplosione e uccidere numerosi attivisti”.

L’esercito israeliano ieri ha rifiutato di commentare le accuse secondo cui Israele sarebbe dietro gli atti di sabotaggio, mentre funzionari del Ministero degli Esteri le hanno respinte senza esitazione, definendole “piagnucolose” e “prive di fondamento”.

Madi ha affermato a sua volta che, a questo punto, la vera sfida non è più tanto quella di arrivare a Gaza, ma di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie e di riuscire a lasciare il porto. E’ noto a tutti, infatti, che Israele sta esercitando enormi pressioni sulle autorità greche per impedire la partenza della flottiglia, e gli attivisti in questi giorni stanno sperimentando una serie di imprevisti intoppi burocratici.

E, difatti, fonti del Ministero degli Esteri in Israele hanno espresso grande soddisfazione per i ritardi che la Freedom Flotilla sta accumulando. “Molti dei partecipanti attendono in Grecia da una settimana senza alcuna possibilità di partire per la Striscia di Gaza”, ha affermato un funzionario.

Mentre scrivo, giunge notizia di un terzo sabotaggio alle navi della flottiglia, questa volta in acque turche.

Ma nessun sabotaggio, nessun miserabile trucchetto, nessuna propaganda di questi vili criminali riuscirà a impedire la partenza della Freedom Flotilla 2 alla volta di Gaza.

(Fonte: Ha’aretz)

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