8 marzo 2012

Celebriamo l’8 marzo a fianco di Hana Shalabi


L’8 marzo, Giornata internazionale della donna, ricorre quest’anno mentre Hana Shalabi giunge al suo 22° giorno di sciopero della fame. Il Palestinian Centre for Human Rights (PCHR), nel celebrare l’8 marzo e nel raccontare le sofferenze delle donne palestinesi a Gaza e in Cisgiordania, ricorda in special modo la sua lotta e le infami condizioni di detenzione nelle carceri israeliane.


L’8 marzo il mondo celebra la Giornata Internazionale della Donna, celebrata per la prima volta come evento popolare a partire dal 1977, quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite invitò gli Stati membri a proclamare l’8 marzo Giornata dell’Onu per i Diritti della Donna e la Pace Internazionale. La maggioranza degli stati ha scelto l’8 marzo in commemorazione del ruolo svolto dalle donne americane durante le proteste del 1909 contro le disumane condizioni in cui le donne erano costrette a lavorare.
   
L’8 marzo giunge mentre la 30enne Hana Yahia Shalabi, una donna palestinese proveniente dal villaggio di Bourqin, nei pressi di Jenin, arrestata dalle Forze di occupazione israeliane e detenuta dal 16 febbraio 2012, è in sciopero della fame da 21 giorni. La Shalabi ha dichiarato pubblicamente lo sciopero della fame in segno di protesta per essere stata nuovamente arrestata dalle Forze di occupazione israeliane dopo che era stata rilasciata nell’ottobre del 2011 nel contesto dello scambio di prigionieri tra la resistenza palestinese e l’esercito israeliano.

Il caso della Shalabi pone in evidenza le condizioni delle otto donne palestinesi che attualmente sono detenute insieme a circa 5.000 uomini nelle carceri israeliane, in condizioni crudeli e disumane.

Le sofferenze delle donne palestinesi nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania rimangono persistenti a causa della violazione dei loro diritti e delle politiche praticate dalle Forze di occupazione israeliane, che incidono sulle loro condizioni di vita. L’esercito israeliano continua a imporre da oltre 5 anni la totale chiusura della Striscia di Gaza, mentre ha intensificato gli attacchi e l’attività di colonizzazione in Cisgiordania.

Secondo quanto osservato dal PCHR, nei mesi scorsi, le condizioni di vita delle donne palestinesi sono peggiorate a causa delle violazioni dei loro diritti economici e sociali. In particolare, continuano le sofferenze delle donne palestinesi nella Striscia di Gaza in conseguenza del permanere del blocco illegale israeliano che ha aggravato le loro condizioni di vita. Per esempio, la crisi dell’energia elettrica, riemersa a causa della mancanza del combustibile necessario per il funzionamento della centrale elettrica di Gaza, ha avuto un impatto particolare sulle donne, in quanto esse sono responsabili dei compiti di casa secondo il ruolo tradizionale da esse ricoperto nella società palestinese, tanto più che le interruzioni di corrente sono spesso accompagnate dalla sospensione delle forniture idriche.

Le condizioni sperimentate dalle donne in Cisgiordania non sono meno dure rispetto a quelle vissute dalle donne nella Striscia di Gaza. In Cisgiordania le donne continuano a soffrire a causa dell’intensificarsi delle attività di colonizzazione, che includono la demolizione delle abitazioni, la confisca dei terreni agricoli e gli attacchi portati dai coloni israeliani, spesso protetti dall’esercito, contro i civili palestinesi e le loro proprietà. Le sofferenze delle donne sono provocate anche dalle restrizioni alla libertà di circolazione imposte dalle Forze di occupazione israeliane mediante più di 500 posti di blocco e barriere, presso i quali i civili palestinesi, inclusi donne e bambini, sono sottoposti a vessazioni e umiliazioni.

All’interno, le donne palestinesi continuano a soffrire a causa dell’attuale spaccatura palestinese e delle sue ripercussioni. Tale divisione ha influenzato negativamente la vita sociale delle donne al pari degli sforzi esercitati a livello locale per ottenere giustizia in favore delle donne, per migliorare le loro condizioni e per promuovere i loro diritti. Poiché il Consiglio legislativo palestinese è inattivo, la spaccatura politica influisce inoltre sugli sforzi volti a modificare le specifiche disposizioni legislative riguardanti i diritti delle donne in linea con gli strumenti internazionali.

In occasione della Giornata Internazionale della Donna, il PCHR elogia le donne palestinesi, che costituiscono un simbolo di incrollabilità e di sacrificio a dispetto delle condizioni estremamente dure e complicate in cui vivono, e che tuttavia non hanno impedito loro di unirsi agli uomini nella lotta per la realizzazione dei diritti nazionali e per lo sviluppo della società palestinese. Il PCHR elogia inoltre le donne palestinesi detenute nelle carceri israeliane, specialmente Hana Shalabi, che è in sciopero della fame. Alla luce delle continue sofferenze delle donne palestinesi, il PCHR ribadisce il proprio appello alla comunità internazionale perchè si ponga la fine alle violazioni dei diritti umani dei palestinesi da parte di Israele, in particolare al blocco imposto a Gaza e all’accresciuta attività di colonizzazione in Cisgiordania.

Il PCHR chiede inoltre alle due parti della frattura politica palestinese di rendere attivo l’Accordo di Doha e di adottare misure concrete per raggiungere l’unità palestinese e per creare un’atmosfera adeguata per tenere le elezioni, che serviranno a promuovere a livello interno i diritti delle donne palestinesi e a far cessare le loro sofferenze.   

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