28 dicembre 2011

Chi ha rubato il Natale ai cristiani di Gaza?

I resoconti delle celebrazioni del Natale nei territori occupati in qualche caso hanno dato conto del fatto che Israele ha concesso un certo numero di permessi (500) ai cristiani di Gaza per recarsi nei luoghi santi e partecipare alle celebrazioni religiose.

Nessuno, come era lecito aspettarsi, ha fatto notare che il “gesto di buona volontà” natalizio concesso dai bravi Israeliani ha consentito di viaggiare ad un numero di cristiani di Gaza inferiore al 2010, avendo le autorità governative diminuito il numero dei permessi da 600 a 500 ed avendo limitato l’età dei fortunati alle persone di età inferiore a 16 e superiore a 46 anni (l’anno scorso il limite di età partiva dai 35 anni).

Il risultato è che due terzi dei cristiani di Gaza non hanno ricevuto i permessi per celebrare il Natale nei luoghi santi della Cisgiordania, e che alcuni che questa possibilità l’avevano hanno dovuto rinunciare perché solo alcuni membri della famiglia riscontravano i criteri stabiliti dal COGAT e, di conseguenza, sono rimasti nella Striscia per celebrare il Natale insieme al resto della famiglia.

Anche questo è il segno dell’attenzione che i “fratelli maggiori” ebrei riservano ai cristiani di Terra Santa, privati in un colpo solo di diritti fondamentali quali quello alla libertà di circolazione e alla libertà di culto, nel contesto di una punizione collettiva quale è l’assedio alla Striscia di Gaza che ogni giorno diventa sempre più intollerabile.

Chi ha rubato il Natale?

La gioia del Natale è arrivata un po’ in anticipo per i Palestinesi residenti in Cisgiordania e a Gaza, con l’annuncio del Coordinatore delle attività governative nei Territori (COGAT) di gesti di buona volontà per i cristiani durante le festività natalizie. Sembrerebbe che Babbo Natale abbia deciso che 500 cristiani palestinesi di Gaza di età inferiore ai 16 anni e superiore ai 46 sono stati buoni quest’anno e quindi meritano la possibilità di visitare la famiglia in Israele e in Cisgiordania e di partecipare alle festività religiose nei luoghi santi al di fuori della Striscia.

Si tratta di un gesto ben accetto ed è certamente importante che i principi della liberta di circolazione e della libertà di culto religioso, anche come gesti di buona volontà, trovino estrinsecazione nei provvedimenti del COGAT.

Ma uno sguardo più attento al gesto di buona volontà suggerisce che il Grinch – e non solo Babbo Natale – è stato al lavoro. Nella calza di quest’anno per i cristiani di Gaza c’è una riduzione della loro capacità di accedere ai luoghi santi durante le festività, in rapporto agli anni passati: Israele ha innalzato l’età di coloro ai quali è vietato viaggiare a 46 anni, invece di 35 anni, ed ha fissato una quota di appena 500 persone a cui è consentito di muoversi, nonostante l’anno scorso lo abbiano fatto circa 600 cristiani.

Che siano stati cattivi o buoni, almeno i due terzi dei circa 1.500 cristiani di Gaza, inclusi tutti quelli di età compresa tra i 16 e i 46 anni che sono esclusi dal gesto, non potranno celebrare le festività insieme ai membri della loro famiglia che soddisfano i criteri e riescono ad entrare nella quota. Ciò significa che una famiglia di sei persone, con la mamma e il papà di età superiore a 46 anni ma con figli di età pari a 20, 16, 14 e 7 anni dovranno perdere o la possibilità di viaggiare o l’alternativa di trascorrere il Natale insieme.

Lo scorso anno a Natale, ed anche la scorsa Pasqua, i criteri stabilivano che le persone di età superiore a 35 anni potevano ricevere i permessi. Non è chiaro perché questo Natale solo gli over 46 possano viaggiare. La politica israeliana è ancor più restrittiva per i musulmani di Gaza: nessun musulmano, qualunque sia la sua età, può recarsi nei luoghi santi, una politica approvata in tribunale all’inizio di quest’anno, quindi suppongo che dobbiamo esser grati per i piccoli miracoli. In ogni caso, buon Natale e felice anno nuovo a tutti!

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8 Commenti:

Alle 29 dicembre 2011 alle ore 13:57 , Anonymous Anonimo ha detto...

sono i palestinesi, che essendo tutti terroristi, rendono illegale il natale. qui un articolo dell'imperialista e sionista guardian http://www.guardian.co.uk/world/2011/dec/23/gaza-christians-hamas-cancelled-christmas?newsfeed=true

www.maurod.ilcannocchiale.it

 
Alle 30 dicembre 2011 alle ore 02:12 , Blogger vichi ha detto...

"Christmas for us means going to Bethlehem, being with family. This year we'll do nothing" Karam said."

C'è scritto nell'articolo di cui tu stesso hai postato il link, neanche leggi...

Per i cristiani il Natale significa andare a Betlemme, e a quelli di Gaza viene impedito da Israele, non da Hamas o da Fatah o da alcun altro.

Per il resto, prova a leggere i giornali israeliani, qualunque giornale, e li troverai pieni di articoli che parlano degli estremisti ebrei che picchiano, umiliano, infastidiscono chi ai loro occhi non è abbastanza osservante, e sputano persino addosso alle bambine. Se intendevi parlare di estremismo religioso, beh, Israele è proprio il posto di cui dovresti interessarti...

Ah, a proposito, alla messa di Natale a Betlemme c'erano pure Abu Mazen e Salam Fayyad, un segno di attenzione per la religione cristiana e un'attenzione per i luoghi santi che in Israele nemmeno sanno di cosa si tratti.

 
Alle 30 dicembre 2011 alle ore 12:09 , Anonymous Anonimo ha detto...

ehh si te si che hai letto bene l'articolo "hamas cancelled christmas" "He describes being stopped in the street by a Hamas official who told him to remove the cross"
fai ridere. in israele ci sono degli estremisti, lo so benissimo, la differenza è che in israele gli estremisti vengono arrestati dalla polizia, a gaza gli estremisti sono la polizia. dettagli ovviamente

www.maurod.ilcannocchiale.it

 
Alle 3 gennaio 2012 alle ore 15:25 , Blogger vichi ha detto...

Cioè dal comportamento di UN poliziotto di Hamas si fa discendere la cancellazione del Natale!

Mentre nulla conta il fatto che ai cristiani di Gaza è vietato andare a celebrare il Natale con i propri correligionari nella Chiesa della Natività. E lo è a causa della politica del GOVERNO ISRAELIANO, che nega ai palestinesi di Gaza i diritti fondamentali.

E' davvero prova di grande obiettività...

 
Alle 3 gennaio 2012 alle ore 17:10 , Anonymous Anonimo ha detto...

continui a non capire.
1) quello DEL poliziotto di hamas è solo un esempio, non è che per colpa di quello viene cancellato il natale anche se fa capire come i palestinesi vogliano creare una nuova arabia saudita, infatti se tu avessi letto l'articolo avresti letto anche (per esempio)che dal 2007 nessuno osa più mettere in piazza l'albero di natale, dubitro cher sia sempre colpa DEL poliziotto in questione

2)Israele permette ai cristiani di andare a betlemme solo che per colpa dei terroristi palestinesi è costretta a limitare i movimenti per questioni di sicurezza

mauroD

 
Alle 7 gennaio 2012 alle ore 03:54 , Blogger vichi ha detto...

Sei tu che continui a non capire e a sostenere falsità.

Hamas ha sempre avuto grande rispetto per i cristiani e per il Natale, non risulta che vi siano persecuzioni, minacce, divieti di celebrare funzioni religiose o altra roba del genere.

Più in generale, i cristiani sono sempre a fianco degli islamici a lottare contro l'occupazione, il furto della terra, le inutili vessazioni ai checkpoint.

E, ti prego, tirare in ballo la solita scusa della "sicurezza" per gente che vuole andare a Betlemme, e non a Tel Aviv, è francamente penoso.

Il vero è che i bravi "fratelli maggiori" ebrei se ne fottono bellamente dei cristiani e dei loro diritti, religiosi e non.

 
Alle 25 febbraio 2012 alle ore 17:16 , Anonymous Ale ha detto...

Oh certo Vichi, Hamas ama tutte le creature dell'universo,è per questo che se da un lato lancia qualche missile sulle scuole e sui parchi da gioco dall'altro massacra con esecuzioni uomini di Fatah e donne adultere. La shaaria è un ottimo esempio di democrazia e rispetto per i diritti umani.

 
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