Respinto il ricorso di due palestinesi in sciopero della fame
I due, il 27enne Bilal
Diab e il 34enne Thaer Halahleh, in sciopero della fame da 70 giorni, sono tra
le centinaia di prigionieri palestinesi che attualmente utilizzano questo mezzo
estremo di protesta per chiedere migliori condizioni e la fine della detenzione
senza processo in una delle più grandi manifestazioni di protesta di
prigionieri degli ultimi anni.
Secondo quanto riferito
da Jamil Khatib, il loro avvocato, all’agenzia di stampa AFP, “la Corte Suprema ha
respinto entrambi i ricorsi”, aggiungendo che “i tribunali israeliani non
trattano la questione della detenzione amministrativa in senso positivo. Ciò
dimostra che i servizi segreti hanno l’ultima parola”.
(I due) “continueranno
il loro sciopero della fame fino alla fine”, ha concluso.
Intanto dieci
prigionieri palestinesi che partecipano allo sciopero della fame di massa
sabato sono stati posti sotto controllo medico a seguito del peggioramento
delle loro condizioni, secondo quanto comunicato da un portavoce del servizio
carcerario israeliano.
I detenuti palestinesi
che partecipano allo sciopero della fame sono almeno 1.550, anche se secondo
gli attivisti questo numero è pari ad almeno 2.500 su un totale di 4.600
palestinesi in atto detenuti nelle carceri israeliane. La maggior parte dei
partecipanti allo sciopero hanno iniziato a rifiutare il cibo 19 giorni fa, ma
un nucleo più ristretto è in sciopero della fame ormai da un periodo di tempo
che va dai 40 ai 70 giorni.
Diab, la settimana
scorsa, è stato trasferito in un ospedale civile. Un team medico indipendente
di Physicians for Human Rights-Israel ha
affermato che era in imminente pericolo di morte. Secondo i medici di PHR, sia Diab che Halahleh sono comunque
in pericolo in quanto il loro battito cardiaco è sceso al di sotto di 48 e la
temperatura corporea a 35 gradi; entrambi inoltre soffrono di forti dolori allo
stomaco e di ripetuti svenimenti per lunghi periodi, con Halahleh che ha
difficoltà nel muoversi e nel parlare.
Halahleh era stato
arrestato il 28 giugno del 2010, e da allora si trova incarcerato in regime di
detenzione amministrativa, mentre Diab è detenuto dal 17 agosto dello scorso
anno. A entrambi, similmente a quanto accaduto per Hana
Shalabi, Israele ha offerto il rilascio
e la deportazione a Gaza in cambio della cessazione dello sciopero della fame,
in quella che costituirebbe una ulteriore violazione dei loro diritti
fondamentali.
Etichette: bilal diab, detenzione amministrativa, diritti umani, sciopero della fame, thaer halahleh
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