10 agosto 2005

Assassini puniti? No, promossi!

Messo in secondo piano dall’escalation di morte e distruzione in Iraq e dai recenti attentati terroristici di Londra, continua tuttavia ininterrotto lo stillicidio di uccisioni di civili palestinesi inermi ed innocenti ad opera dei valorosi soldati dell’esercito israeliano, un bagno di sangue che va avanti dall’inizio dell’Intifada e continua con sistematicità senza che i media ne diano notizia, nemmeno in un trafiletto di poche righe.
Così il 6 agosto, nei sobborghi meridionali della cittadina di Rafah, ha trovato la morte il 21enne palestinese Mohammad Hamdan Qishta, ucciso mentre andava a fare la spesa al mercato da raffiche di “avvertimento” sparate a casaccio dai soldati israeliani, in un’area completamente calma ed in cui non si svolgevano combattimenti.
Così lunedì 8 agosto è stato assassinato nel campo profughi di Nur Shams, vicino alla città di Tul Karm, nel West Bank, il 18enne Samer Zandik, quando i soldati di Tsahal hanno risposto sparando ad altezza d’uomo al lancio di pietre da parte di una dozzina di giovani del luogo.
L’Anp e le associazioni per la difesa dei diritti umani hanno ripetutamente protestato, in questi anni, contro le sparatorie indiscriminate e l’uso illegittimo della forza da parte dell’esercito israeliano, purtroppo con scarso risultato.
Secondo i dati forniti da B’tselem, dall’inizio della seconda Intifada (29.9.2000) al 30 giugno di quest’anno, su 3.185 Palestinesi uccisi nei Territori occupati (di cui 645 minori di 18 anni) almeno 1.722 erano civili disarmati e che non stavano in alcun modo partecipando a dei combattimenti: si tratta del 54% del totale!
Queste cifre impressionanti mostrano come Israele abbia violato e violi continuamente le norme del diritto internazionale e del diritto umanitario, con riguardo all’uso indiscriminato della forza, all’utilizzo di armamenti pesanti in centri densamente abitati, al mancato rispetto del principio di proporzionalità nella risposta agli attacchi, all’utilizzo di armamenti proibiti, alle sparatorie indiscriminate.
A questo si aggiunga che, in quasi nessun caso, le inchieste promosse dall’Idf hanno mai portato all’incriminazione di soldati israeliani per l’uccisione illegale o il ferimento di civili palestinesi, nemmeno nei casi più eclatanti, creando all’interno dei ranghi di Tsahal un clima di sostanziale impunità e autorizzando, di fatto, dei veri e propri assassinii “legalizzati” ovvero un “terrorismo di Stato”, se si preferisce.
Secondo Human Rights Watch, che sull’argomento ha pubblicato un circostanziato report (“Promoting Impunity: The Israeli Military’s Failure to Investigate Wrongdoing”, disponibile su http://hrw.org/reports/2005/iopt0605), a fronte degli oltre 1.722 civili palestinesi innocenti uccisi da Tsahal (e delle altre diverse migliaia feriti più o meno gravemente), si sono avute soltanto 19 incriminazioni e “ben” 6 (sei!) condanne: di queste la più grave è stata una condanna alla detenzione per 20 mesi, ma in tutti gli altri casi – come ha notato Hrw – le pene sono state meno severe di quelle, per fare un esempio, comminate agli obiettori di coscienza.
E, siccome al peggio non c’è mai fine, a fine luglio si è avuta notizia che un ufficiale dell’esercito israeliano – pur “biasimato” per il suo coinvolgimento nell’uccisione di un giovane palestinese a Rafah – è stato promosso dal Capo di Stato Maggiore Dan Halutz.
Più precisamente, il tenente colonnello Adam Zussman, comandante di battaglione, è stato promosso a comandante di brigata ed assegnato al Comando meridionale, con il grado di colonnello.
Due anni fa Zussman autorizzò una compagnia, che si trovava in marcia nei pressi dell’insediamento colonico di Morag, ad aprire un fuoco di “deterrenza” in direzione delle vicine case palestinesi, provocando la morte di un 15enne palestinese.
L’incidente provocò severe critiche nei confronti dell’esercito israeliano, dato che, va specificato, questo fuoco di “deterrenza” consisteva in centinaia di colpi sparati a casaccio e indiscriminatamente contro abitazioni civili, e la relativa inchiesta interna all’Idf ha portato all’incriminazione di Zussman per uso illegale di armi.
E la pena? E’ stata resa nota due settimane fa, una severa “reprimenda” a cui la Corte, tuttavia, si è premurata di aggiungere una raccomandazione a non bloccare la promozione del colpevole!
Muore un adolescente palestinese, il comandante delle truppe è accusato di uso illegale delle armi e il risultato è un buffetto sulla guancia, tutto a posto, non farlo più, ma ti promuoviamo lo stesso?!
A questo punto ci aspettiamo, per equità, che venga al più presto promosso anche il capitano dell’Idf che, il 5 ottobre del 2004, liquidò con un colpo alla testa la 13enne Imam al-Hams, ferita nei pressi dell’avamposto di Girit mentre andava a scuola e stesa immobile in terra.
E il quasi leggendario valore e la “forza morale” dell’esercito israeliano? Bé, si vede che i tempi sono cambiati…

Condividi

3 Commenti:

Alle 11 agosto 2005 alle ore 15:47 , Anonymous Anonimo ha detto...

I russi, in cecenia, fanno poco peggio sulla popolazione civile

 
Alle 14 agosto 2005 alle ore 22:33 , Anonymous Anonimo ha detto...

straordinario: prima dici che dalle inchieste non sono mai usciti dei colpevoli. poi dici che questi sono soltanto sei.

bè che dire. comunque, tanto potresti fornire anche i dati sugli israeliani morti. se non li conosci possiamo approssimare: 98% erano civili.

I palestinesi soffrono, e tanto. Ma lo devono in primo luogo alla gloriosa gestione arafat. Vedere nei palestinesi il popolo sottomesso e negli israeliani i massacratori non solo è una negazione della realtà ma è anche offensivo. offensivo per i civili morti sugli autobus e nei bar.

 
Alle 1 dicembre 2005 alle ore 11:01 , Blogger vichi ha detto...

Per m+:
1) se non sai leggere mica è colpa mia, infatti avevo scritto "quasi in nessun caso", e non mi pare peraltro un gran che lo 0,35% di condanne rispetto al totale dei casi di uccisione illegale di civili palestinesi;
2) i dati cui fai riferimento sono pubblici, eppure tu neanche controlli e ti limiti a fare becera propaganda; e allora te lo dico io che il 29,8% di morti israeliani erano soldati dell'esercito d'occupazione;
3) è una "negazione della realtà" ricordare che non sono i Palestinesi ad occupare Israele ma è il contrario?
Ed è una negazione della realtà ricordare che il rapporto tra morti palestinesi ed israeliani è di 3,5 ad 1, quello dei feriti è di 7,82 ad 1?
Ma per favore!

 

Posta un commento

Iscriviti a Commenti sul post [Atom]

<< Home page