Le comuni radici giudaico-cristiane.
Giovedì scorso, nella cittadina israeliana di Or Yehuda (Tel Aviv), un gruppo di ragazzi ha dato alle fiamme decine di testi sacri cristiani … ecco come è andata.
Dopo aver saputo che in un quartiere della sua città alcuni missionari avevano distribuito “propaganda sacra”, il vice-sindaco di Or Yehuda, un ebreo ortodosso sefardita di nome Uzi Aharon, ha invitato gli allievi di una scuola rabbinica a sequestrare casa per casa i libri “sacrileghi”.
Tra questi, figuravano testi del Vecchio e del Nuovo Testamento e pubblicazioni in ebraico a sostegno della dottrina di Gesù che, una volta raccolti, sono stati bruciati tutti assieme in uno spiazzo nei pressi della sinagoga.
E’ stato il quotidiano Ma’ariv a denunciare con più virulenza la vicenda, pubblicando una foto del vice sindaco con in mano un Vangelo di fronte alle ceneri fumanti.
Uzi Aharon si è difeso così: “… Quei testi cristiani hanno leso i nostri sentimenti religiosi. Secondo la nostra ortodossia, un libro che incita contro gli ebrei può essere arso. Se c’è motivo di scandalo, esso scaturisce dalle attività dei missionari cristiani, che bruciano le anime di fedeli ebrei”.
I testi della “propaganda” sarebbero stati distribuiti nelle case dagli “Ebrei messianici”, un gruppo religioso che conta in Israele circa 10.000 adepti e che, pur osservando i riti ebraici, crede negli insegnamenti di Gesù. I loro più strenui nemici sono i membri dell’organizzazione ultra-ortodossa Yad Le’Achim, secondo i quali le attività dei missionari trascinano ogni giorno centinaia di persone dall’ebraismo al cristianesimo.
In molti hanno condannato il rogo di Or Yehuda, evocando gli eventi del 10 maggio 1933 nella Piazza dell’Opera di Berlino, la Bebelplatz, dove i nazisti bruciarono migliaia di libri.
C’è anche chi ha citato le profetiche parole di Heinrich Heine, poeta ottocentesco tedesco ed ebreo. Scrisse Heine che “quando si arriva a bruciare libri, poi si bruciano anche esseri umani”.
Al momento nessun esponente di governo o personalità rabbinica ha inteso accusare i responsabili dell’accaduto; degna di nota la dichiarazione di Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, secondo cui, se da un lato bisogna mostrare “rispetto” per i testi cristiani, dall’altro bisogna effettivamente sbarrare la strada alle attività missionarie in Israele.
Anche questo rientra nel preteso diritto alla “ebraicità” dello Stato di Israele?
(fonte: La Repubblica, 21 maggio 2008)
Dopo aver saputo che in un quartiere della sua città alcuni missionari avevano distribuito “propaganda sacra”, il vice-sindaco di Or Yehuda, un ebreo ortodosso sefardita di nome Uzi Aharon, ha invitato gli allievi di una scuola rabbinica a sequestrare casa per casa i libri “sacrileghi”.
Tra questi, figuravano testi del Vecchio e del Nuovo Testamento e pubblicazioni in ebraico a sostegno della dottrina di Gesù che, una volta raccolti, sono stati bruciati tutti assieme in uno spiazzo nei pressi della sinagoga.
E’ stato il quotidiano Ma’ariv a denunciare con più virulenza la vicenda, pubblicando una foto del vice sindaco con in mano un Vangelo di fronte alle ceneri fumanti.
Uzi Aharon si è difeso così: “… Quei testi cristiani hanno leso i nostri sentimenti religiosi. Secondo la nostra ortodossia, un libro che incita contro gli ebrei può essere arso. Se c’è motivo di scandalo, esso scaturisce dalle attività dei missionari cristiani, che bruciano le anime di fedeli ebrei”.
I testi della “propaganda” sarebbero stati distribuiti nelle case dagli “Ebrei messianici”, un gruppo religioso che conta in Israele circa 10.000 adepti e che, pur osservando i riti ebraici, crede negli insegnamenti di Gesù. I loro più strenui nemici sono i membri dell’organizzazione ultra-ortodossa Yad Le’Achim, secondo i quali le attività dei missionari trascinano ogni giorno centinaia di persone dall’ebraismo al cristianesimo.
In molti hanno condannato il rogo di Or Yehuda, evocando gli eventi del 10 maggio 1933 nella Piazza dell’Opera di Berlino, la Bebelplatz, dove i nazisti bruciarono migliaia di libri.
C’è anche chi ha citato le profetiche parole di Heinrich Heine, poeta ottocentesco tedesco ed ebreo. Scrisse Heine che “quando si arriva a bruciare libri, poi si bruciano anche esseri umani”.
Al momento nessun esponente di governo o personalità rabbinica ha inteso accusare i responsabili dell’accaduto; degna di nota la dichiarazione di Efraim Zuroff, direttore del Centro Wiesenthal di Gerusalemme, secondo cui, se da un lato bisogna mostrare “rispetto” per i testi cristiani, dall’altro bisogna effettivamente sbarrare la strada alle attività missionarie in Israele.
Anche questo rientra nel preteso diritto alla “ebraicità” dello Stato di Israele?
(fonte: La Repubblica, 21 maggio 2008)
Etichette: cristianesimo, ebraismo, Israele, Or Yehuda, Uzi Aharon
8 Commenti:
Bhe Israele ti sembrerà strano è uno stato laico.
Comunque complimenti per la ricostruzione fantasiosa, bastava prendere l'articolo originale e tradurlo, ma si sa la verità non sempre piace.
Cosa speri di far indignare qualcuno perchè un sindaco di una citta di 1000 abitanti compra dei libri e li brucia?
Per altro potevi visto la tua NON onestà intellettuale fare un parallelismo tra i libri cristiani ed il cristo magari ricordando che gli ebrei sono deicidi.
In tutti i casi se Tizio compra dei libri e ripeto compra e li legge e/o li brucia non vedo dove sia il problema, sul serio non lo capisco.
Differente nel 33 quando le librerie venivano invase ed i libri bruciati.
Certo per gente come te è un'opportunità ghiotta
1 articolo riportato da Haaretz
http://www.haaretz.com/hasen/spages/985362.html
2 articolo riportato dal jerusalemposthttp://www.jpost.com/servlet/Satellite?pagename=JPost/JPArticle/ShowFull&cid=1211288128832
video di Hebron: il fanatismo acceca
http://www.youtube.com/watch?v=GSAvaYY-y7Q&eurl=http://www.libertyforum.org/showflat.php?Cat=&Board=news_news&Number=296244628
Ciao Palestina News
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Grazie ad anonimo per i link, avevo letto l'articolo del Jpost, non quello di ha'aretz.
A Sir Percy vorrei far notare:
1) i libri non sono stati "comprati" ma raccolti casa per casa;
2) a me non sta per niente bene che un libro (anzi, centinaia di libri) vengano bruciati, in specie se si tratta di copie dei Vangeli o di altri libri sacri della cristianità;
3) a parti inverse, e cioè se fossero stati bruciati o distrutti libri o simboli dell'ebraismo, staremmo qui a gridare al più esecrabile antisemitismo.
4) il parallelo con il 1933 è stato fatto da Israeliani, non da me, a volte la vis polemica ti acceca e ti fa sostenere posizioni davvero indifendibili.
Per il resto, la predicazione di altre religioni non è ben vista in Israele, e né le autorità statali né i rabbini hanno condannato questo gesto o altri precedenti.
Due mesi fa, il figlio di un membro del gruppo degli "Ebrei messianici" è rimasto gravemente ferito da un pacco bomba lasciato davanti alla sua casa ad Ariel.
Israele sarà pure uno stato laico, ma è uno stato laico intollerante e razzista.
A parte che chiamare laico uno stato che si autodefinisce in termini della sua "ebraicità" mi sembra proprio un ossimoro.
http://www.haaretz.com/hasen/spages/986787.html
articolo molto interessante che punta il dito sul ruolo del sach, sulla persecuzione violenta verso gli ebrei messianici, verso l'indifferenza del governo e la pericolosità dell'indifferenza
sintetizzato nel mio blog
Ciao
Giro la segnalazione di arial a Sir Percy, che ne faccia buon uso e ci mediti su.
E' certamente un brutto segnale l'indifferenza verso la persecuzione e le violenze rivolte contro gli Ebrei messianici, ed è un brutto segnale l'inerzia e il silenzio delle autorità israeliane sull'allegro falò di Or Yehuda.
Ed è un brutto, anzi pessimo, segnale vedere che qui in Italia c'è gente disposta a giustificare qualsiasi atto criminoso ed esecrabile sol perchè avvenuto in Israele e/o ad opera di Israeliani (rectius, di ebrei...).
Basta leggere il commento di Deborah Fait sulla vicenda...
La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu
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