Anche quando muore un amico e una grande persona, c'è qualcuno che non riesce a lasciar spazio alla pietà, o almeno a un rispettoso silenzio.
Vittorio non stava a Gaza per difendere i "barbari", ma i suoi fratelli, esseri umani. Aveva eletto la Striscia a sua seconda casa, e lì combatteva la sua "guerra", assolutamente pacifica, per la pace e la giustizia.
Vittorio scortava i contadini che entrano ogni giorno nella buffer-zone rischiando la vita per i colpi dei cecchini israeliani pur di coltivare la propria terra.
Vittorio, durante "Piombo Fuso", scortava i medici e i paramedici palestinesi fatti oggetto del fuoco dei criminali israeliani mentre andavano a soccorrere i feriti e a recuperare i corpi dei morti.
Vittorio accompagnava i pescatori nel loro tentativo di portare a casa qualcosa da mangiare, sfidando l'illegittimo blocco navanle della marina israeliana.
Vittorio è stato ucciso come pare dai fanatici di un gruppo salafita, ma non dimentico che tempo addietro i promotori altrettanto fanatici del sito "stop the ism" lo avevano indicato come bersaglio DA UCCIDERE!
E, infine, dobbiamo renderci conto che il fanatismo, la rabbia, l'assassinio regnano, a Gaza ma non solo, a causa dell'isolamento, dell'assedio, dei continui raid, della pluridecennale occupazione.
Solo l'apertura, il progresso, un accordo di pace equo e su tutti i punti in questione può assicurare alla regione pace, prosperità e progresso.
Perchè più nessuno debba morire...
Almeno per una volta, lasciateci in pace a piangere il nostro amico e fratello Vittorio.
Non c'è pietà nè silenzio per chi difende e collabora con i terroristi di scuolabus. C'è solo tanta indifferenza che tiene conto di una situazione paradossale.
5 Commenti:
Quien lo mato?
El "enemigo sionista" o tus iluminados hermanos palestinos?
Que exigian?
Liberar Gaza? Liberar prisioneros en la entidad sionista?
Pateticos
Ucciso dai barbari che egli stesso difendeva...non si può morire così!
complimenti, palestina!
Anche quando muore un amico e una grande persona, c'è qualcuno che non riesce a lasciar spazio alla pietà, o almeno a un rispettoso silenzio.
Vittorio non stava a Gaza per difendere i "barbari", ma i suoi fratelli, esseri umani. Aveva eletto la Striscia a sua seconda casa, e lì combatteva la sua "guerra", assolutamente pacifica, per la pace e la giustizia.
Vittorio scortava i contadini che entrano ogni giorno nella buffer-zone rischiando la vita per i colpi dei cecchini israeliani pur di coltivare la propria terra.
Vittorio, durante "Piombo Fuso", scortava i medici e i paramedici palestinesi fatti oggetto del fuoco dei criminali israeliani mentre andavano a soccorrere i feriti e a recuperare i corpi dei morti.
Vittorio accompagnava i pescatori nel loro tentativo di portare a casa qualcosa da mangiare, sfidando l'illegittimo blocco navanle della marina israeliana.
Vittorio è stato ucciso come pare dai fanatici di un gruppo salafita, ma non dimentico che tempo addietro i promotori altrettanto fanatici del sito "stop the ism" lo avevano indicato come bersaglio DA UCCIDERE!
E, infine, dobbiamo renderci conto che il fanatismo, la rabbia, l'assassinio regnano, a Gaza ma non solo, a causa dell'isolamento, dell'assedio, dei continui raid, della pluridecennale occupazione.
Solo l'apertura, il progresso, un accordo di pace equo e su tutti i punti in questione può assicurare alla regione pace, prosperità e progresso.
Perchè più nessuno debba morire...
Almeno per una volta, lasciateci in pace a piangere il nostro amico e fratello Vittorio.
Non c'è pietà nè silenzio per chi difende e collabora con i terroristi di scuolabus. C'è solo tanta indifferenza che tiene conto di una situazione paradossale.
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