Fermiamo il massacro dei bambini palestinesi!
L'opinione pubblica è rimasta giustamente scossa dal terribile eccidio di Beslan, nell'Ossezia del nord, e dalla morte di centinaia di bambini orrendamente massacrati durante quella che doveva essere la festa del primo giorno di scuola.
Rischia, tuttavia, di passare sotto silenzio un altro massacro, più lento e silenzioso ma continuo ed altrettanto terribile, quello dei bambini palestinesi ad opera dell'esercito israeliano.
Basta dare uno sguardo agli eventi degli ultimi giorni nei Territori occupati per rendersi conto di questa tragica realtà.
Il 17 agosto, a Nablus, Khaled Alousta, di anni 10, viene ucciso sulla porta di casa dai paracadutisti israeliani che, nel tentativo di disperdere un gruppo di ragazzini che tiravano pietre, si mettevano a sparare ad altezza d'uomo; nel corso dell'eroica azione, altri dieci giovani Palestinesi venivano feriti, uno gravemente.
Il 31 agosto, a Rafah, Mazem al Agah, di anni 14, viene ucciso dal fuoco proveniente da un tank di Tsahal; un'ambulanza che cercava di soccorrerlo viene fatta oggetto di colpi d'arma da fuoco ed è costretta ad allontanarsi.
Il 7 settembre, a Khan Yunis, Raghda Adnan al-Assar, di anni 10, viene ferita alla testa da un colpo di fucile sparato dall'insediamento di Neve Dekalim, mentre era seduta nel suo banco a scuola.
Il 9 settembre, a Jabalya, Munir Dages, di anni 9, viene ucciso durante un raid dell'esercito israeliano, mentre cercava di rientrare in casa del nonno.
Sempre il 9 settembre, a Ramallah, Mohammed Jad al-Haq, di anni 16, viene investito e ucciso da una jeep dell'esercito israeliano, che passa per due volte sul corpo del giovane; la "manovra" viene filmata da un cameraman di al Jazeera.
Ancora stamattina l'esercito israeliano, nel corso di un'azione a Jenin che ha portato all'uccisione di Mahmoud Abu Halifa e di altri due militanti delle Brigate al Aqsa, ha provocato il ferimento di tre bambini palestinesi che erano ai margini della strada dove è avvenuto l'assassinio "mirato".
In un precedente tentativo fallito di uccidere Halifa, avvenuto il 30 agosto, un altro missile lanciato da un elicottero israeliano aveva provocato il ferimento di una bambina di otto anni.
A partire dall'inizio della seconda Intifada ad oggi, i Palestinesi minori di 18 anni uccisi dagli israeliani ammontano a circa 600, ma questo numero pare destinato a salire rapidamente.
Bisogna fermare questo massacro di bambini, si tratta di un problema ineludibile, e forse il tempo è ormai maturo per ipotizzare sanzioni economiche e forme di boicottaggio nei confronti di Israele, e ognuno di noi, per quanto possibile, deve fare la sua parte in questo senso.
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