18 agosto 2005

Ritorna il terrorismo ebraico.

Mentre le prime pagine dei giornali e i vari notiziari televisivi sono prodighi di immagini e notizie relative al “doloroso sacrificio” del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, a sole due settimane dall’eccidio di Shfaram – in cui un ebreo estremista ha ucciso su un autobus quattro arabi e ne ha feriti altri dodici – il terrorismo ebraico (o meglio di matrice “colonica”) torna a colpire in maniera barbara e sanguinosa.
Ieri pomeriggio, infatti, vicino all’insediamento di Shiloh, nel nord della Cisgiordania, Asher Weisgann – un colono 38enne proveniente dal vicino insediamento di Shvut Rahel – ha rubato la pistola ad una guardia di un complesso industriale e ha sparato contro un gruppo di Palestinesi uccidendone quattro e ferendone altri due, di cui uno in maniera grave.
I morti, tutti operai che lavoravano nel complesso industriale di Shiloh, erano il 48enne Mohammed Mansour e il 30enne Bassam Tauase, 30, entrambi di Nablus; Halil Salah, 42 anni, di Qalqilyah e Osama Moussa Tawafsha, 33 anni, proveniente dal villaggio di Sanjil, vicino Ramallah.
Bisogna dire che la pratica del terrorismo è ben nota agli ebrei, che ne avevano fatto largo uso nel periodo precedente al sorgere di Israele a danno degli inglesi e delle popolazioni arabe locali; le formazioni paramilitari israeliane in quel periodo, peraltro, non erano aliene dall’usare metodi stragisti di tipo algerino, come ad esempio in occasione dell’eccidio di Deir Yassin.
In questi anni, tuttavia, il monopolio della violenza contro i civili palestinesi era passato all’esercito israeliano, con le sue incursioni di mezzi pesanti in centri densamente abitati, i suoi assassinii “mirati” che regolarmente coinvolgevano civili innocenti, l’uso di armi illegali quali, ad esempio, le granate a “flechettes”, e così via: basterà qui ricordare che, secondo l’organizzazione B’tselem, dall’inizio della seconda Intifada (29.9.2000) al 30 giugno di quest’anno, su 3.185 Palestinesi uccisi nei Territori occupati (di cui 645 minori di 18 anni) almeno 1.722 erano civili disarmati e che non avevano combattuto e non stavano combattendo in alcun modo: si tratta del 54% del totale dei morti, un numero tale da configurare un vero e proprio “terrorismo di Stato”.
I coloni, nel frattempo, protetti dallo scudo dei valorosi soldati di Tsahal, si limitavano a scorrerie di vario tipo a danno dei Palestinesi dei Territori occupati, danneggiamenti vari, devastazioni di uliveti e frutteti, uccisioni di bestiame, anche se occasionalmente non disdegnavano di far fuori qualche “fratello” arabo (37 civili assassinati fino al 30 luglio 2005).
Adesso, però, che i coloni non sembrano più “intoccabili”, adesso che il mito di Eretz Israel sembra andare definitivamente in soffitta, adesso che il ritiro degli israeliani da Gaza sembra prefigurare un sia pur timido passo in avanti verso la pace, ecco che rispunta il terrorismo ebraico, che trova il suo alimento ed il suo humus, ancora una volta, nella destra religiosa e messianica (e razzista) e nell’ambito degli insediamenti colonici.
Un colono del West Bank è Asher Weisgann, l’assassino di Shiloh, un colono di Tapuah era Eden Natan Zada, l’assassino di Shfaram, un estremista religioso che aveva studiato nella locale scuola talmudica (yeshiva), un colono era Baruch Goldstein, che nel 1994 trucidò 29 Palestinesi nella Grotta dei Patriarchi nel tentativo di sabotare gli accordi di pace di Oslo.
Prima che iniziasse il “disengagement plan” da Gaza, Israele aveva più volte ammonito i Palestinesi che il ritiro si sarebbe fermato in caso di attacchi delle milizie, e che l’esercito israeliano avrebbe risposto duramente ad ogni azione terroristica palestinese; adesso, con colpevole ritardo, ci si accorge che il vero pericolo ed il vero terrorismo nasce dagli ambienti dell’estrema destra israeliana, ed ancora adesso si stenta a prendere i provvedimenti conseguenti.
A parti inverse – se cioè un Palestinese avesse ucciso quattro israeliani e ne avesse ferito altri due – cosa sarebbe successo?
Facile rispondere: come sempre è avvenuto, infatti, Tsahal avrebbe prima di tutto raso al suolo la casa dell’attentatore (e pazienza se genitori, fratelli, parenti che vi abitavano restavano senza un tetto…), poi avrebbe imposto chiusure, posti di blocco e coprifuoco, ed infine avrebbe messo in atto qualche bell’assassinio “mirato” (con il contorno dell’uccisione di civili innocenti).
La risposta palestinese all’attentato di Shiloh, viceversa, è stata esemplare ed ammirevole: Abu Mazen ha invitato alla moderazione, Saeb Erekat ha chiesto alla giustizia israeliana di punire il colpevole in maniera esemplare, persino un portavoce di Hamas, Sheikh Hassan Yusef, ha assicurato che il movimento palestinese continuerà ad astenersi da qualsiasi azione contro Israele.
Adesso è tempo che anche il governo israeliano si assuma le proprie responsabilità e blocchi sul nascere questa pericolosa deriva terroristica di matrice colonica, confiscando le armi ai settlers (che ne dispongono in gran quantità), smantellando le infrastrutture terroristiche ebraiche al di qua e al di là della green line, compiendo arresti preventivi negli insediamenti più estremisti e ideologizzati, eventualmente imponendo coprifuoco nelle aree da cui provengono gli attentatori: è quello che chiedono, peraltro, alcuni parlamentari della Knesset come Ephraim Sneh o Avshalom Vilan.
Adesso è tempo di vedere chi vuole davvero la pace tra Israeliani e Palestinesi.

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5 Commenti:

Alle 18 agosto 2005 alle ore 14:19 , Anonymous Anonimo ha detto...

Finalmente ho trovato qualcuno che pensa che anche gli ebrei siano artefici di atti di terrorismo ... ti seguiro' .. a presto

 
Alle 30 novembre 2005 alle ore 18:31 , Anonymous Anonimo ha detto...

Qualcuno mi può spiegare perche in Israele vivono 1.500.000 arabi con gli stessi diritti degli israeliani mentre gli ebrei non possono vivere in terra araba e se ci vivono rischiano davvero la pelle??
Beh, diciamo che non è cosi facile rapportarsi con la cultura araba ( ne sappiamo qualcosa anche noi italiani) d'altra parte chi vorrebe i vicini che ha Israele (Siria, Iran, Libano ecc. ecc.)??

 
Alle 1 dicembre 2005 alle ore 10:46 , Blogger vichi ha detto...

Per anonimo:
1) vaglielo a dire ad un arabo israeliano che ha gli stessi diritti di un ebreo!
2) se per "ebrei che vivono in terra araba" intendi i coloni, vorrei ricordarti che gli insediamenti colonici sono illegali, che la loro costruzione ed espansione comporta il furto della terra palestinese, che i coloni possono usare strade riservate a loro soli, che questa bella gente spesso si diletta in raid mirati a distruggere le proprietà e le coltivazioni della popolazione locale;
3) se proprio la vogliamo dire tutta, io l'unico "vicino" che non vorrei è proprio Israele, c'è il pericolo fondato che mi entri in casa e mi cacci via a calci nel sedere!
E' molto difficile, peraltro, rapportarsi con gente come i prodi soldatini di Tsahal, che appena fai biz ti cacciano una pallottola in fronte!
Un caro saluto,
Vichi

 
Alle 5 maggio 2007 alle ore 10:15 , Anonymous Anonimo ha detto...

te sei un esagitato poco informato, ti converrebbe andare a vivere sei mesi in israele (se ti ci vogliono) e smettere di raccontare menzogne senza neanche un briciolo di riscontro. gli arabi israeliani hanno pieni diritti in israele, infatti hanno moschee, possono votare e hanno un partito che li rappresenta alla knesset e deputati regolarmente eletti. ciao a te e alla tua volgare propaganda antisionista (o antisemita?)

 
Alle 29 dicembre 2008 alle ore 17:44 , Anonymous Anonimo ha detto...

da Anonimo2 ad Anonimo: vuole sapere perchè 1500000 arabi vivono in Israele pur senza avere gli stessi diritti degli ebrei? semplice e non lo dico io ma la storia : xché semplicemente sono quei pochi che non sono stati cacciati dalla loro terra come gli altri 10.000.000 bombardati e truccidati dal terrorismo americo-israeliano sionista.
puntualizzo "senza" perché egreggio Anonimo lei non lo sa ma se lei digita il nome Israele da qualche parte o se lo cerca su un libro geografico troverà la descrizione di "STATO EBRAICO" quindi come veramente sia l'ebraico ed il "gentile" non hanno gli stessi diritti, e per dirle una, visto che lei è mal informato, ad un cittadino arabo non è permesso di acquistare nessun bene immobile in Israele, lo vieta la costituzione filo sionista perchè il talmud riferisce tutto quello che riguarda la vita sociale ebraica. quindi è uno stato razzista dove e la razza che costituisce lo stato.
Si informi meglio sulla massoneria di organizzazione mondiale che controlla nel 99% degli stati del mondo dalla Politica, all'Economia ed ai mezzi di Informazione, ossia tutto, persino i traffici di droga e di armi nel mondo. lei non si è mai chiesto il perchè??

si ricordi anche che nessuno è santo, ma c'è che nel mondo ha obiettivi di distruzione e di terrorismo come la massoneria in alto citata e che vuole viviere in pace nei "propri" e "legittimi" territori come i Palestinesi.
si chieda perchè l'obbiettivo quotidiano di un terrorista a Washington è quello di fare guerra all'Iraq, Siria,Sudan, Iran, invece di andare in Congo o in Ruanda o in Cecenia o in Corea o in Tibet dove sono i popoli a chiedere l'intervento dell'occidente?? lei mi sa rispondere a questa domanda? e non mi dica solamente perchè c'è Petrolio, non regge.
In fatto a noi Italiani le ricordo che in Libia abbiamo fatto solo massacro di gente innocente, guidati da uno squilibrato e carnefice dittatore di nome Mussolini quindi cosa che ne sappiamo noi Italiani ed in piu abbiamo fatto piu disstri noi negli altri stati con La Mafia che gli arabi con l'11 settembre.
Non conosco questo signor VIchi ma mi creda sembra uno dei pochi che ragiona col proprio cervello e non teleguidato come lei e miliardi di cittadini nel mondo da mezzi di informazione massonici

 

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