Gli ipocriti appelli per la pace in Palestina.
Fino a ieri mattina, l’offensiva dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza denominata “Nubi d’autunno” (che fa seguito alle “Piogge estive”, che fantasia questi assassini!) aveva fatto ben 45 morti (ma già oggi, secondo Ha'aretz, i morti sono saliti a 62), di cui almeno 27 civili disarmati e, tra questi, due donne e dieci bambini; in aggiunta, almeno 184 Palestinesi sono rimasti feriti, tra cui 46 donne e 50 bambini.
Un massacro di questa portata – se fosse stato compiuto da soldati diversi dai macellai ebrei in divisa – avrebbe senz’altro provocato vibrate proteste e denunce da parte della comunità internazionale.
Trattandosi di Israele, invece, il bagno di sangue di Beit Hanoun e dintorni ha suscitato delle reazioni incredibilmente blande ed ipocrite, se non al limite della giustificazione, ma a tutto questo, alla ferocia dei lanzichenecchi di Tsahal e alla totale impunità di Israele, siamo ormai purtroppo abituati.
Certamente non può sorprendere la posizione dell’Amministrazione Bush, tra criminali ci si comprende benissimo; così il portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack, ha potuto tranquillamente dichiarare che la colpa di quanto sta accadendo ricade in primo luogo sui Palestinesi stessi, a causa dei “continui attacchi ad Israele dalle aeree controllate dall’Autorità Palestinese”: dunque si lascino massacrare senza lamentarsi!
Sorprende molto più, e dispiace, la posizione dell’Unione europea per voce della Presidenza di turno finlandese (ma dichiarazioni ufficiali del medesimo tenore sono state rilasciate anche da singoli Paesi della Ue), dove si riconosce il diritto di Israele a difendersi, “anche se ciò non giustifica l’uso sproporzionato della violenza o le azioni contrarie al diritto umanitario internazionale”, e si richiama la leadership palestinese a “porre fine alle attività terroristiche, incluso il lancio di razzi sul territorio israeliano”.
C’è davvero da rimanere sbigottiti!
Vi è un Paese che manda il proprio esercito di assassini super-armati a porre sotto stato d’assedio una cittadina di 30.000 abitanti, concedendo solo un paio d’ore ai civili per rifornirsi di cibo e di acqua, a compiere arresti di massa assolutamente ingiustificati, a trucidare decine di persone innocenti, compresi donne e bambini, e anziché chiedere ad Israele di ritirare subito i suoi macellai e imporre sanzioni internazionali a questo Stato fuorilegge, si chiede all’Anp di “porre fine alle attività terroristiche”?
Come possono mettersi minimamente a confronto il lancio di pochi razzi artigianali con i raid aerei, i bombardamenti indiscriminati e le azioni terrestri di Tsahal?
Al proposito, basterà ricordare i dati presentati dal Commissario generale dell’UNRWA, Karen Koning Abuzayd, all’ultima riunione del Quarto Comitato dell’Onu, secondo cui – nel periodo compreso tra il mese di luglio e la fine di settembre – la Striscia di Gaza ha sostenuto ben 5.300 colpi d’artiglieria e oltre 290 raid aerei, contro 424 razzi Qassam sparati contro Israele, razzi che, giova ricordare, non hanno provocato alcuna vittima.
Ma in quale pianeta vivono tutti costoro? Come si può essere determinato un così diabolico ribaltamento della realtà per cui i civili innocenti non solo non vengono difesi, ma sono persino rimproverati per essere causa della loro stessa disgrazia?
Persino il Papa, durante l’Angelus, ha fatto cenno alla tragedia palestinese, ma con parole insopportabilmente generiche ed “equidistanti”, esprimendo “la propria vicinanza alle popolazioni civili che soffrono le conseguenze degli atti di violenza” e chiamando Israeliani e Palestinesi alla “ripresa di un negoziato diretto, serio e concreto”.
Ma che parole sono queste? Quali sono le “popolazioni civili” che soffrono?
Perché nemmeno il Papa non può o non vuole chiamare le cose con il loro nome, e condannare con fermezza i crimini di Israele e del suo esercito di infami?
Perché parlare genericamente di “popolazioni civili” quando a morire sono solo i Palestinesi, donne, scolaretti, ragazzine, infermieri, anziani, civili innocenti e indifesi, eroici militanti male armati chiamati a difendere la propria terra e a morire davanti ad uno degli eserciti meglio armati del mondo?
E come dimenticare che sono proprio Israele ed il suo premier Olmert a rifiutare ogni dialogo con i Palestinesi, con la solita scusa che non vi è un “partner” con cui discutere di pace?
Certo che non esiste un partner che sappia parlare di pace, ma in campo israeliano, dove prevalgono i predoni e gli assassini!
In casa nostra, invece, sulla tragedia del popolo palestinese è calato un silenzio di tomba.
E’ ben noto a tutti che nell’eterogenea coalizione di centro-sinistra che sostiene Prodi vi sono forze politiche non irrilevanti che continuano a sostenere e ad appoggiare Israele, ed alcuni non si sa bene come riescano a conciliare la propria ispirazione cattolica con i massacri perpetrati da questo Paese “amico”.
Ma come è possibile che si sia passati dalla proposta di D’Alema, sia pure estemporanea, di inviare anche a Gaza una forza di interposizione Onu al nulla più assoluto?
Eppure le azioni possibili e le pressioni attuabili vi sono, eccome.
Esiste un trattato commerciale tra la Ue e Israele, che impegna le parti contraenti – in base a quanto disposto dall’articolo 2 - al “rispetto dei diritti umani … cui si ispira la loro politica interna ed internazionale e che costituisce elemento essenziale dell’accordo”: si potrebbe cominciare con il denunciare tale trattato, per manifesta violazione del citato articolo 2.
Esiste, soprattutto, un accordo militare tra Italia ed Israele che rende il nostro Paese, di fatto, complice di uno potenza occupante barbara e spietata, in spregio al ripudio generale della guerra che pure informa la nostra Costituzione: si potrebbe cominciare con il denunciare tale accordo.
Abbiamo bisogno di vedere fatti concreti, abbiamo bisogno di vedere all’opera quei tanti deputati della sinistra che pure, a parole, si dichiarano a fianco del popolo palestinese e della sua lotta di liberazione.
Gli equilibrismi dialettici e gli appelli alla pace generici e, per ciò stesso, ipocriti, lasciamoli pure al Papa.
Un massacro di questa portata – se fosse stato compiuto da soldati diversi dai macellai ebrei in divisa – avrebbe senz’altro provocato vibrate proteste e denunce da parte della comunità internazionale.
Trattandosi di Israele, invece, il bagno di sangue di Beit Hanoun e dintorni ha suscitato delle reazioni incredibilmente blande ed ipocrite, se non al limite della giustificazione, ma a tutto questo, alla ferocia dei lanzichenecchi di Tsahal e alla totale impunità di Israele, siamo ormai purtroppo abituati.
Certamente non può sorprendere la posizione dell’Amministrazione Bush, tra criminali ci si comprende benissimo; così il portavoce del Dipartimento di Stato, Sean McCormack, ha potuto tranquillamente dichiarare che la colpa di quanto sta accadendo ricade in primo luogo sui Palestinesi stessi, a causa dei “continui attacchi ad Israele dalle aeree controllate dall’Autorità Palestinese”: dunque si lascino massacrare senza lamentarsi!
Sorprende molto più, e dispiace, la posizione dell’Unione europea per voce della Presidenza di turno finlandese (ma dichiarazioni ufficiali del medesimo tenore sono state rilasciate anche da singoli Paesi della Ue), dove si riconosce il diritto di Israele a difendersi, “anche se ciò non giustifica l’uso sproporzionato della violenza o le azioni contrarie al diritto umanitario internazionale”, e si richiama la leadership palestinese a “porre fine alle attività terroristiche, incluso il lancio di razzi sul territorio israeliano”.
C’è davvero da rimanere sbigottiti!
Vi è un Paese che manda il proprio esercito di assassini super-armati a porre sotto stato d’assedio una cittadina di 30.000 abitanti, concedendo solo un paio d’ore ai civili per rifornirsi di cibo e di acqua, a compiere arresti di massa assolutamente ingiustificati, a trucidare decine di persone innocenti, compresi donne e bambini, e anziché chiedere ad Israele di ritirare subito i suoi macellai e imporre sanzioni internazionali a questo Stato fuorilegge, si chiede all’Anp di “porre fine alle attività terroristiche”?
Come possono mettersi minimamente a confronto il lancio di pochi razzi artigianali con i raid aerei, i bombardamenti indiscriminati e le azioni terrestri di Tsahal?
Al proposito, basterà ricordare i dati presentati dal Commissario generale dell’UNRWA, Karen Koning Abuzayd, all’ultima riunione del Quarto Comitato dell’Onu, secondo cui – nel periodo compreso tra il mese di luglio e la fine di settembre – la Striscia di Gaza ha sostenuto ben 5.300 colpi d’artiglieria e oltre 290 raid aerei, contro 424 razzi Qassam sparati contro Israele, razzi che, giova ricordare, non hanno provocato alcuna vittima.
Ma in quale pianeta vivono tutti costoro? Come si può essere determinato un così diabolico ribaltamento della realtà per cui i civili innocenti non solo non vengono difesi, ma sono persino rimproverati per essere causa della loro stessa disgrazia?
Persino il Papa, durante l’Angelus, ha fatto cenno alla tragedia palestinese, ma con parole insopportabilmente generiche ed “equidistanti”, esprimendo “la propria vicinanza alle popolazioni civili che soffrono le conseguenze degli atti di violenza” e chiamando Israeliani e Palestinesi alla “ripresa di un negoziato diretto, serio e concreto”.
Ma che parole sono queste? Quali sono le “popolazioni civili” che soffrono?
Perché nemmeno il Papa non può o non vuole chiamare le cose con il loro nome, e condannare con fermezza i crimini di Israele e del suo esercito di infami?
Perché parlare genericamente di “popolazioni civili” quando a morire sono solo i Palestinesi, donne, scolaretti, ragazzine, infermieri, anziani, civili innocenti e indifesi, eroici militanti male armati chiamati a difendere la propria terra e a morire davanti ad uno degli eserciti meglio armati del mondo?
E come dimenticare che sono proprio Israele ed il suo premier Olmert a rifiutare ogni dialogo con i Palestinesi, con la solita scusa che non vi è un “partner” con cui discutere di pace?
Certo che non esiste un partner che sappia parlare di pace, ma in campo israeliano, dove prevalgono i predoni e gli assassini!
In casa nostra, invece, sulla tragedia del popolo palestinese è calato un silenzio di tomba.
E’ ben noto a tutti che nell’eterogenea coalizione di centro-sinistra che sostiene Prodi vi sono forze politiche non irrilevanti che continuano a sostenere e ad appoggiare Israele, ed alcuni non si sa bene come riescano a conciliare la propria ispirazione cattolica con i massacri perpetrati da questo Paese “amico”.
Ma come è possibile che si sia passati dalla proposta di D’Alema, sia pure estemporanea, di inviare anche a Gaza una forza di interposizione Onu al nulla più assoluto?
Eppure le azioni possibili e le pressioni attuabili vi sono, eccome.
Esiste un trattato commerciale tra la Ue e Israele, che impegna le parti contraenti – in base a quanto disposto dall’articolo 2 - al “rispetto dei diritti umani … cui si ispira la loro politica interna ed internazionale e che costituisce elemento essenziale dell’accordo”: si potrebbe cominciare con il denunciare tale trattato, per manifesta violazione del citato articolo 2.
Esiste, soprattutto, un accordo militare tra Italia ed Israele che rende il nostro Paese, di fatto, complice di uno potenza occupante barbara e spietata, in spregio al ripudio generale della guerra che pure informa la nostra Costituzione: si potrebbe cominciare con il denunciare tale accordo.
Abbiamo bisogno di vedere fatti concreti, abbiamo bisogno di vedere all’opera quei tanti deputati della sinistra che pure, a parole, si dichiarano a fianco del popolo palestinese e della sua lotta di liberazione.
Gli equilibrismi dialettici e gli appelli alla pace generici e, per ciò stesso, ipocriti, lasciamoli pure al Papa.
3 Commenti:
C'è da preoccuparsi se si comincia a parlare di "macellai ebrei in divisa", è triste che mai si riesca ad allontanarsi dall'antisemitismo.
In Cecenia, in Russia, in tutta l'Africa quanti sono i macellai? Quanti sono i morti? Quanti ne parlano? Un anno fa una nave italiana ha trucidato più di 50 clandestini, l'ONU è intervenuto? Perché il mondo deve provare odio solo per Israele e per gli Ebrei, al massimo massimo per chi li aiuta, quinndi per gli USA?
Forse la risposta è di natura razzista, non antisemita si badi, ma razzista dall' "altra parte": «Gli israeliani sono "civilizzati"», «Gli Ebrei non sono bestie», ma con ciò si vorrebbe dire che gli Arabi sonobestie??
I crimini di Israele ci sono, è vero, ma anche la bestiola più mite in fin di vita si difende come può. E Israele è in pericolo di vita, e non ostante questo vive nella democrazia, ha un'economia occidentale, un livello di istruzione tra i primi al mondo, ha dato al mondo plotoni di premi Nobel. Perché nessuno loda questo supremo tentativo? Israele ha 6 milioni di abitanti circa, l'Italia, approssimando un po' 60, non entrando nel discorso della densità di popolazione, del territorio israeliano in gran parte desertico Israele ha per nemici miliardi di persone, ed è da loro circondata, è come se l'Italia dovesse combattere con tutti i Paesi del mondo
E' vero, chiaramente, dappertutto nel mondo vi sono soprusi, discriminazioni, violazioni del diritto umanitario, crimini di guerra.
Ma questo è un buon motivo per non parlare delle azioni di Israele e della pluridecennale e illegittima occupazione dei Territori palestinesi?
Oppure l'alternativa deve essere o parlare di tutti oppure di nessuno, ma che modo di ragionare è?
Ovvero, rectius, questo è l'argomento usato di preferenza dai polemisti pro Israele.
Se scegliete di parlar male di Israele lo fate per odio o per pregiudizio antisemita oppure perchè siete "comunisti"...
E poi, scusa, com'è la barzelletta, Israele "in pericolo di vita"?
E chi lo minaccia, forse i Palestinesi?
Vabbé...
Vichi
non si dovrebbero avere due pesi e due misure
male fanno gli isaraeliani a occupare i territori e a scatenare iniziative militari a scopo preventivo di tale natura
male fanno le milizie hezbollah a bombardare a razzi le città di israele
ma si sa bene che i problemi della palestina sono risalenti alla fine del secolo diciannovesimo
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