15 aprile 2010

Ma quanto sono sexy i soldati israeliani!


Sono in forma, abbronzati, sicuri, e trasudano una tale virilità israeliana che è difficile resistere. Queste qualità apparentemente rendono i soldati israeliani una delle attrazioni più richieste per i turisti gay.

Negli ultimi anni, sono stati fatti svariati tentativi per vendere l’immagine di Israele come di un paese accogliente per i turisti gay. Due società di New York in particolare, la Steele Travel e la Lucas Entertainment offrono pacchetti di viaggio in Israele espressamente dedicati alla comunità gay.

La Lucas Entertainment, una società di produzione di materiali porno, recentemente ha giocato una carta vincente nella battaglia per i portafogli turistici. In aggiunta ai siti popolari per i turisti gay che si recano in Israele, l’azienda Usa offre un’attrazione che molti turisti gay non vorrebbero mai perdere, la visita ad una base dell’esercito israeliano e una foto ricordo con un soldato sexy scattata da un fotografo professionista.

Mentre l’Idf soffre di un’immagine particolarmente negativa sui media di tutto il mondo, si scopre che per i soldati israeliani in sé è tutta un’altra storia. Almeno, questo è ciò che ritiene Michael Lucas, attore e produttore porno nonché proprietario della Lucas Entertainment.

“Il fotografo israeliano con cui lavoro conosce un sacco di soldati attraenti, e ne ha già fotografati alcuni. Così ne raduniamo un certo numero, e chiunque nel gruppo è interessato può scattare una foto con loro”, assicura.

Lucas, nato in Russia da una famiglia ebrea ed emigrato da bambino negli Stati Uniti, proclama spesso nelle interviste il suo amore per Israele. L’anno scorso, è persino venuto in Israele per girare un film porno dal titolo “Uomini di Israele”.

Adesso arriva la fase successiva. Lucas sta commercializzando un viaggio turistico organizzato di nove giorni in Israele, che partirà il prossimo 26 maggio. Per 2.800 dollari (escluso il viaggio aereo), i turisti gay potranno visitare i siti turistici israeliani così come incontrare i soldati. Fino ad ora, 18 persone si sono iscritte per il viaggio.

“Io faccio delle donazioni negli Usa agli Amici dell’Idf (un’accolita di filantropi che ai primi di marzo, presso il Waldorf Astoria di New York, ha raccolto ben 20 milioni di dollari in donazioni per i criminali di guerra israeliani, n.d.t.) , ed è più che accettabile che i donatori visitino le basi quando giungono in Israele”, spiega Lucas. “Ho presentato una richiesta, e stiamo lavorando per organizzare la visita. Voglio portare i turisti in una base militare, affinché vedano gli Israeliani come persone in cerca di pace che non desiderano la guerra, ma cercano soltanto di proteggere sé stessi”.

Gli Amici dell’Idf, in risposta, hanno detto che tutti i donatori vengono ricevuti nelle basi dell’esercito.

Nonostante il messaggio sionista, Lucas si accerta di presentare i soldati israeliani come una fantasia. Sul sito web che promuove il tour, sono raffigurati uomini muscolosi che indossano pantaloni militari. In un’altra foto, si vede Lucas che abbraccia un uomo ed entrambi indossano uniformi dell’esercito israeliano.

Lucas sostiene che non sta organizzando questi viaggi soltanto per scopi di lucro personale: “non vedo alcun problema se un gruppo di turisti gay visita una base dell’Idf. Sto facendo quello che lo Stato non è stato ancora abbastanza intelligente da fare – vendere al mondo il lato bello di Israele”.

Ma certo, una bella donazione come può non aprire ogni porta, persino quelle delle basi militari israeliane! E poi, cosa non si farebbe per migliorare l’immagine di Israele nel mondo, che, in effetti, ne ha davvero bisogno.

Chissà soltanto se qualcuno si prenderà la briga di raccontare agli amici gay americani, in visita nelle basi militari dell’Idf, che i soldati israeliani saranno pure abbronzati ed attraenti, ma sono, soprattutto, dei micidiali assassini di bambini.

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5 Commenti:

Alle 15 aprile 2010 alle ore 23:38 , Anonymous Andrea ha detto...

Ti dimentichi sempre di dire che gay ebrei e islamici sono insieme IN ISRAELE. In Palestina li ammazzano.

 
Alle 16 aprile 2010 alle ore 01:24 , Blogger vichi ha detto...

Sapevo già che avresti risposto così, è una sorta di riflesso pavloviano.

Potrei risponderti ricordando cosa pensano dei gay e dell'annuale gay pride in Israele i rabbini ultraortodossi, che ogni volta lanciano proclami di morte e costringono la polizia a schierarsi in formazione nutrita a difesa dei partecipanti.

Ma su una cosa hai ragione, uomini o donne, omo o eterosessuali, bambini o anziani, Israele non fa distinzioni, li ammazza tutti appena può.

 
Alle 16 aprile 2010 alle ore 10:21 , Anonymous Anonimo ha detto...

casa vuol dire paragonare gli ultraordodossi ebrei con le politiche dei governi, anche in Italia la chiesa è contro il gay pryde ma lo stato italiano non lo proibisce e i gay non sono perseguitati, diversamente dagli stati islamici dove i gay vengono condannati a morte

 
Alle 16 aprile 2010 alle ore 11:57 , Blogger vichi ha detto...

Allora facciamo un passo indietro.

Il tema dell'articolo è il continuo tentativo propagandistico di migliorare l'immagine di Israele, in questo caso cercando di arruolare la comunità gay Usa per cancellare la fastidiosa impressione che i soldati israeliani siano dei brutali e spietati assassini, che non arretrano davanti a nessuna nefandezza.

Va da sé che - è vero - la libertà sessuale nei paesi a prevalenza islamica deve compiere grossi passi in avanti, ma li deve fare anche Israele rispetto agli standard dei paesi occidentali come il nostro.

O vi piace tanto uno stato come Israele dove, per tanti, l'esercito combatte in nome di Dio, ogni crimine più bestiale a danno di civili inermi è "santificato", il possesso di una fantomatica "terra promessa" vale l'oppressione, la vessazione, il massacro della popolazione nativa?

Non basta l'autorizzazione a compiere l'annuale parata del gay pride a qualificare una nazione come civile, lo è molto di più il rispetto dei diritti umani e della legalità internazionale, la ricerca della giustizia e della pacifica convivenza tra i popoli.

 
Alle 14 agosto 2018 alle ore 02:59 , Blogger miki ha detto...

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