19 maggio 2011

Agiamo in sostegno di Ahmad Sa'adat e di tutti i prigionieri palestinesi



Attualmente i prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane ammontano a circa 5.500, tra questi 220 sono minori, 37 hanno un’età compresa tra 12 e 15 anni, 217 restano in carcere in regime di detenzione amministrativa, un autentico mostro giuridico che consente alle autorità israeliane di prolungare la prigionia dei Palestinesi a proprio piacimento, senza formalizzare alcuna accusa né tenere alcun processo.

Molti detenuti rimangono in custodia presso strutture carcerarie situate in territorio israeliano, in violazione del diritto umanitario; secondo i dati forniti da Amnesty International, a circa 680 di essi continua ad essere negato il diritto di ricevere visite da parte dei propri familiari. Numerose sono, altresì, le accuse rivolte alle autorità israeliane riguardanti abusi, maltrattamenti, torture.

Uno di questi prigionieri è Ahmad Sa’adat, il Segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina. Della sua vicenda tratta l’articolo che segue, tratto dal sito web del Campo Antimperialista.

I tribunali dell’occupazione prolungano di nuovo l’isolamento di Ahmad Sa’adat

Il 3 maggio 2011, in un’udienza nella prigione di Beersheba, la corte ha emesso un ordine di isolamento esteso fino al prossimo 3 novembre. Ahmad Sa’adat, segretario generale del Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e leader nazionale palestinese, è stato tenuto in isolamento dal 19 marzo 2009, per oltre due anni e più di 775 giorni.

E’ ben noto che il confino solitario e l’isolamento sono pericolosi e dannosi per la salute fisica e mentale dei prigionieri. E’ una tecnica frequentemente usata contro i prigionieri politici, dalla baia di Guantanamo degli Stati Uniti alle celle di isolamento di Ben Ali in Tunisia, fino alle carceri dell’occupazione. Israele è firmatario della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che statuisce che “Tutte le persone private della loro libertà debbono essere trattate con umanità e nel rispetto della dignità inerente l’essere umano.”

Al contrario, le celle di isolamento privano i prigionieri di contatti umani, distrazione e stimoli mentali. A Sa’adat è regolarmente vietato ricevere visite dei familiari, giornali, libri e informazioni in arabo. Mentre il totale disprezzo di Israele per il diritto internazionale è visibile in ogni aspetto della sua condotta, dai suoi crimini di guerra contro i palestinesi alla negazione del diritto al ritorno fino al suo sistema di apartheid nei confronti dei cittadini palestinesi, la situazione dei prigionieri palestinesi è un esempio lampante dello spregio di Israele verso il diritto internazionale e le norme sui diritti umani.

Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura e dei Trattamenti Inumani, Degradanti e dei Maltrattamenti (CPT) – organismo di esperti associato al Consiglio di Europa – ha osservato: “E’ generalmente riconosciuto che tutte le forme di reclusione in isolamento senza appropriati stimoli mentali e fisici a lungo termine producono effetti dannosi con conseguente deterioramento delle facoltà mentali e delle capacità sociali.” Quei prigionieri destinati all’isolamento, compreso Ahmad Sa’adat, sono leader palestinesi di lunga data. Sa’adat è sempre stato un leader fra i suoi compagni di prigionia e una voce della coscienza del popolo palestinese; ed è per questa ragione che è stato destinato, sotto la copertura di prove segrete, all’isolamento e alla privazione.

Sa’adat ha rifiutato di presenziare all’udienza, in quanto illegale manifestazione di un’illegittima occupazione e di un sequestro e per il fatto che faceva affidamento su prove segrete, affermando di negare legittimazione a quella che chiaramente era una beffa alla giustizia.

Questo prolungamento del regime di isolamento arriva perchè i prigionieri palestinesi hanno lanciato uno sciopero della fame per protestare contro l’uso dell’isolamento. Gli scioperi sono iniziati il 3 maggio nelle prigioni di Ramon, Ashkelon e Nafha e si svolgeranno anche il 7, l’11, il 14, il 18, il 21, il 25 e il 28 maggio. I detenuti palestinesi nelle celle dell’occupazione stanno svolgendo azioni contro l’isolamento e rivendicano libertà. E’ imperativo per noi dare eco alle loro voci e esigere la fine dell’isolamento e la libertà per i prigionieri palestinesi.

La Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat osserva poi che il Dr. Ahmad Qatamesh, attivista palestinese di lunga data e scrittore, è stato sottoposto all’imposizione dell’arbitraria detenzione amministrativa e chiede la sua liberazione. Come rivela Addameer (http://www.addameer.info/), l’ordine della detenzione amministrativa non è altro che un arbitrario sequestro di persona e imprigionamento di palestinesi, senza capi d’accusa per un processo, per sei mesi alla volta. La detenzione amministrativa, basata su null’altro che prove segrete, è stata usata per bersagliare e ridurre al silenzio gli attivisti palestinesi, quando neppure le fragili regole dei tribunali militari israeliani possono essere utilizzate per imprigionare scrittori, attivisti e organizzatori palestinesi. La Campagna esige la liberazione di Ahmad Qatamesh e la fine dell’orrore costituito dalla detenzione amministrativa, un meccanismo di terrore contro la popolazione palestinese.

Dalla detenzione amministrativa ai processi militari fino alle celle di isolamento, Israele mostra totale disprezzo per i diritti umani e la dignità dei detenuti palestinesi. In risposta è urgente che i sostenitori della Palestina e della giustizia in tutto il mondo alzino le loro voci per chiedere la fine dell’isolamento, la fine alla detenzione arbitraria, la libertà di Ahmad Sa’adat e di ciascuno delle migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri dell’occupazione, per l’audacia nella lotta di liberazione della loro terra e del loro popolo.

Esortiamo gli attivisti ad includere dichiarazioni e messaggi di solidarietà con i prigionieri palestinesi nei loro eventi. E, dato che l’anniversario della Nakba si avvicina, a caratterizzare il 15 maggio con la richiesta del diritto al ritorno e della liberazione della Palestina, compresa quella dei prigionieri politici. I prigionieri palestinesi sono in sciopero della fame e alzano le loro voci dietro le sbarre, noi dobbiamo unirci alle loro voci e chiederne la liberazione!

Contattateci all’indirizzo info@freeahmadsaadat.org per comunicarci i vostri eventi e le vostre azioni.
AGIAMO IN SOSTEGNO DI AHMAD SA’ADAT E DI TUTTI I PRIGIONIERI PALESTINESI!

1. Chiamate le ambasciate o i consolati israeliani nei vostri luoghi e chiedete l’immediata liberazione di Ahmad Sa’adat e di tutti i prigionieri politici palestinesi.

2. Scrivete al Comitato Internazionale della Croce Rossa e alle altre organizzazioni per i diritti umani perchè esercitino la loro responsabilità e agiscano rapidamente nel pretendere che Israele garantisca che Ahmad Sa’adat e tutti i palestinesi prigionieri siano liberati dall’isolamento punitivo. Inviate email al Comitato della Croce Rossa (jerusalem.jer@icrc.org), la cui missione umanitaria comprende il monitoraggio delle condizioni dei detenuti e mettetelo al corrente della situazione urgente di Ahmad Sa’adat.

3. Mandate email alla Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat con annunci, resoconti e informazioni sugli eventi locali, le attività e la diffusione di volantini.

4 maggio 2001

Campagna per la Liberazione di Ahmad Sa’adat
http://www.freeahmadsaadat.org/



Traduzione di Maria Grazia Ardizzone

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