Stop alla barbarie della detenzione in isolamento dei minori palestinesi
Il 30 gennaio scorso, oltre 100 professionisti di spicco, ecclesiastici, educatori, medici, accademici e artisti americani e israeliani hanno inviato al Primo Ministro israeliano Netanyahu e ad altri alti funzionari di Israele e Usa la lettera che segue, sollevando le loro preoccupazioni per l’uso continuato della detenzione in isolamento dei bambini nei centri di interrogatorio di Al Jalame e di Petah Tikva, in Israele.
A partire dal 2008, Defence for
Children International – Palestine ha documentato 38 casi in cui dei ragazzi sono stati posti in isolamento in queste
strutture per periodi che vanno dalle 48 ore fino ai 65 giorni in un caso. La
durata media del periodo in cui i minori sono rimasti in isolamento è stata di
11 giorni. Gli effetti dannosi sul piano psicologico e fisico della detenzione
in isolamento di una persona sono ben documentati e includono: ansia e
disperazione, disorientamento, depressione, insonnia, psicosi, auto-mutilazioni e tentativi di
suicidio.
In varie occasioni, da ultimo nell’ottobre del 2011, vari organismi
dell’Onu, incluso il Comitato sui Diritti del Fanciullo e il Relatore Speciale
dell’Onu sulla Tortura, hanno lanciato un appello per un divieto totale
dell’uso della detenzione in isolamento sui minori. Questo appello trova eco
nella lettera che segue.
Chi scrive può solo aggiungere il proprio sdegno e la propria
riprovazione per l’utilizzo di un simile strumento di pressione che rappresenta
una vera e propria forma di tortura, soprattutto quando ciò avviene a danno dei
più piccoli e indifesi. Quando si discute di boicottaggio economico e culturale
come forma di pressione contro Israele, si dovrebbero sempre tenere a mente
atti abominevoli e immorali come questi, compiuti da uno stato-canaglia cui da
troppo tempo la comunità internazionale garantisce piena e totale impunità per
ogni crimine ed ogni illegalità.
E ciò è ancor più grave laddove dovrebbe essere chiaro che compiere
simili atti abominevoli non serve ad altro che ad instillare gocce di veleno
che scavano un solco di odio sempre più profondo tra israeliani e palestinesi,
destinato a perpetuarsi nelle generazioni che verranno.
Equality and Justice for
Children and Families
Onorevole Benjamin Netanyahu, Primo Ministro dello Stato di
Israele
Onorevole Yaacob Ne’eman, Ministro della Giustizia dello
Stato di Israele
Cc:
Onorevole Susan Rice, Rappresentante permanente degli Stati
Uniti d’America presso le Nazioni Unite
Onorevole Daniel B. Shapiro, Ambasciatore americano in
Israele
Onorevole Ron Prosor, Rappresentante permanente di Israele
presso le Nazioni Unite
Onorevole Michael Oren, Ambasciatore israeliano negli Stati
Uniti d’America
Re: L’uso della detenzione in isolamento dei minori nelle
carceri israeliane
30 gennaio 2012
Cari Signori e Signore,
vi scriviamo come
gruppo internazionale di professionisti, ecclesiastici, educatori, medici, accademici
e artisti impegnati a favore dello stato di Israele e che hanno profondamente a
cuore il futuro dei giovani israeliani e palestinesi.
Siamo preoccupati
riguardo a continui credibili rapporti secondo cui degli adolescenti vengono
tenuti in isolamento nei centri di detenzione in Israele. (1) Da ultimo, a ottobre e
novembre del 2011, cinque adolescenti palestinesi riferiscono di essere stati
detenuti in isolamento per periodi che vanno dai 3 ai 24 giorni. Secondo
tali rapporti, i minori sono stati arrestati per azioni ritenute pericolose per
la sicurezza di Israele. In tre casi, essi sono stati arrestati nel cuore della
notte, senza che i loro genitori venissero informati del motivo per cui
venivano arrestati o del luogo dove venivano portati. Le autorità hanno
risposto con le più dure misure possibili. Essi sono stati deportati dalla
Cisgiordania ai centri di detenzione ed interrogatorio di Al Jalame e di Petah
Tikva, situati all’interno di Israele. Essi hanno riferito di essere stati
legati dolorosamente, bendati per molte ore e soggetti ad abusi verbali durante
il trasferimento. Sembra che ad essi sia stato persino negato il cibo, l’acqua
e la possibilità di andare in bagno, e che siano stati privati della
possibilità di dormire per lunghi periodi di tempo e tenuti in isolamento. (2)
Non si tratta di
incidenti isolati. Secondo Defence for
Children International, dal 2008
almeno 33 altri minori sono stati tenuti in isolamento in circostanze analoghe.(3) In uno degli incidenti, due
adolescenti di 16 anni riferiscono di essere stati arrestati il 1° luglio 2010
e detenuti per 22 giorni, inclusi sei giorni in isolamento a Petah Tikva, prima
di essere rilasciati senza alcuna accusa. Uno di questi ragazzi racconta che la
luce della sua cella veniva tenuta accesa per tutto il giorno. Questi casi sono
corroborati da un rapporto pubblicato da B’tselem e Hamoked, basato su 121
testimonianze di palestinesi detenuti a Petah Tikva nel 2009, dei quali 18
erano minori. (4) Molti di questi
casi fanno riferimento all’uso della detenzione in isolamento, dove i
prigionieri venivano tenuti in condizioni sorprendentemente simili a quelle dei
cinque casi più recenti, ivi inclusa la luce accesa nelle celle per l’intera
giornata.
Vorremmo attirare la
vostra attenzione su un recente rapporto presentato all’Assemblea Generale
delle Nazioni Unite dal Relatore Speciale sulla Tortura, datato 5 agosto 2011. (5) Nel suo rapporto sulla detenzione
in isolamento, il Sig. Juan E. Méndez ha concluso che l’uso dell’isolamento “può costituire tortura ovvero trattamento o
punizione crudeli, disumani o degradanti quando viene utilizzato come
punizione, durante il periodo di detenzione precedente il processo,
indefinitamente o per un periodo prolungato, nei confronti di persone con
disabilità mentali o dei minorenni”. Per queste ragioni il Relatore
Speciale ha raccomandato che l’uso della detenzione in isolamento dei bambini
venga abolito. Questa raccomandazione riecheggia simili appelli fatti dal
Comitato Onu per i Diritti del Fanciullo nel 2007. (6)
Siamo dunque
estremamente preoccupati nell’apprendere di queste cinque nuove segnalazioni di
bambini detenuti in isolamento nei centri di interrogatorio di Al Jalame e di
Petah Tikva. Gli effetti insidiosi della deprivazione sensoriale e dell’isolamento
sugli adulti sono stati ben documentati. La letteratura in maniera costante
mostra che anche quegli individui che non hanno predisposizione a disturbi
psicologici possono sviluppare in isolamento deliri paranoidi e sintomi di
schizofrenia. Immaginate quindi il maggior rischio psicologico per gli
adolescenti, le cui capacità intellettive sono ancora in via di sviluppo e che
sono, pertanto, ancora influenzabili e modificabili. Privare gli adolescenti di
un contatto significativo può avere gravi e devastanti conseguenze psicologiche
e fisiche. L’isolamento provoca ansia e disperazione, li disorienta e li
terrorizza, innescando depressione, insonnia, tendenze suicide e psicosi.
Ricordi e flashback dell’isolamento interferiscono con la riabilitazione, che è
ancora possibile. Successivamente al loro rilascio, le conseguenze per i minori
detenuti, per le loro famiglie, e per i loro fratelli hanno gravi implicazioni
per la stabilità delle comunità dalle quali provengono. Come professionisti,
siamo preoccupati per la trasmissione di traumi come questi da una generazione
all’altra di israeliani e di palestinesi.
Siamo sensibili alle legittime
preoccupazioni di Israele per la sicurezza e al suo dovere di proteggere dalla
violenza i propri cittadini e le persone che si trovano sotto la sua
giurisdizione, o sotto il suo controllo de
facto. Tuttavia, siamo anche profondamente convinti che tali considerazioni
possano, e debbano, essere affrontate senza la detenzione in isolamento dei
minorenni. Vorremmo cogliere questa occasione per esortarvi a prendere misure immediate per fermare la pratica della
detenzione in isolamento dei minori, se ancora avviene, e per porre in essere
un quadro normativo che assicuri che i minori, in nessuna circostanza, vengano
sottoposti a così dure condizioni mentre sono reclusi nei centri di detenzione
israeliani.
Aspettiamo al più
presto una vostra risposta. Si prega di indirizzare tutte le risposte per la
task force “Equality and Justice for
Children and Families” all’indirizzo: ejcf.taskforce@gmail.com
Distinti saluti,
(seguono n.103 firme)
(1) DCI – Palestine, Appello
Urgente (5 gennaio 2012) – http://www.dci-palestine.org/sites/default/files/ua_1_12_solitary_confinement.pdf B’tselem e Hamoked, Kept in Darkness (ottobre 2010) - http://www.btselem.org/download/201010_kept_in_the_dark_eng.pdf
(2) Particolarmente disturbanti sono le descrizioni con cui i minori
raccontano la loro detenzione in isolamento in una cella a cui costantemente si
riferiscono come alla “cella n.36”. Queste sono le parole di un 17enne tenuto
in isolamento per 24 giorni: “E’ una
cella molto piccola, con un materasso sul pavimento e un gabinetto che fa una
puzza terribile. Vi sono anche due sedili di cemento. Le luci sul soffitto
erano di un giallo fioco e erano accese 24 ore al giorno, il che mi faceva male
agli occhi. I muri erano grigi e dalla superficie ruvida. La cella non aveva
finestre, solo due aperture per fare entrare e uscire l’aria. Il cibo veniva
servito attraverso una ribalta nella porta.” (DCI-Palestine: R.J. – (17
anni) http://www.dci-pal.org/english/display.cfm?DocId=1342&CategoryId=1
(3) DCI-Palestine,
Appello Urgente (5 gennaio 2012) - http://www.dci-palestine.org/sites/default/files/ua_1_12_solitary_confinement.pdf
(4) B’tselem e Hamoked, Kept in Darkness (ottobre 2010) - http://www.btselem.org/download/201010_kept_in_the_dark_eng.pdf
(5) Relatore
Speciale dell’Onu sulla Tortura, rapporto sulla detenzione in isolamento (5
agosto 2011): http://solitaryconfinement.org/uploads/SpecRapTortureAug2011.pdf
(6) Si veda ad
esempio la Dichiarazione
di Istanbul sull’Uso e gli Effetti della detenzione in isolamento: http://solitaryconfinement.org/uploads/Istanbul_expert_statement_on_sc.pdf
e http://www.phr.org.il/default.asp?PageID=116&ItemID=1323
Etichette: defence for children international, detenzione in isolamento, diritti del fanciullo, minori palestinesi
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