8 marzo 2007

L'8 marzo delle donne palestinesi.

L’8 marzo, giornata internazionale della donna, è per noi soprattutto l’occasione per ricordare come la pluridecennale occupazione dei Territori palestinesi, il blocco finanziario internazionale decretato contro l’Anp e i crimini di guerra quotidianamente commessi dagli Israeliani a Gaza e in Cisgiordania colpiscano soprattutto le fasce più deboli della popolazione civile palestinese, e in primo luogo le donne e i bambini.
Dall’inizio del 2006 e fino al 28 febbraio di quest’anno, l’esercito israeliano ha ucciso ben 36 donne, e tutte in circostanze che chiaramente rappresentano degli efferati crimini di guerra.
Donne come Sa’diyah Hassan ‘Atallah Harzallah, 73 anni, vittima innocente di un’operazione di arresto avvenuta il 21.11.2006 a Beit Lahiya, o come Khairieh Ahmad Muhammad Nazzal, ferita e lasciata a morire per dissanguamento a Qabatiya il 27 novembre, quando era corsa in aiuto di uomo rimasto ferito nei pressi della sua casa.
Oppure ragazzine che non hanno avuto il tempo di diventare delle donne, come Da’ha Abed al-Kadr, 14 anni, uccisa dai soldatini di Tsahal il 19 dicembre 2006 perché si era avvicinata troppo al muro di “sicurezza” israeliano, o come ‘Abir Bassam ‘Abd Rabo ‘Aramin, 10 anni, ferita alla testa il 16 gennaio di quest’anno mentre stava andando a comprare delle caramelle in un negozio vicino alla sua scuola, e morta qualche giorno dopo.
Questo 8 marzo è quindi la data giusta per ricordare queste tra le altre migliaia di vittime innocenti di una violenza cieca e bestiale, nonché per chiedere alla comunità internazionale di cessare un ingiusto e assurdo boicottaggio economico ai danni di una popolazione oppressa e massacrata e, soprattutto, di condannare ed imporre severe sanzioni a carico di Israele, responsabile di sabotare ogni sforzo sulla strada della pace e di commettere quotidiani crimini di guerra e violazioni del diritto umanitario.
L’8 marzo è anche l’occasione per parlare del caso della piccola Maria Aman, 6 anni, vittima nel maggio del 2006 di una esecuzione "mirata" in cui trovarono la morte anche la madre, la nonna e un fratellino, e condannata a rimanere paralizzata dal collo in giù per tutto il resto della sua vita.
Recentemente il Sunday Times ha raccolto 10.000 sterline tra i suoi lettori da devolvere in favore della piccola Maria, sarebbe una bella cosa se qualcuno, anche in Italia, si facesse carico di organizzare una simile, meritoria iniziativa.

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1 Commenti:

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