27 novembre 2007

Welcome in Israel!

Quella che segue è la testimonianza di una nostra connazionale sul trattamento che viene riservato, anche agli Italiani, da quel meraviglioso e civile Paese che è Israele.
Mi chiamo Birgit Auer, nata e cresciuta a Brunico il 29 settembre 1976. Dal 1997 abito a Vienna (Austria) dove studio antropologia sociale e culturale con specializzazione sul medio oriente.
Il 20 gennaio di quest'anno sono andata (per la seconda volta nella mia vita) da Vienna via Milano a Tel Aviv, dove sono atterrata all'aeroporto Ben Gurion.
Lì venni interrogata per 5 ore dalle forze dell'ordine perché su consiglio della mia facoltà a Vienna ho trascorso diversi mesi nello Yemen per studiare la lingua araba. Dopo lunghe trattative mi è stato concesso il normale permesso di soggiorno turistico di 3 mesi. Sotto stress e pressione psicologica non mi sono accorta che non avevo ricevuto nessun timbro nel mio passaporto né compilato formulari di entrata. Al Consolato Italiano di Gerusalemme - dove andai immediatamente a registrarmi - riferii subito del timbro mancante e l’addetto consolare Domenico Marino confermò il mio sospetto, che sembra essere una pratica comune cercare d'impedire a persone che vogliono viaggiare in Palestina di passare i Checkpoint. Questi non si trovano solamente lungo il „confine“ israeliano con la Palestina, ma anche tra paesi in Palestina distanti solamente qualche centinaio di metri gli uni dagli altri.
Fortunatamente mi fu rilasciato un documento nel quale erano evidenziati i miei dati personali, le motivazioni del mio soggiorno e l'informazione che ero in contatto con il Consolato Italiano di Gerusalemme.
Questo mi evitò molti problemi ed evidenzia come lo stato d’Israele cerchi di levarsi di torno persone sospettate con motivazioni alquanto futili, tali di essere dissidenti o nemici dello stato, in pratica persone dal pensiero critico.
Durante le mie prime settimane di soggiorno abitai da amici israeliani nei dintorni di Tel Aviv. Già all'aeroporto avevo lasciato i loro nomi ed indirizzi alle forze dell'ordine. Furono controllati e ovviamente riconosciuti come „buoni“ patrioti dello stato israeliano, perciò mi fu dato il permesso di entrata.
A febbraio incominciai il mio studio all'Università di Birzeit (poco distante da Ramallah in Cisgiordania), dove nuovamente – grazie al sostegno della mia facoltà a Vienna - fui in grado di partecipare al programma di studi PAS (programma di studi palestinesi ed arabi per studenti internazionali), principalmente per migliorare le mie conoscenze della lingua araba, ma anche per imparare di più sulla società palestinese, e soprattutto per praticare ricerche per la mia tesi di laurea.
Non feci domanda per un visto per studenti perché - visto che lo stato d'Israele non rilascia visti d'ingresso a studenti che vogliono studiare in università palestinesi - l'Università di Birzeit ci comunicò esplicitamente di non farlo.
È opportuno notare che durante il mio intero soggiorno in Palestina non fui mai coinvolta in attività politiche di nessun genere per non provocare problemi al mio fidanzato palestinese (adesso marito) e alla sua famiglia.
Dopo 3 mesi fui costretta a lasciare il paese per farmi rinnovare il visto turistico e così feci come tanti altri: andai in Giordania - e così incominciarono i miei problemi.
Il 20 aprile 2006 varcai il confine israeliano con la Giordania sul ponte Allenby/King Hussein, il ponte sul fiume Giordano assieme (per motivi di costi) al mio fidanzato e a due compagni di studi, un americano ed una svizzera, entrambi di origine palestinese.
Solamente per puro caso ci rincontrammo il 24 aprile sulla via del ritorno sul ponte Allenby, ma sia a me sia al mio compagno di studi americano è stata impedita l'entrata.
Non mi sarei mai immaginata quello che mi poi è successo al confine, pure avendo assistito a fatti che nessuno potrebbe mai immaginare. Quotidiane violazioni di diritti umani, soppressione e disinformazione sono solo la punta dell'iceberg e quello che mi è successo fa parte proprio di ció.
Inizialmente mi fu rilasciato il „famoso“ visto d'ingresso turistico nel quale indicai una mia amica d'infanzia che da qualche anno è residente in Israele. La giovane soldatessa al confine fu molto cordiale fino al momento nel quale vide il mio visto d'ingresso per lo Yemen. Ora so che è stato molto imprudente viaggiare in Israele con un visto yemenita, ma ero sempre stata del parere che Israele fosse uno stato democratico.
Le spiegai che già alla mia prima entrata in Israele fui sottoposta per 5 ore ad interrogatori, ma non sembrò importarle molto e dovetti aspettare le prime ore seduta su una sedia davanti allo sportello con una soldatessa che mi sorvegliava e mi chiedeva ripetutamente informazioni sulla mia famiglia, sui miei amici, su altri contatti e su molte altre cose delle quali non mi ricordo più.
Dopo circa quattro ore un signore mi accompagnò in un ufficio situato dietro ad un portone chiuso a chiave e solamente in questo momento mi fu data la possibilità di bere un sorso d'acqua. Poi fui costretta a spegnere il cellulare.
Ero molto preoccupata per il mio fidanzato e per gli altri amici perché non potevano sapere cosa mi stava succedendo; in quel momento non sapevo che anche il mio compagno di studi americano era nella mia stessa situazione.
Dovetti aspettare un'altra ora, poi fui portata in un'altra stanza, anche questa chiusa a chiave, nella quale mi aspettavano 3 signori. Fui nuovamente interrogata sulla mia famiglia e sui miei amici, ma i 3 erano interessati specialmente su eventuali contatti in Palestina.
Cercai di svelare meno informazioni possibili perché che non volevo creare degli inutili problemi al mio fidanzato, alla sua famiglia e ad altri amici palestinesi di cui avevo fatto conoscenza durante il mio soggiorno all'università. Poi allusi nuovamente alla mia amica d'infanzia come contatto in Israele che avrebbe potuto confermare che ero in costante contatto con lei e che ero una normale studentessa, ma lei non fu mai chiamata.
Mi chiesero di descrivere la città nella quale vive la mia amica, quale fosse la mia relazione nei confronti di vari amici in Israele, ecc...
Raccontai anche che l'anno precedente ero stata a Gerusalemme Est a visitare con un amico austro-palestinese la famiglia di questi. Anche se lui è cittadino austriaco in tutti gli effetti, mi chiesero informazioni varie sulla sua famiglia cercando di comunicare in arabo con me per scoprire come fosse la mia conoscenza della lingua. Mi venne anche chiesto se avessi contatti „interessanti“ per loro e perché studiassi l'arabo e non la lingua ebraica, ecc...
Molto interessante fu anche l'interrogatorio sulla mia origine. Fui provocata sul mio status come membro di un gruppo etnico (sono altoatesina di lingua tedesca) e fui interrogata sulla mia opinione su tendenze separatistiche e sul terrorismo come battaglia per la libertà.
Dal momento che non ci scoprirono niente di sospetto, fui costretta ad aspettare in un'anticamera per un paio d'ore. Poi fui interrogata nuovamente sui temi appena esposti, questa volta da un altro signore. Inizialmente cercò di farlo in modo paterno, poi, visto che non avevo informazioni „utili“ da dargli, incominciò ad insultarmi come prostituta perché intrattenevo una relazione amorosa con un palestinese.
Sono sicura che fummo spiati in Giordania perché io e il mio fidanzato, per ovvi motivi culturali, ci presentavamo ufficialmente come una coppia sposata. Mi venne chiesto almeno 5 volte se fossi sposata, mentre il mio fidanzato era stato interrogato dal servizio segreto giordano il giorno prima e sottoposto alle stesse domande. Dal momento però che allora non eravamo ancora sposati, dicemmo ovviamente di non esserlo, ma chiaramente non venimmo creduti.
I signori che mi sottoposero ai vari interrogatori si mantennero anonimi, ma a giudicare dal loro comportamento si trattava ovviamente di membri del servizio segreto israeliano.
Dopo gli interrogatori dovetti rimanere per ore in una specie di mensa, non fui informata su niente e inizialmente mi fu anche vietato di usare i servizi igienici, dove poi riuscì finalmente a mettermi in contatto con il cellulare con il mio fidanzato ed il Signor Domenico Marino del Consolato Italiano a Gerusalemme. Purtroppo anche loro non poterono intervenire perché un intervento diplomatico sarebbe stato possibile solo se fossi stata maltrattata fisicamente. Dopo 8 ore di permanenza al confine fui poi costretta a riprendere i miei miseri bagagli (uno zainetto con poche cose necessarie per un soggiorno di qualche giorno in Giordania) e a ritornare allo sportello di confine, dove vidi nuovamente il mio compagno di studi americano il quale mi informò che gli era stato impedito di ritornare in Israele. A questo punto non sapevo ancora quali provvedimenti avrebbero preso per la sottoscritta.
Due membri del servizio di sicurezza ci portarono verso una vettura e solamente dopo ripetute domande su che cosa avessero intenzione di fare con noi ricevetti come risposta: „Ritornate in Giordania!“ In sostanza avevano negato pure a me l'entrata in Israele e fui deportata in Giordania.
Non ricevetti nessuna motivazione sul perché, e dopo aver passato il confine ci furono ridati i passaporti con un timbro a grandezza di pagina „entery [sic] denied“. In questo modo il mio passaporto è diventato senza valore per viaggiare all'estero perché con un timbro del genere non é possibile non solo viaggiare in Israele, ma anche in tutti gli stati arabi, gli Stati Uniti d'America e altri stati in generale: quale stato non s'insospettirebbe vedendo il divieto d’entrata in Israele? A parte il fatto che questo timbro ha come implicazione di venire messi su una lista nera per tutta la vita.
Visto che sul confine giordano fui gettata dalla vettura senza un regolare visto d'ingresso per la Giordania (perché il mio precedente visto aveva la validità solamente per una singola entrata) ero in pratica illegalmente in Giordania. Non mi fu chiesto di esibire il passaporto e solamente all'Ambasciata Italiana ad Amman fui informata sulla mia permanenza illegale in Giordania e mandata all’Ufficio Immigrazioni giordano, che mi fece una dichiarazione scritta a mano nel passaporto con la quale mi sarebbe stato possibile un espatrio con meno complicazioni.
Non mi fu nemmeno data la possibilità di andare a prendere le cose lasciate nel mio alloggio nelle vicinanze di Ramallah, così atterrai a Vienna con solo il mio zainetto. Oltre al fatto che dovetti procurarmi un nuovo biglietto aereo da Amman a Vienna, vestiti freschi e pagare l'alloggio ad Amman, dovetti pure cercarmi un nuovo alloggio a Vienna perché fui appunto costretta a ritornare prima del previsto.
Per via di questi imprevisti non ho potuto sposare il mio fidanzato come già progettato, ma abbiamo dovuto superare numerosi ostacoli perché questi potesse venire in Europa. Non posso più andare a visitare la sua famiglia e le nostre vite saranno per sempre segnate da questi fatti avvenuti al posto di confine, che mi hanno tolto la possibilità di essere pieno membro della famiglia di mio marito.
L'Ambasciata Italiana ad Amman e il Consolato Italiano a Gerusalemme mi hanno sostenuta in ogni modo possibile ed immaginabile, e ancora oggi mi commuovo per gli sforzi che hanno intrapreso per alleviare la mia situazione.
Per me è sempre ancora inconcepibile come qualcuno avesse potuto pensare che fossi un nemico pubblico, visto che non fui mai coinvolta in nessuna azione illegale, violenta o perlomeno sospetta.
Ho investito molto tempo, soldi ed impegno per poter studiare all'università di Birzeit, ma purtroppo fu tutto inutile dal momento non ho potuto dare l'esame finale e finire la mia tesi, perché le mie ricerche erano focalizzate sulla società palestinese.
Ancor più grave per me è che non ho potuto congedarmi dai miei amici, sono stata davvero strappata dalla mia vita.
Grazie all’enorme impegno di varie istituzioni, come per esempio il Consolato Italiano a Gerusalemme e l'Ambasciata Italiana a Tel Aviv, che nel nostro caso si sono accorti del trattamento ingiusto che avevamo subito in Israele, ci è stato possibile ottenere il permesso di entrata per il mio fidanzato per l'Europa.
Finalmente in Agosto ci siamo sposati a Vipiteno in Alto Adige, ma purtroppo per ovvi motivi la sua famiglia non ha potuto assistere a questo avvenimento di estrema felicità. E con enorme tristezza devo pensare al fatto di non poter mai più visitare la famiglia e il paese di mio marito, quantomeno di poterci vivere, che è e sarà sempre il nostro sogno.
Le nostre famiglie soffrono per questa situazione – stiamo vivendo una catastrofe umana per la quale non esistono parole.

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10 Commenti:

Alle 28 novembre 2007 alle ore 13:50 , Anonymous Anonimo ha detto...

consiglierei alla suddetta persona di andare in yemen, o arabia saudiata o siria o iran con un timbro israeliano......lo sanno anche i neonati che bisogna avere due passaporti, chi è causa del suo mal pianga se stesso

 
Alle 28 novembre 2007 alle ore 15:11 , Blogger vichi ha detto...

Vedo - e fai bene - che accomuni il tuo beneamato Israele allo Yemen e all'Arabia Saudita.
Il problema è che Birgit non voleva andare in Israele, voleva andare nei territori palestinesi, e voleva andarci per studiare.
Ma a quanto pare tutto questo è un problema per la sicurezza dei cittadini israeliani...

 
Alle 28 novembre 2007 alle ore 18:45 , Anonymous Anonimo ha detto...

Come ha già scritto "anonimo" bisogna avere due passaporti.
Io sono stato in Israele 1 anno fa e la gentilissima poliziotta addetta al controllo all'aeroporto di Tel Aviv mi ha chiesto se volevo il timbro sul passaporto o su un foglio a parte (avere il visto di ingresso israeliano significa automaticamente non poter entrare nella maggior parte dei paesi arabi!!!): ero a conoscenza della cosa ma le ho detto di apporre il timbro tranquillamente sul passaporto, andare in un paese arabo non rientra nei miei progetti!

 
Alle 29 novembre 2007 alle ore 01:02 , Blogger vichi ha detto...

Devo ripetermi, evidentemente vi sta bene che, sul piano dei comportamenti, Israele possa essere accomunato a Iran, Libano, Libia, Sudan, Siria e Yemen.
Del resto, qualche tempo addietro ho avuto modo di ricordare che Israele rientra perfettamente entro i parametri che gli Usa adottano per definire gli Stati "canaglia"...
Resta sempre il fatto, comunque, che Birgit voleva solo andare a studiare in una università palestinese, ma quel civile, ospitale e gentile Paese che è Israele l'ha respinta in malo modo.

 
Alle 30 novembre 2007 alle ore 17:34 , Anonymous Anonimo ha detto...

Israele viene considerato una entità nemica da tutti i paesi arabi ad eccezzione di Egito e Giordania: spiegami perchè dovrebbe consentire libero accesso nel suo territorio a chi vuole solamente la sua fine.
Israle non può essere accomunato a nessuno stato canaglia: a differenza di Iran, Libia, Sudan, Siria e Yemen E' UNO STATO DEMOCRATICO!!!!!!!
Esiste la possibilità di professare la propria religione, essere in dissenso con il proprio governo senza per questo finire in carcere, puoi persino partecipare ad un gay pride senza essere lapidato...
Fai tutto questo in Arabia, fallo in Iran, fallo in Libia, fallo nello Yemen... ah poi non dirmi che non te lo avevo detto


VIVA ISRAELE
VIVA LA VERITAì

FREE GILAD SHALIT
FREE RON ARAD

 
Alle 10 febbraio 2008 alle ore 12:29 , Anonymous Anonimo ha detto...

Parlate tanto male di questa Israele, del suo governo, della sua politica....ora anche la sicurezza dovrebbe essere messa in mano ad Hamas?? volete che ai valichi ci sia para-polizia palestinese?? ma che cazzo dite!! Quando Israele è stata permissiva e morbida nei controlli ai valichi, entravano bombe e armi di ogni genere tramite ambulanze palestinesi(perchè se la detestano vanno a farsi curare in Israele?), o tramite finte donne incinta, o addirittura sugli animali e in mezzo a tutta quella munnezza che si portano appresso! Scusate, ma ai controlli ci siamo noi, espletiamo tutte forme di perquisizioni e simili, poi, se ci va e sempre con moltissima calma, se ancora ne avremo e ne avrete requisiti e voglia, vi faremo accomodare in questa splendida Terra di latte e miele.......di tette,culi e fighe!!!
E più ci boicotterete, e più prolifereremo....
ISRAELE è FORTE E VINCERA' !!!

 
Alle 10 febbraio 2008 alle ore 12:32 , Anonymous Anonimo ha detto...

SE siete regolari lo pobblicate, sennò, capisco, e va bene lo stesso

 
Alle 11 febbraio 2008 alle ore 03:02 , Anonymous Anonimo ha detto...

Ma i commenti nn li posti tutti? come mai? intanto oggi hai preso tre schiaffi dal Toro,......quanto godo quando leggo le tue risposte che denotano un'invidia favolosa!
Bella Vichi

 
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