Palermo commemora la Nakba.
Al-Nakba, "la catastrofe" è il termine usato dai Palestinesi per definire la pulizia etnica che precedette ed accompagnò la nascita dello stato di Israele, la cui data è convenzionalmente fissata il 15 maggio del 1948, giorno del ritiro delle truppe del Regno Unito dalla Palestina.
Quando questa fu compiuta, nel giro di circa sei mesi, più di metà della popolazione palestinese originaria (quasi ottocentomila persone) era stata spossessata delle proprie terre, 531 villaggi erano stati distrutti, 11 quartieri urbano svuotati dei loro abitanti. Il tutto accompagnato da massacri inauditi e vergognosi quali quelli di Deir Yassin, Tantura, Dawaymeh ed altri ancora.
La Nakba, insieme alla questione correlata del diritto al ritorno dei profughi, sono stati oggetto negli anni di un tentativo di cancellazione dai libri di storia e dall'agenda di ogni piano di pace. Nel febbraio del 2010 il Parlamento israeliano ha addirittura approvato una legge che proibisce di manifestare pubblicamente lutto e dolore in occasione della ricorrenza del 15 maggio.
Il perché ce lo spiega lo storico israeliano Ilan Pappe: Dietro a queste misure draconiane del governo israeliano per impedire qualsiasi discussione sul diritto al ritorno sta una paura profondamente radicata riguardo al dibattito sul 1948, poichè il "trattamento" riservato ai Palestinesi in quegli anni è collegato con l'emergere di questioni spiacevoli rispetto alla legittimità morale del progetto sionista nel suo complesso. Per gli Israeliani è quindi fondamentale sostenere e rafforzare il meccanismo della negazione, non solo per far fallire le rivendicazioni palestinesi nel processo di pace, ma - molto più importante - per ostacolare ogni discussione significativa sulla natura e sui fondamenti morali del sionismo.
Per gli Israeliani, riconoscere i Palestinesi come vittime delle azioni di Israele è fonte di profondo turbamento, almeno per due motivi. Sia perchè dovrebbero fare i conti con l'ingiustizia storica che metterebbe Israele sotto accusa per la pulizia etnica della Palestina del 1948 e in dubbio gli stessi miti fondanti dello Stato d'Israele, sia perchè emergerebbe una miriade di problemi etici che avrebbero implicazioni inevitabili per il futuro dello Stato (Ilan Pappe, "La pulizia etnica della Palestina, pg.291).
Anche il Coordinamento di solidarietà con il popolo palestinese di Palermo, in collaborazione con l'A.N.P.I. e Radio 100passi, partecipa alle commemorazioni per il 62° anniversario dell'esilio dei profughi palestinesi:
AL-NAKBA
canto del 62° anniversario dell'esilio del popolo palestinese
13 maggio 2010, ore 20:00 - Conservatorio di Musica di Stato Vincenzo Bellini
Performance poesie, musica, canto e narrazione
Mostra fotografica dell'esodo del popolo palestinese
Sapori della Terra Santa pietanze tipiche palestinesi
Partecipano Alessandra Pizzullo (voce poetica), Said Benmsafer (liuto), Lelio Giannetto (basso), Yousif Latif Jaralla (narratore), Matilde Politi, Giana Guaiana (canto).
Etichette: coordinamento di solidarietà con il popolo palestinese, nakba, palermo, palestina
10 Commenti:
Ecco un elenco (parziale) delle manifestazioni commemorative della Nakba in tutto il mondo:
http://gazafreedommarch.org/cms/en/Appeals/nakba-day.aspx
Vale la pena chiedersi chi sono i campioni della nakba. Semplice, sono gli arabi israeliani, sono quelli che prima del 48 erano servi della gleba, fellah, schiavi di sceicchi, morti di fame che nel 1948 sono stati inventati a tavolino e nobilitati a popolo.
Sono diventati cittadini di una democrazia, hanno avuto diritto di voto, diritto di lavoro, diritto di studio , diritto di sciopero, diritto di avere una casa.
Hanno avuto tutti i diritti degli altri cittadini di Israele.
Gli altri, quelli fuggiti da Israele e sbattuti dagli arabi nei campi di raccolta, sono ancora là, negli stessi campi e non hanno diritto di lavoro, diritto di studio, diritto di vita, non hanno nessun diritto civile, sono sempre schiavi, peggio sono non-umani, non possono nemmeno lavorare o possedere dei mobili, non votano, non possono studiare.
Allora, alla luce dei fatti io non vedo che gli arabi israeliani possano piangere sul loro destino. Sono liberi cittadini di un paese libero e allora? Che nakba? Che disastro? che disgrazia? Dovrebbero toccare il cielo con un dito.
Dovrebbero ballare e saltare di felicità, dovrebbero baciare la bandiera biancoazzurra che ha dato loro dignità! Altro che Nakba!
Fai un po' di confusione, vedo.
Gli arabi israeliani sono cittadini di israele pesantemente discriminati sul piano legislativo, nell'assegnazione delle terre, nella distribuzione dei fondi per il welfare.
La Nakba attiene, invece, alla nascita dello stato di israele e alla pulizia etnica che l'ha preceduta e accompagnata.
Ottocentomila persone cacciate dalle loro case e dalle loro terre, nel corso di una operazione di pulizia etnica attentamente progettata e accompagnata da massacri vergognosi e bestiali.
La dichiarazione universale dei diritti dell'uomo contiene l'espressa previsione del diritto al ritorno, valida anche per questi profughi.
Ma, ormai lo sappiamo, israele è uno stato-canaglia a cui la comunità internazionale consente di esistere al di fuori di ogni legalità.
Israele si preoccupa continuamente di non far dimenticare e tanto meno negare l’Olocausto degli ebrei che, a quanto pare, non può essere equiparato a nient’altro per ingiustizia, razzismo e criminalità, ma la Nakba, che fa parte della triste storia dei palestinesi non è degna neanche di essere menzionata nei libri di storia degli arabi israeliani, perché Israele si fa beffa delle centinaia di migliaia di profughi che hanno lasciato le loro case con la morte nel cuore.
L’intento di Andrea, di ridicolizzare la profonda ingiustizia di cui sono vittime i palestinesi, e addirittura di dipingere gli arabi israeliani come un popolo ingrato che dovrebbe inginocchiarsi di fronte all’ennesima manifestazione di estrema generosità di Israele non è nemmeno commentabile. Questo articolo http://www.infopal.it/leggi.php?id=14482 esprime in chiave ironica esattamente ciò che i sionisti vorrebbero sentir dire dai sostenitori della Palestina, e soprattutto dai palestinesi stessi, ma l’ironia in questo caso è di una tristezza infinita, come infinita è la loro sfacciataggine.
I link alla fine dell’articolo rappresentano l’”uomo di paglia” per eccellenza, perché gridare all’antisemitismo fa gioco in un momento storico in cui vacilla l’incondizionato appoggio alla violenza israeliana, che non inganna però chi ha ben chiara tutta questa orribile “faccenda”.
ALTRE MANIFESTAZIONI COMMEMORATIVE DELLA NAKBA:
Roma, sabato 15 maggio, ore18-22
In piazza per ricordare la NAKBA, per fermare la catastrofe
dalle ore 18.00 alle 22.00 in Piazza dell'Immacolata (San Lorenzo)
ROMA, SABATO 15 MAGGIO
Giornata mondiale della Nakba
dalle 10.00 alle 18.00
al Centro Congressi, Via dei FRENTANI
Napoli, sabato 15 maggio
In piazza per ricordare la Nakba palestinese
PRESIDIO - Sabato 15 Maggio, ore 17.00 - Piazza Dante (Napoli)
Torino, sabato 15 maggio
dalle 15.00 alle 20.00
Presidio davanti al Salone del Libro in via Nizza 280
Milano, sabato 15 maggio
Incontro pubblico alle ore 19.00 al Nuovo Spazio Guicciardini
Via Macedonio Melloni, 3
Firenze, sabato 15 maggio
Presidio di solidarietà con il popolo palestinese, in Piazza della Repubblica, a partire dalle ore 17:30
per informazioni più complete sulle iniziative guarda http://www.forumpalestina.org/iniziative.asp
...e gli 800.000 ebrei cacciati dai paesi arabi ve li siete "scordati"? No quelli non contano, non esistono, siete cosi' intrisi di odio verso i "sionisti" che se Israele "sparisse" con un'automica, come auspicato/minacciato da Ahmadinejad sareste, a festeggiare in strada come per la vittoria dei mondiali....
Detto per inciso, l'atomica (anzi, duecento-trecento testate atomiche...) ce l'ha solo Israele.
E l'unico ad aver concretamente minacciato di usarle (contro i Palestinesi di Gaza) è stato l'iper-razzista ministro Lieberman.
Caro Alberto, ma quegli ebrei non esistono per vichi e "compagni" in fondo sono solo "ebrei"... cosa vuo che interessi a loro???
VIVA ISRAELE!
Non vedo nessuno che si occupi dei nostri profughi dalla Dalmazia (500.000), che dichiari illegale l' occupazione di territori italiani da parte dei criminali titini. Tutti a sostenere i profughi della Palestina, divenuti tali perchè i loro capi non hanno accettato la spartizione della Palestina decisa dall' Onu ed hanno mosso guerra al neonato minuscolo stato di Israele. Ma si sa il coraggio è la cosa che manca di più nel mondo. E questi cosidetti alfieri della libertà, ne hanno molto poco.
Postare questo messaggio nel momento in cui si piange la vita dei 9 pacifisti della Freedom Flotilla uccisi dai criminali di Israele non se sia segno di assoluta mancanza di sensibilità o di totale imbecillità. O di entrambe...
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