Per un network europeo antisionista.
Qui di seguito propongo alcuni paragrafi dell’interessante documento programmatico, tratto dalla mailing list di ISM-Italia, sulla necessità di creare un vero e proprio network antisionista europeo che coordini gli sforzi di solidarietà in favore del popolo palestinese su pochi ma significativi obiettivi, con particolare riferimento alle campagne di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).
L’intero documento è scaricabile qui.
7. Qualche punto fermo per ISM-Italia
ISM-Italia ritiene che la discriminante antisionista è una conditio sine qua non, alla quale non si può rinunciare per inseguire un attivismo o un iperattivismo senza principi.
Il sionismo è responsabile del politicidio, del sociocidio, del memoricidio e del genocidio dei palestinesi.
Antisionismo significa sostenere che lo Stato di Israele è l’ultima impresa coloniale di insediamento, che non esiste un diritto di esistenza dello Stato di Israele come Stato ebraico e che l’unica soluzione possibile è quella di una decolonizzazione etica.
ISM-Italia ritiene anche, sulla base di quanto sostengono intellettuali palestinesi come Ali Abuminah, Omar Barghouti, Joseph Massad, Saree Makdisi e altri, che i vertici dell’ANP costituiscono una cricca di collaborazionisti.
Allo stesso tempo occorre promuovere un rapporto costruttivo, superando gli stereotipi correnti anche nella sinistra (ex), con i movimenti di resistenza islamici. Per dirla con Ilan Pappé: “Solo due movimenti nell’area resistono contro Israele e gli Stati Uniti. Dolorosamente per le persone di sinistra, come me, non sono della “nostra scuola”, ma noi dobbiamo rispettare la loro volontà e la loro tenacia nel resistere all’occupazione e alla colonizzazione. Questi due movimenti sono Hamas e Hezbollah.”
Infine ISM-Italia ribadisce che le campagne BDS, un’altra discriminante fondamentale, sono contro Israele, e risibili appaiono gli sforzi per limitarle ai prodotti delle colonie negli OPT.
Un impegno particolare nei prossimi mesi, per ISM-Italia, sarà l’attivazione della partecipazione di attivisti italiani, sia in Cisgiordania che a Gaza, con la messa a punto del training necessario.
8. Perché ci occupiamo della Palestina
La motivazione di fondo è quella del dovere, morale e politico, di essere dalla parte dei mondi offesi, dalla parte degli oppressi e non degli oppressori, dalla parte degli assassinati e non degli assassini.
La Palestina è poi parte di un Medio Oriente colonizzato e distrutto dalla aggressione politica e militare dell’imperialismo, del neocolonialismo e del neoliberismo ed è la vittima, il capro espiatorio, dei sensi di colpa dell’Europa occidentale, coloniale e razzista.
I paesi occidentali, e l’Italia in modo particolare tra questi, sono complici iperattivi delle politiche sioniste.
La terza motivazione deriva dal fatto che impegnarsi dalla parte dei mondi offesi è un modo per contribuire alla ricostruzione della nostra democrazia. Il degrado morale, culturale e politico della società italiana si aggrava di giorno in giorno. L’ipocrisia, il cinismo, la menzogna e il razzismo attraversano la destra, il centro e la sinistra politica, ma attraversano anche la società nel suo complesso.
Solo un insieme di minoranze etiche si oppongono, con un lavoro quotidiano, ai processi in atto.
9. Per un network europeo antisionista
ISM-Italia ritiene che per superare la crisi dei movimenti di solidarietà con la Palestina, occorre promuovere un network europeo antisionista che porti avanti nella massima chiarezza un insieme coordinato di attività di informazione, formazione, mobilitazione e denuncia politica.
Uno degli obiettivi deve essere quello di costruire in Italia, in collegamento con organizzazioni di altri paesi europei, una struttura articolata sul territorio capace di concentrare su pochi obiettivi le energie disponibili, in modo da riuscire a ottenere qualche risultato politico significativo.
Da parte palestinese sono stati emessi due importanti documenti:
Il primo, l’1 giugno, da parrte del BNC (BDS National Committee), In response to Israel’s attack on the Freedom Flotilla: BNC Calls for Action.
Il secondo, l’8 giugno, da parte del PACBI (Palestinian Campaign for the Academic&Cultural Boycott of Israele), Israel's Freedom Flotilla Massacre underlines the urgency of intensifying BDS.
Le campagne BDS costituiscono allo stesso tempo una risposta all’appello palestinese e uno strumento per costruire questo network.
La preparazione politica e l’organizzazione logistica delle prossime flottiglie è un altro dei momenti di questo processo.
L’idea del Free Gaza Movement di arrivare da Cipro a Gaza, i convogli che hanno successivamente raggiunto Gaza via terra, hanno portato alla costituzione di vere e proprie brigate internazionali di attivisti, provenienti da numerosi paesi.
I progetti in corso o in preparazione tendono a rafforzare questa tendenza con l’aumento esponenziale degli attivisti coinvolti.
Questo può anche essere il momento in cui, seguendo Mahmoud Darwish, coltivare la speranza assume la dimensione di una utopia concreta. Può essere il momento in cui i processi storici in Palestina, in Afghanistan e in Iraq, possono avere una accelerazione inattesa, in positivo e in negativo.
Etichette: antisionismo, ism, palestina
5 Commenti:
come al solito scusa per l'off-topic.
http://ilcuibpalermo.blogspot.com/2010/06/sostieni-la-speranza.html
Classico uso di parole malate. Il sionismo vuole che gli ebrei abbiano una patria nella terra di Israele. Se una persona si dichiara antisionista significa che non riconosce lo stato di Israele.
Ma questa è la tua vera natura,caro il nostro Vichi...
Io non dico che siete voialtri malati, ma ignoranti o in malafede (o entrambe le cose) si!
Perchè è scritto chiaro, ma te lo riscrivo per tua comodità:
" Antisionismo significa sostenere che lo Stato di Israele è l’ultima impresa coloniale di insediamento, che non esiste un diritto di esistenza dello Stato di Israele come Stato ebraico e che l’unica soluzione possibile è quella di una decolonizzazione etica."
Che, di tutta evidenza, è cosa ben diversa dal non riconoscere lo stato d'israele!
E, d'altronde, non sono stato io né ISM-Italia a scrivere che stato ebraico e stato democratico sono due termini in antitesi tra loro, ma un eminente personalità di religione ebraica, ex speaker della Knesset.
Ma non é importante cosa è scritto,mio caro Vichi,non si può donare diverso significato alle parole. In poche parole,se sionismo vuol dire una cosa, anti-sionismo deve essere esattamente l'opposto. Non mi sembra così difficile...
Un documento interessante, grazie
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