7 settembre 2011

Al contrario di quanto accade in Israele, nella colonia di Ariel non c'è crisi di alloggi

Nonostante non vi sia necessità di alloggi, il governo israeliano continua a costruire nell’insediamento colonico di Ariel, mentre negli ultimi sei anni gli israeliani che hanno lasciato la colonia sono più di quelli che vi sono andati ad abitare. Un fatto questo su cui dovrebbero riflettere le decine di migliaia di israeliani che in questi giorni riempiono per protesta con le loro tende le strade di Tel Aviv e di altre città d’Israele.

I dati pubblicati dall’Ufficio Centrale di Statistica mostrano chiaramente che nella colonia di Ariel, in Cisgiordania, non c’è una crisi di alloggi e non c’è alcuna giustificazione per continuare a costruire. Dal 2003 al 2009 ogni anno (ad eccezione del 2007) l’immigrazione di Ariel è stata negativa – il che significa che sono state più le persone che hanno lasciato l’insediamento di Ariel di quelle che sono andate a risiedervi. Il numero totale dei residenti di Ariel negli anni è aumentato di poco, principalmente per la crescita naturale (più nascite che morti). Tuttavia, è ben noto che i bambini hanno poco bisogno di un proprio appartamento, almeno fino all’età di 18 anni. Negli ultimi anni, la leadership dei coloni ha iniziato a mandare un gruppo di coloni religiosi a risiedere nella colonia, al fine di “rafforzare Ariel”. Questo potrebbe essere un altro indizio che l’israeliano medio non si trasferisce ad Ariel.

Nonostante il fatto che non vi sia grande richiesta di nuove abitazioni, le costruzioni continuano. Dall’inizio del saldo migratorio negativo nel 2003 fino al 2009, ad Ariel è iniziata la costruzione di 402 nuove case.

In breve molti residenti hanno lasciato Ariel, alcuni di questi appartamenti vuoti sono stati forse affittati dagli studenti della locale scuola superiore – ma non vengono utilizzati da coloni che hanno fatto di Ariel la loro residenza permanente. A causa della mancanza di domanda, le costruzioni in corso si tradurranno in appartamenti più a buon mercato.

(fonte: Peace Now)

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1 Commenti:

Alle 12 settembre 2011 alle ore 11:08 , Blogger vichi ha detto...

Stando alle statistiche dell'OCHA, è vero semmai che aumentano il numero degli attachi dei coloni contro i palestinesi e le loro proprietà!

 

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