La "legittima difesa" di Israele.
Per capire quanto sia falsa la tesi - tanto cara alla propaganda sionista - secondo cui Israele si limiterebbe a "difendersi" dagli attacchi terroristici dei Palestinesi, basta considerare la cronaca di un giorno qualunque in Palestina.
Nella giornata di ieri, i Palestinesi hanno effettuato il lancio di tre missili artigianali Qassam: due sono atterrati nel deserto del Negev, senza causare alcun danno, uno è caduto su Sderot, danneggiando alcune case.
Bilancio medico: quattro coloni israeliani curati per ... shock.
Nella giornata di ieri, gli Israeliani - nelle prime ore della mattina - hanno ucciso con un'esecuzione "mirata" (lancio di un missile da un elicottero) Khaled Abu Shamiyeh, esponente di Hamas; in conseguenza dello scoppio del missile, altre sei persone sono rimaste ferite, di cui una gravemente: tra i feriti, un bambino di nove anni ed un uomo di 75.
Nella giornata di ieri, verso sera, un altro missile israeliano ha assassinato a Gaza City altri due militanti di Hamas, Rabah Zakut e Nabil al-Saidi; a seguito di questa eliminazione "mirata", altri 5 civili palestinesi sono rimasti feriti.
Nel mezzo, Tsahal ha anche provveduto ad assassinare un civile palestinese, che non stava facendo un bel nulla, vicino all'insediamento colonico di Gush Katif, nella striscia di Gaza.
Un portavoce dell'esercito israeliano ha ammesso che l'uomo era disarmato, ma si era avvicinato "troppo" alla colonia!
Nella giornata di ieri, dunque, operazioni militari contrarie alla road map ed agli accordi internazionali da parte di entrambi i "contendenti".
Ma il bilancio finale mostra, come minimo, una certa sproporzione nella tecnologia impiegata, nella forza militare adoperata, nel numero dei morti e dei feriti.
C'è da aggiungere che i missili Qassam lanciati ieri erano i primi degli ultimi dieci giorni; e in questi ultimi dieci giorni, cosa aveva fatto l'esercito israeliano?
Nella sola giornata di mercoledì, Tsahal aveva ucciso ben 11 Palestinesi, di cui 5 civili inermi.
Tra essi, una bambina di 11 anni, Miriam a-Nahla, uccisa sulla porta di casa a Nablus da un cecchino israeliano, mentre nella zona non erano in corso combattimenti.
Nella giornata di venerdì, sempre a Nablus, un'altra donna, la 19enne Beriza Aminawi, veniva uccisa da una fucilata al petto mentre, dalla finestra di casa, cercava di chiamare i suoi fratelli per farli rientrare, dato che l'Idf stava pattugliando la zona.
Anche in questa occasione non era in corso alcun combattimento, ed anche in questo caso si è trattato di un assassinio assolutamente gratuito ed immotivato, un crimine di guerra destinato purtroppo a restare impunito.
L'esercito israeliano non ha voluto commentare l'accaduto...
Nel corso delle ultime cinque settimane, sono stati uccisi 80 Palestinesi e 17 Israeliani, mentre i feriti ammontano rispettivamente a 630 e a 133, senza contare la devastazione di campi coltivati e la demolizione delle case palestinesi, una cinquantina soltanto nella settimana tra il 9 ed il 15 settembre.
In queste condizioni, di fronte alla cruda realtà dei numeri, non vedo proprio come si possa continuare a parlare di "legittima difesa" da parte di Israele piuttosto che di un lento ma costante massacro della popolazione civile palestinese!
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