14 ottobre 2004

"L'altro" terrorismo.

Non esiste soltanto il problema del terrorismo internazionale di matrice islamica.
Vi è anche un "altro" terrorismo, che non occupa le prime pagine dei giornali ma agisce in sordina, quasi "legalizzato" perchè a promuoverlo sono gli eserciti dei Paesi occidentali, civili per antonomasia, e che tuttavia ottiene l'identico risultato di massacrare civili inermi, di terrorizzare le popolazioni e di renderne misera e impossibile la vita quotidiana.
Esempio direi classico di questo "terrorismo di stato" è quello condotto da Israele con i suoi raid nei Territori palestinesi.
Ancora stamattina Sharon ha confermato che l'operazione militare in atto nella Striscia di Gaza continuerà ad oltranza, e ciò nonostante il parere contrario espresso da alcuni ufficiali israeliani al Comitato per gli Affari Esteri e la Difesa della Knesset.
Secondo l'esercito, gli obiettivi dell'operazione "Giorni di Penitenza" sono stati ormai raggiunti, e continuare significherebbe soltanto mettere in pericolo inutilmente la vita dei soldati israeliani e creare problemi di carattere umanitario alla popolazione palestinese.
Dunque la decisione di continuare la devastazione della Striscia di Gaza ed il massacro di civili inermi è una decisione eminentemente politica e non necessitata da esigenze di carattere militare o "difensivo".
Evidentemente a Sharon non sono bastati i 116 palestinesi morti fino al 12 0ttobre, di cui almeno il 40% civili inermi, stando alle investigazioni svolte dall'israeliana B'tselem.
Mercoledì, 13 ottobre, a Beit Lahiya Tsahal ha ucciso due militanti di Hamas e due altri Palestinesi di cui ancora non si conosce il nome; in aggiunta, a Rafah, un ragazzino 16enne che stava giocando a pallone è stato massacrato da una cannonata sparata da un tank israeliano.
Stamattina, 14 ottobre, l'esercito israeliano ha ucciso cinque Palestinesi, due militanti di Hamas a Jabaliya e tre civili disarmati a Rafah, tra cui un anziano 70enne di nome Ismail Assawahli; in quest'ultimo "incidente" altri sette Palestinesi sono rimasti feriti, tra cui la moglie 65enne di Assawahli.
Le truppe israeliane, prima di ritirarsi, hanno demolito 16 case di civile abitazione, in aggiunta alla consueta devastazione di strade e campi coltivati.
Sebbene sia quasi ormai impossibile tenere l'esatto conto dei morti e dei feriti, ad oggi la "penitenza" che l'esercito israeliano sta facendo pagare alle popolazioni palestinesi della Striscia di Gaza ammonta a 126 morti e circa 400 feriti, niente male davvero!
Anche per questo vero e proprio "terrorismo di stato", dagli effetti devastanti, la comunità internazionale dovrebbe indignarsi e, soprattutto, trovare i modi per impedirlo ed assicurare i colpevoli alla giustizia internazionale.

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