22 dicembre 2005

Volontario italiano arrestato in Israele.

Ricevo e volentieri pubblico.
Gentile redazione, le scrivo per poter dare spazio ad una notizia di cui ancora pochi mezzi d’informazione si sono occupati.
Martedì 20 dicembre un cittadino italiano, VittorioArrigoni, da più di dieci anni impegnato come volontario internazionale in diverse parti del mondo, è stato arrestato dal governo israeliano. Vittorio è un guerriero testardo, combatte per i suoi ideali e lo fa sempre in modo non violento. Non ha precedenti penali e non ha mai avuto problemi nemmeno con la giustizia israeliana, ma nel marzo 2005, quando per la quarta volta si recava in Palestina attraversando il confine giordano da Amman gli è stato proibito l’ingresso per non ben precisate "security grounds".
E per rispondere ai suoi perché in merito al diniego di ingresso, quesiti che richiedevano una spiegazione legale, è stato brutalmente picchiato da sei soldati israeliani e buttato al di là della linea diconfine.
In seguito venne sollevata un’interpellanza parlamentare in senato dall’on. Turroni per un’indagine sul trattamento riservato ad un cittadino italiano (l’ambasciata conferma ancora oggi che l’Italia è uno stato amico di Israele) e per indagare sulla probabile esistenza di una "lista nera" che non permette l’ingresso di volontari internazionali in quanto testimoni indesiderati.
Volontari come Meri Calvelli, rappresentante paese per il CRIC (Centro Regionale d’Intervento per la Cooperazione)che il 17 novembre 2005 venne espulsa senza motivo(http://www.cric.it/index.php?page=news&id=21).
Ieri Vittorio con altri sei volontari dell’I.S.M (International Solidarity Movement http://www.palsolidarity.org/main/) con cui collabora da anni, è arrivato in aeroporto direttamente a Tel Aviv conun invito nominativo per poter partecipare ad una conferenza internazionale sulla nonviolenza che si terrà aB etlemme gli ultimi giorni di dicembre(http://www.celebratingnv.org/).
Dalle 5 di mattina finoalle 11.30 circa i volontari sono stati perquisiti, sia nella persona che nei bagagli e sottoposti ad un duro interrogatorio concluso nella deportazione e l’arresto di tre di loro, oltre a lui una ragazza australiana residente a Londra ed un ragazzo del Sud Africa.
Vittorio prima di partire ha rilasciato un’intervista per un giornale localee diceva "siamo giunti alla conclusione che è ora di spezzare la catena di apartheid, di agire perchè sia cancellata la lista nera israeliana che non permette più adoperatori umanitari e pacifisti come noi (e come noi ci sono anche volontari di Christian Peacemaker Teams,International Women’s Peace Service e altre ong) di arrivare in Palestina per compiere il nostro progetto di pace e di servizio umanitario." (reperibile su http://www.merateonline.it).
In questo momento l’ambasciata italiana a Tel Aviv nella persona del segretario Andrea De Felip, si è interessata della questione permettendo a Vittorio di comunicare almeno unavolta con la famiglia. Dall’I.S.M. arrivano notizie che i volontari attualmente si trovano nel centro di detenzione dell’aeroporto di Tel Aviv assistiti da un avvocato ed attendono la risposta inoltrata alla Corte di annullare ildecreto di espulsione. Occorre dare spazio alla voce di questi volontari i cui diritti umani sono stati violati a discapito di qualsiasi convenzione internazionale ma che nonostante tutto non hanno nessun timore a "rischiare sulla mia (propria) pelle per rivendicare un diritto fondamentale come quella della libertà, la libertà di portare sostegno ai più disperati, la libertà di sostenere quelli si sentono dimenticati, la semplice libertà di ricevere abbracci da quelli che considero miei fratelli sebbene di un`altra lingua e cultura".
Vanessa Tosa
Aggiungo che, dal sito di merate on line, ho appreso che Vittorio Arrigoni sarebbe stato liberato, anche se sul suo capo pende ancora un provvedimento di espulsione destinato ad essere eseguito nlle prossime ore.
Questa vicenda sembrerebbe in linea con il comportamento delle autorità israeliane, che cercano in tutti i modi di ostacolare quanti in Palestina, siano essi volontari, giornalisti, operatori Onu, potrebbero essere scomodi testimoni di quanto accade quotidianamente, della violenza, delle sopraffazioni e dei crimini di guerra commessi da Israele nei Territori occupati.
E' di questi giorni la notizia - divulgata dalla Bbc - secondo cui un'inchiesta ufficiale condotta in Inghilterra ha stabilito che il 54enne Iain Hook, un cittadino inglese che lavorava a Jenin come project manager per conto dell'UNRWA, venne ucciso deliberatamente e illegalmente nel novembre del 2002.
In quattro anni, ben 13 operatori Onu sono stati uccisi nei Territori occupati per mano dell'esercito israeliano, in circostanze similari.
Ed è una vergogna che nessuno abbia mai pagato per questo, e che l'Unione europea ancora oggi ometta di esercitare le necessarie azioni per costringere Israele, le sue forze di polizia ed il suo esercito ad osservare le più elementari norme del diritto internazionale e del diritto umanitario.

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4 Commenti:

Alle 23 dicembre 2005 alle ore 11:19 , Anonymous Anonimo ha detto...

Dall’I.S.M. arrivano notizie che i volontari attualmente si trovano nel centro di detenzione dell’aeroporto di Tel Aviv assistiti da un avvocato ed attendono che la Corte presso la quale hanno impugnato il decreto di espulsione, decreto al momento sospeso dalla Corte stessa, fissi un’udienza nella quale gli imputatati potranno essere ascoltati. La Corte deciderà se convalidare l’espulsione o lasciare i volontari liberi di entrare in Israele, nel frattempo gli imputati restano nel centro di detenzione presso l’aeroporto, privati della loro libertà in balia della tempistica processuale.
Grazie per l'attenzione

 
Alle 23 dicembre 2005 alle ore 19:20 , Anonymous Anonimo ha detto...

c'è un aggiornamento. purtroppo non felice, ma qualcosa di positivo c'è almeno. Vittorio è riuscito a parlare con sua madre, che ha rilasciato un comunicato stampa. Riporto la notizia e il comunicato qui http://scritticorsari.iobloggo.com/archive.php?eid=56

 
Alle 28 dicembre 2005 alle ore 17:22 , Anonymous Anonimo ha detto...

Ho letto pure io, stamattina, e mi sono indignato.
"Attività anarchica in altri paesi".
Questa una parte della motivazione assurda ed inquietante.
Buon feste, Vichi,ci sentiamo.
C5

 
Alle 7 gennaio 2006 alle ore 23:37 , Anonymous Anonimo ha detto...

Scusate, non ne so molto della questione, però ho sentito alcune voci a proposito dell'I.S.M.

http://home.comcast.net/~jat.action/ISM_info.htm

http://en.wikipedia.org/wiki/International_Solidarity_Movement

Se hanno nascosto nei loro uffici un terrorista e una pistola mi sembrano vagamente pericolosi. Può darsi che l'abbiano fatto in buona fede, ma mi pare che gli israeliani avessero i loro motivi per respingere Vittorio. Questo non giustifica il trattamento che ha subito e che ha riportato sul suo sito, certo, ma non si può nemmeno condannare totalmente Israele dicendo che nega l'ingresso a chi gli pare e piace con totale arbitrio, il che può essere vero, ma pare non lo sia in questo caso

 

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