1 aprile 2008

Per chi vuole andare in Palestina.

Dalla mailing list del meetup per Gaza, raccolgo e rilancio l'indicazione di Claudia La Barbera per chi fosse interessato a fare un viaggio in Palestina.
Si tratta delle iniziative organizzate dall'associazione cattolica Pax Christi nell'ambito della campagna "Ponti e non Muri", iniziative che si ripetono ogni anno e che rappresentano, a detta di chi vi ha partecipato, esperienze meritevoli di essere vissute.

Tra i "murati vivi" dei Territori Occupati
Pace, pace! Ma pace non c'è
Pax Christi In Palestina - viaggi 2008
E' possibile iscriversi fin da adesso in moda da agevolare la programmazione degli incontri di formazione pre partenza

1 - 15 AGOSTO 2008
Ricucire la pace. Nelle famiglie dei campi profughi, per una memoria condivisa della Nakba. Per giovani-adulti
15 - 22 AGOSTO 2008
Pellegrinaggio di giustizia. Condivisione con le comunità cristiane della terrasanta sotto occupazione da 40anni. Per adulti e famiglie.
24 OTTOBRE- 7 NOVEMBRE 2008
Tutti a raccolta! Campo-lavoro tra gli ulivi di Aboud. Per giovani-adulti
Le esperienze di RICUCIRE LA PACE e TUTTI A RACCOLTA prevedono DUE TRAINING di formazione obbligatori: per questo il termine ultimo per chiedere di partecipare è ENTRO IL 6 GIUGNO (week-end del 1° Training).

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3 Commenti:

Alle 1 aprile 2008 alle ore 18:05 , Blogger Unknown ha detto...

Ciao che ne pensi di Magdi Allam....
http://www.vincenzocaldarola.blogspot.com/

 
Alle 2 aprile 2008 alle ore 11:37 , Blogger vichi ha detto...

Tutto il male possibile!
Su Allam ho già scritto, vedi:
http://palestinanews.blogspot.com/2007/06/viva-gli-assassini.html.
Cmq, ho risposto sul tuo blog.
Ciao,
Vichi

 
Alle 2 aprile 2008 alle ore 12:59 , Blogger vichi ha detto...

Non ho di proposito voluto occuparmi del "caso" Allam, dato il fastidio anche fisico che mi provoca il personaggio.
Quanto sia sincera la sua "conversione", peraltro, si evidenzia bene nell'articolo comparso oggi sull'Unità edizione web a firma di Rula Jebreal, di cui riporto alcune righe:
"Non è facile tracciare un giudizio sull’intreccio di emozioni private, significati politici e risvolti mediatici che hanno accompagnato la conversione di Magdi Allam, oggi Magdi Cristiano Allam, al cristianesimo. Massimo rispetto per la scelta individuale che conclude in modo tutt’altro che sorprendente un’esperienza personale iniziata nel 1956 quando Allam, bambino di soli quattro anni, ha iniziato il suo percorso scolastico presso le Suore Comboniane del Cairo. Tutta la sua formazione si è poi sviluppata nell’alveo della comunità cattolica, dal liceo presso i Padri Salesiani alla palestra dei boy scout. La prima bocciatura mi sembra quindi che si possa dare al sistema mediatico.
A quei media che hanno voluto presentare il battesimo di Allam come una progressiva presa di coscienza che lo ha portato a prendere le distanze dalla sua storia e dalle sue radici culturali e non come la naturale evoluzione della sua esperienza educativa. Ma d’altronde Magdi Allam ha fondato su questo equivoco gran parte della sua crociata anti islam e anti mondo arabo. Egli si è sempre rappresentato come un figlio dell’Islam e dell’Egitto che aveva maturato un pensiero profondamente critico verso la sua religione e la sua società d’origine e non a caso ha trovato grande accoglienza presso i media occidentali. Come tutti sanno la critica mossa dall’interno vale doppio e un arabo islamico che afferma l’impossibilità di un Islam moderato avvalora enormemente la tesi integralista che esclude il dialogo istituzionale e la fratellanza tra i popoli. Chi vuole ribadire la superiorità di una civiltà, chi vuole accreditare la violenza e il confronto armato come unici metodi per avvicinare una soluzione, ha trovato in Magdi Allam il punto di appoggio su cui innestare la propria leva. E qui veniamo al secondo equivoco politico: le critiche di Magdi Allam al mondo islamico non hanno sollevato solo la violenta, cieca e come al solito ottusa reazione degli integralisti, ma, per il modo in cui sono state poste, hanno generato decise proteste anche da tutto il resto della comunità araba in campo nazionale ed internazionale. È bastato un altro piccolo gioco di prestigio per far apparire tutto questo come la mancata solidarietà a un uomo impegnato in una battaglia per la libertà, per la laicità e per la democrazia, esposto alla vendetta dei fanatici, costretto a muoversi con la scorta. La naturale conclusione? «L’Islam moderato non esiste», che è precisamente la tesi che si voleva dimostrare.".

 

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