Una vignetta che fotografa la realtà.
“Mio padre mi ha detto che voi Arabi siete dei malvagi terroristi animali” dice il bambino ebreo, e quello palestinese risponde: “mio padre non mi ha detto niente, è stato assassinato dal tuo!”.
A volte una vignetta è più efficace e fulminante di cento statistiche, riesce a fotografare perfettamente una realtà tragica e disperata con una battuta che strappa nulla più di un sorriso amaro, come amara è la consapevolezza del dramma senza fine vissuto dal popolo palestinese e dell’incredibile sovvertimento della realtà reso possibile dalla grancassa della propaganda sionista, dall’acquiescenza e dalla disinformazione sparsa a piene mani dai media, dal servilismo dei governi.
Per le cancellerie degli Stati occidentali e per i media di regime, i Palestinesi e Hamas rappresentano il male, il terrore, la strage di civili inermi, mentre Israele, la potenza occupante brutale e spietata, viene dipinta come la vittima di un’eterna aggressione e di un odio immotivato, uno Stato che si limita a difendersi dando prova di cautela e moderazione.
Eppure le statistiche ufficiali – disponibili a iosa per chi solo voglia consultarle – mostrano una realtà affatto diversa.
Secondo gli ultimi dati forniti dallo United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (oPt Protection of Civilians – Reports to the end of May 2008), nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2005 e il 31 maggio di quest’anno, i morti e i feriti delle due parti ammontavano alle seguenti cifre:
2005
A volte una vignetta è più efficace e fulminante di cento statistiche, riesce a fotografare perfettamente una realtà tragica e disperata con una battuta che strappa nulla più di un sorriso amaro, come amara è la consapevolezza del dramma senza fine vissuto dal popolo palestinese e dell’incredibile sovvertimento della realtà reso possibile dalla grancassa della propaganda sionista, dall’acquiescenza e dalla disinformazione sparsa a piene mani dai media, dal servilismo dei governi.
Per le cancellerie degli Stati occidentali e per i media di regime, i Palestinesi e Hamas rappresentano il male, il terrore, la strage di civili inermi, mentre Israele, la potenza occupante brutale e spietata, viene dipinta come la vittima di un’eterna aggressione e di un odio immotivato, uno Stato che si limita a difendersi dando prova di cautela e moderazione.
Eppure le statistiche ufficiali – disponibili a iosa per chi solo voglia consultarle – mostrano una realtà affatto diversa.
Secondo gli ultimi dati forniti dallo United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (oPt Protection of Civilians – Reports to the end of May 2008), nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2005 e il 31 maggio di quest’anno, i morti e i feriti delle due parti ammontavano alle seguenti cifre:
2005
Palestinesi uccisi 216 (60 bambini), feriti 1.260
Israeliani uccisi 48 (6 bambini), feriti 484
rapporto uccisi 4,5:1
2006
Israeliani uccisi 48 (6 bambini), feriti 484
rapporto uccisi 4,5:1
2006
Palestinesi uccisi 678 (140 bambini), feriti 3.194
Israeliani uccisi 25 (2 bambini), feriti 377
rapporto uccisi 27:1
2007
Israeliani uccisi 25 (2 bambini), feriti 377
rapporto uccisi 27:1
2007
Palestinesi uccisi 396 (53 bambini), feriti 1.844
Israeliani uccisi 13 (0 bambini), feriti 322
rapporto uccisi 30,4:1
2008
Israeliani uccisi 13 (0 bambini), feriti 322
rapporto uccisi 30,4:1
2008
Palestinesi uccisi 397 (80 bambini), feriti 1.225
Israeliani uccisi 24 (4 bambini), feriti 170
rapporto uccisi 16,5:1
Già questi dati rivelano come il concetto di “risposta” israeliano sia molto più simile a quello di una “rappresaglia” di stampo nazista piuttosto che a quello di una “autodifesa” di uno Stato aggredito, posto che sia concepibile definire come vittima di una aggressione una nazione che porta avanti da più di quarant’anni un’occupazione militare ormai unica al mondo, caratterizzata dalla ferocia, dalla brutalità, dal totale disinteresse per il concetto stesso di diritti umani.
Ma l’obiezione che più spesso si avanza alla cruda realtà dei numeri e del massacro della popolazione palestinese è: sì, d’accordo, ma i “terroristi” colpiscono indiscriminatamente i civili, gli Israeliani al contrario cercano sempre di salvaguardarne l’incolumità; ma anche questa tesi naufraga miseramente alla luce dei dati statistici.
Nel periodo sopra considerato, dei 110 Israeliani uccisi dai Palestinesi, soltanto 29 (pari al 26,4%) erano civili, mentre il restante 73,6% delle vittime appartenevano all’Idf e sono state uccise durante raid militari.
Di contro, nello stesso lasso di tempo, dei 1.687 Palestinesi uccisi dall’esercito israeliano (escludendo quindi le vittime delle fucilate dei settlers…), il 47,13% erano militanti uccisi in combattimento, il 43,62% erano civili inermi e il restante 9,25% erano vittime di eliminazioni “mirate” o wanted persons uccise durante operazioni di arresto.
Per riassumere, dunque, nel periodo 1° gennaio 2005 – 31 maggio 2008 gli Israeliani hanno ucciso 1.687 Palestinesi, dei quali il 43% erano civili inermi e innocenti, mentre i Palestinesi hanno ucciso 110 Israeliani, dei quali il 26% erano civili inermi e innocenti, in un rapporto di 15,3:1 per quanto riguarda il totale delle persone uccise, rapporto che diventa di 24,4:1 se ci si limita a considerare la popolazione civile.
Eppure, anche di fronte a queste cifre, i Palestinesi continuano ad essere considerati terroristi anziché vittime e gli Israeliani vittime anziché assassini e carnefici, in un diabolico sovvertimento della realtà che trova difficilmente riscontri nella storia.
Israeliani uccisi 24 (4 bambini), feriti 170
rapporto uccisi 16,5:1
Già questi dati rivelano come il concetto di “risposta” israeliano sia molto più simile a quello di una “rappresaglia” di stampo nazista piuttosto che a quello di una “autodifesa” di uno Stato aggredito, posto che sia concepibile definire come vittima di una aggressione una nazione che porta avanti da più di quarant’anni un’occupazione militare ormai unica al mondo, caratterizzata dalla ferocia, dalla brutalità, dal totale disinteresse per il concetto stesso di diritti umani.
Ma l’obiezione che più spesso si avanza alla cruda realtà dei numeri e del massacro della popolazione palestinese è: sì, d’accordo, ma i “terroristi” colpiscono indiscriminatamente i civili, gli Israeliani al contrario cercano sempre di salvaguardarne l’incolumità; ma anche questa tesi naufraga miseramente alla luce dei dati statistici.
Nel periodo sopra considerato, dei 110 Israeliani uccisi dai Palestinesi, soltanto 29 (pari al 26,4%) erano civili, mentre il restante 73,6% delle vittime appartenevano all’Idf e sono state uccise durante raid militari.
Di contro, nello stesso lasso di tempo, dei 1.687 Palestinesi uccisi dall’esercito israeliano (escludendo quindi le vittime delle fucilate dei settlers…), il 47,13% erano militanti uccisi in combattimento, il 43,62% erano civili inermi e il restante 9,25% erano vittime di eliminazioni “mirate” o wanted persons uccise durante operazioni di arresto.
Per riassumere, dunque, nel periodo 1° gennaio 2005 – 31 maggio 2008 gli Israeliani hanno ucciso 1.687 Palestinesi, dei quali il 43% erano civili inermi e innocenti, mentre i Palestinesi hanno ucciso 110 Israeliani, dei quali il 26% erano civili inermi e innocenti, in un rapporto di 15,3:1 per quanto riguarda il totale delle persone uccise, rapporto che diventa di 24,4:1 se ci si limita a considerare la popolazione civile.
Eppure, anche di fronte a queste cifre, i Palestinesi continuano ad essere considerati terroristi anziché vittime e gli Israeliani vittime anziché assassini e carnefici, in un diabolico sovvertimento della realtà che trova difficilmente riscontri nella storia.
Etichette: Israele, ocha, palestina, terrorismo
10 Commenti:
una realtà alquanto distorta quella della vignetta..
basta dare un occhiata all'educazione che viene esercitata sui bambini palestinesi basata sull'odio ed il terrorismo.
oppure basta guardare le manifestazioni dei palestinesi dove sono visibili bambini che imbracciano kalashnikov o altri bambini con cinture di esplosivi addosso.L'educazione c'è eccome mio caro autore ma purtroppo c'è solo quella all'odio ed al terrorismo cosa che non vedo andando in Israele per esempio..
Mi sembra vergognosa ed oltraggiosa la pistola in tasca al bambino ebreo quando sono quelli palestinesi ad imbracciare i mitra (e non le mazzafionde come nella vignetta). ti avevo già consigliato di chiudere questo blog e di farti una vacanza in israele per osservare con i tuoi OCCHI la realtà ma vedo con costernazione che continui imperterrito a sputtanare un paese solo per farti pubblicità scrivendo cose che ti fanno più comodo....a proposito!!!dove sta SCRITTO sul sito che dei miliziani palestinesi nonostante l'accordo di giovedì hanno rotto la tregua proprio il giorno dopo,venerdì,sparando da una vettura ferendo tre allievi di una scuola ebraica (uno di loro grave)
vorrei sapere come mai non l'hai diffusa questa notizia da grande pacifista e mediatore quale sei???ma no..non puoi...tu sei interessato solo ai palestinesi e ti comporti come se avessi i paraocchi con i civili israeliani.
dall'anonimo della discussione sulla vignetta del puzzle
ps:io continuo ad andarci in Israele
Di quale scuole parli, di quelle che i bambini non possono frequentare per mancanza di libri, di luce, di attrezzature per i laboratori?
Oppure i master e i corsi universitari all'estero che i Palestinesi non possono frequentare per il blocco delle frontiere?
La scuola dell'odio c'è, ma non è gestita da Hamas, bensì da Israele, con i suoi raid, le sue devastazioni, i suoi arresti, i suoi assassinii di civili (quasi uno su due, detto per inciso...).
Per il resto, voglio ricordarti che non ho neanche parlato del settler che ha investito e ucciso con la sua auto un anziano palestinese, o dei militanti palestinesi vittime di un "assassinio mirato" appena un giorno prima della tregua.
Tregua che tiene, per fortuna, speriamo solo che Israele mantenga le sue promesse e riapra i valichi per l'afflusso delle merci da e per Gaza e, sperabilmente, anche per le persone.
Perchè c'è già chi rema contro...
P.S.: magari restaci in Israele, così siamo contenti tutti!
e cosi vorresti affibiare la colpa dell'educazione al terrorismo ad israele!!!sei veramente un antisemita allora..quelli come te condannano israele e dicono di dare supporto ai palestinesi....mmm...ma quanti di voi mandano effettivamente aiuti a quella gente che muore,magari donando un po' di soldi per ricostruzioni o magari cercando di far dimettere quei terroristi di hamas che pensano solo a lanciare i qassam su sderot invece di preoccuparsi dei suoi civili.ma invece no... per te è più comodo parlare e dare la colpa agli altri. neanche al mondo arabo interessano i palestinesi infatti li considerano semplicemente profughi e non gli accoglierebbero mai nei loro paesi ne gli darebbero beni...e tu vorresti far credere di avere a cuore il popolo palestinese???ma fammi il favore!!
la vera assurdità e che tu non consideri la vicenda israelo-palestinese una guerra e ti meravigli ogni maledetta volta che israele alza un dito.la guerra,vorrei ricordarti, è fatta anche di vittime,ma dato che in questa guerra gli ebrei hanno ragione ed hanno il diritto di vincerla,tu, da grande antisemita quale sei critichi loro e li accusi di genocidio.Dato che tu sei antisemita non puoi che borbottare su questa di guerra (anche se ce ne sono altre nel mondo per esempio dai un'occhiata al tibet se ti capita,l'unico difetto è che in quella guerra non ci sono ebrei!!!peccato eh!?
P.S: magari potessi restarci in Israele,è sicuramente un Paese migliore dell'Italia ma bisogna chiedersi:tu faresti lo stesso con i territori palestinesi? DOMANDONE DA 1.000.000 DI EURO!!!!
ah, dimenticavo di illustrarti perchè
gli ebrei hanno il diritto di vincere questa guerra:in una villa(GIUDEA) molto grande viveva una famiglia(ebrei). Le cose nella villa andavano bene fino a quando,un giorno,arrivò la polizia(romani) che cacciò violentemente la famiglia dalla tanto bella casa. Questa povera famiglia venne spedita molto lontano e fu costretta a vagare per molti anni per ritrovare la sua vecchia casa. intanto alla famigliola gli successe veramente di tutto: violenze di ogni tipo alcune addirittura smisurate (crociate pogrom shoà e molte altre) solo per la colpa di avere abitudini diverse. Un bel giorno però,la famiglia riusci a ritrovare la sua villetta che però era occupata da altre famiglie (palestinesi,libanesi,iraqeni ecc.).
Anche se l'avrebbe voluta tutta (ne avrebbe avuto senz'altro il diritto),la famiglia chiese il permesso a tutte le famiglie della città(il mondo) per poter avere solo un bagno una cucina e una stanza che aveva per tutti i componenti della famiglia un valore culturale inestimabile(Gerusalemme). l'accordo fu raggiunto: la famiglia avrebbe avuto il bagno,la cucina e la stanza in condivisione con un'altra famiglia. La famiglia era molto contenta per aver riavuto almeno una piccola parte della grande casa ma fu subito attaccata da tutte le famiglie della casa più altre della casa vicino(siria,giordania,egitto). La famigliola non voleva essere cacciata di nuovo perciò rispose a sua volta con la forza. Dopo molto tempo raggiunse la pace con la maggior parte delle famiglie,ma una in particolare non voleva proprio ridargli nemmeno una stanza. sebbene la famiglia si difendesse bene veniva costantemente rimproverata di esagerare da altre famiglie ma veniva anche minacciata di sparire da una famiglia. Questa famiglia continua tutt'ora a combattere per riavere la sua casa.
Dopo ciò bisogna farsi una domanda: se fosse la mia famiglia ad aver subito ed a continuare a subire tutto ciò mi arrabbierei un pochino
e cercherei di riavere ciò che è mio?
bye bye
Ti voglio fare contento, caro anonimo: ebbene si, sono un antisemita della peggiore specie, convinto come sono che Israele debba rispettare la legalità internazionale, ritirarsi dai territori che illegalmente occupa e permettere la nascita di uno Stato palestinese sovrano.
Voglio solo ricordarti che la questione israelo-palestinese non è una "guerra", bensì una occupazione militare di stampo coloniale - unica al mondo - in cui Israele occupa territori non suoi, devasta e distrugge, sottrae risorse naturali, affama, terrorizza e massacra un intero popolo praticamente indifeso.
Per quanto riguarda il tuo sproloquio sulla "villetta", vorrei citarti questo mio post: http://palestinanews.blogspot.com/2008/03/il-popolo-ebraico-uninvenzione.html, di cui riporto l'incipit.
"La Dichiarazione di Indipendenza di Israele afferma che il popolo ebraico proviene dalla Terra di Israele e che fu esiliato dalla sua patria. Ad ogni scolaro israeliano si insegna che ciò accadde durante il dominio romano, nell’anno 70 d.C. La nazione rimase fedele alla sua terra, alla quale iniziò a tornare dopo 2 millenni di esilio.
Tutto sbagliato, dice lo storico Shlomo Zand, in uno dei libri più affascinanti e stimolanti pubblicati qui (in Israele, n.d.t.) da molto tempo a questa parte. Non c’è mai stato un popolo ebraico, solo una religione ebraica, e l’esilio non è mai avvenuto – per cui non si è trattato di un ritorno. Zand rigetta la maggior parte dei racconti biblici riguardanti la formazione di una identità nazionale, incluso il racconto dell’esodo dall’Egitto e, in modo molto convincente, i racconti degli orrori della conquista da parte di Giosué. È tutta invenzione e mito che è servita come scusa per la fondazione dello Stato di Israele, egli assicura.
Secondo Zand, i romani, che di solito non esiliavano intere nazioni, permisero alla maggior parte degli ebrei di restare nel paese. Il numero degli esiliati ammontava al massimo a qualche decina di migliaia. Quando il paese fu conquistato dagli arabi, molti ebrei si convertirono all’Islam e si assimilarono con i conquistatori. Ne consegue che i progenitori degli arabi palestinesi erano ebrei. Zand non ha inventato questa tesi; 30 anni prima della Dichiarazione di Indipendenza, essa fu sostenuta da David Ben-Gurion, Yitzhak Ben-Zvi ed altri."
Dunque, secondo Zand, il popolo ebraico non è altro che una invenzione, non vi è mai stato alcun esilio.
Israele in questi anni ha raccattato ebrei dappertutto nel mondo - gente che con la Palestina non aveva mai avuto niente a che vedere da generazioni e generazioni - salvo poi in qualche caso pentirsene e ripensarci, come nel caso dei falasha etiopi.
Grazie a quella bizzarra forma di acquisto della cittadinanza nota come "clausola del nonno", anch'essa unica al mondo.
Ma non sono le questioni storiche che mi interessano.
Esistono fior di risoluzioni Onu che impongono il ritiro di Israele dai territori occupati, la suddivisione di Gerusalemme, il diritto al ritorno dei profughi (quelli veri).
Di questo si tratta, e non di altro, di rispetto della legalità internazionale, del diritto umanitario, dei diritti umani basilari dei Palestinesi.
Ciò detto, battersi per la pace e la giustizia tra i popoli non implica affatto voler andare a vivere in Palestina.
L'Italia è la mia patria, e non ho alcun vincolo di fedeltà ad altri Paesi come forsi altri hanno.
Io vivo bene in Italia, non vorrei vivere in un altra nazione.
Non certo in Israele, un Paese razzista, colonialista, brutale e indifferente ai diritti umani altrui.
Vorresti dire che l'impero costruito dal popolo ebraico che si era insidiato in giudea non faceva di esso un popolo?Sono basito. Può darsi che Zand riporti le sue opinioni in modo convincente come hai detto tu,ma non basta la convinzione per parlare di storia.
Inoltre,l'essere più debole di Israele come popolazione,non rende i Palestinesi assenti da una guerra che c'è e in cui fanno abbastanza attivamente la loro parte. Comunque a me basta e avanza sentire che tu ammetti e accetti la tua vera natura:quella antisemita.Perciò non serve più a niente discutere su un argomento su cui uno dei due è estremamente di parte.
Permettimi di correggerti, tu non solo sei di parte - il che non è necessariamente un male - ma hai anche conferito il cervello all'ammasso.
E' questo è un guasto irrimediabile.
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