2 febbraio 2010

International Israeli Apartheid Week 2010.

Per il sesto anno consecutivo, la prima settimana di marzo avrà luogo in tutto il mondo la Settimana Internazionale dell'Apartheid Israeliana (International Israeli Apartheid Week - IAW), un momento importante per far conoscere all'opinione pubblica i diritti e le ragioni del popolo palestinese. Quella che segue è una breve descrizione in italiano dell'International Apartheid Week e dell'insieme dei principi cui bisogna aderire in modo da entrare a far parte del network di città che partecipano all'evento.

L'idea di base è quella di agire in coordinamento mondiale organizzando in ogni città, nella settimana che va dall'1 al 7 marzo, attività, conferenze, eventi, mostre, cineforum ed altre iniziative similari volte alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica su ciò che accade in Palestina, sulle sofferenze della popolazione palestinese e sui crimini commessi da Israele.

Lo scorso anno, più di 40 città nel mondo hanno partecipato a questa iniziativa; in Italia l'unica città che è stata in grado di organizzarsi e di entrare a far parte del network IAW è stata Pisa, mentre quest'anno dovrebbe partecipare anche Bologna.

Si tratta dunque di una grande occasione di visibilità e di condivisione con gli altri gruppi di attivisti presenti in tutto il mondo per la lotta verso la libertà e l'affermazione dei diritti del popolo palestinese.

Chi volesse organizzare la International Apartheid Week 2010 potrà contattare:

Per ulteriori informazioni:

ISRAELI APARTHEID WEEK

Invito a partecipare alla Settimana Internazionale dell’Apartheid Israeliana (IAW - International Apartheid Week).

BACKGROUND STORICO

La IAW nasce a Toronto, in Canada, nel febbraio 2005. Fu inizialmente organizzata da un collettivo di studenti arabi dell’Università di Toronto, in coordinamento con altri soggetti in tutta la città. Registrò un incredible successo richiamando a se i media di tutto il mondo.

La IAW fu il risultato di lunghissimi anni di lotte degli attivisti canadesi. L’azione degli attivisti negli anni precedenti si era concentrata sugli eventi di violenza e brutalità che l’occupazione israeliana nella West Bank e a Gaza causava ogni giorno, si trattava di una continua situazione d’emergenza. Il grande merito della IAW è stato quello di allargare il dibattito includendo importanti fattori quali ad esempio la discriminazione razziale nei confronti dei cittadini palestinesi residenti all’interno dello Stato d’Israele e l’evacuazione dei rifugiati palestinesi dalle proprie terre, entrambi conseguenze delle dottrine sioniste, strutturalmente razziste.

La IAW si ispira inoltre alla campagna BDS (Boicottaggio disinvestimento e sanzioni contro Israele), lanciata nel 2005 da 170 organizzazioni civili e politiche palestinesi. La BDS chiede all’opinione pubblica internazionale di boicottare Israele fino a quando esso non rispetterà:
1-principi di uguaglianza totale verso i cittadini arabi dello Stato d’Israele
2-fine dell’occupazione e della colonizzazione delle terre arabe
3-distruzione del muro di separazione
4-garanzia del diritto dei rifugiati palestinesi al ritorno alle proprie case e proprietà garantito dalla Risoluzione delle Nazioni Unite numero 194

La IAW è dunque una campagna dagli scopi sopratutto educativi che mira a sensibilizzare l’opinione pubblica circa le politiche, le pratiche e le istituzioni dell’apartheid israeliana e il modo in cui influenzano la vita quotidiana dei palestinesi – all’interno di Israele, nei Territori Occupati e nel mondo - i Palestinesi della diaspora-. La IAW intende promuovere un’analisi rigorosa delle caratteristiche dell’apartheid israeliana chiamando la società civile di ogni paese ad agire in solidarietà con i Palestinesi.

Negli anni la IAW diventò poi allo stesso tempo un incentivo alla creatività, all’originalità e all’approfondimento degli organizzatori circa la comprensione del conflitto che veniva analizzato secondo metodologie e prospettive diverse: cineforum, eventi culturali, mostre, spettacoli teatrali, manifestazioni, atti di protesta ecc.

IAW 2006-2009

Dal 2006 in poi la IAW si è diffusa in tutto il mondo raggiungendo famose ed antiche università quali Oxford, SOAS, Cambridge, Ottawa, Hamilton, Montreal, New York. Nel 2007 il numero di adesioni per l’Apartheid Week raddoppiò. A New York in particolare nacque l’idea di diffondere gli eventi organizzati durante la IAW in tutti gli spazi della città, senza mantenerli all’interno del campus universitario. Nel 2008 l’evento raggiunse grande visibilità mediatica e 25 grandi città nel mondo ne fecero parte, tra cui Soweto in Sud Africa, la città resa famosa dall’insurrezione del 1976 contro il regime d’apartheid. Migliaia di studenti in tutto il mondo parteciparono agli eventi ed ebbero modo di analizzare lo stato israeliano quale stato d’aparthied prendendo dunque in esame la necessità di agire con atti concreti di solidarietà nei confronti del popolo palestinese.

L’analogia con l’apartheid è risultata utile a comprendere il contesto coloniale del sionismo e le sue marcate similitudini con movimenti quali i Pied Noir nell’Algeria colonizzata, i coloni della Rodesia e gli Afrikaners della Sud Africa dell’apartheid. Questo paradigma ci ha aiutato a comprendere le connessioni tra questa ed altre lotte passate contro il razzismo e la discriminazione.

COME PARTECIPARE

La IAW si sviluppa in tutto il mondo grazie alle organizzazioni, alle associazioni, ai gruppi di cittadini che ne sposano i principi base organizzando iniziative in questo senso. Questa rete di organizzazioni del mondo è importantissima e deve mantenersi in contatto per poter condividere e coordinare azioni, supporto reciproco, capacità, idee, informazioni e risorse.

Per le nuove adesioni alla rete della IAW internazionale vi chiediamo di aderire ai principi base elencati di seguito e così potremo unirvi alla lista ufficiale di città che organizzano l’apartheid week in tutto il mondo. Tale lista sarà utilizzata per il coordinamento tra città e paesi, per condividere idee, consolidare e costruire risorse in modo che possano essere più accessibili a tutti i partecipanti.

Presso questo indirizzo http://www.apartheidweek.org/ ogni area ha una pagina e possono essere inviati eventi ed informazioni così come informazioni e programmi circa le IAW degli ultimi due anni.

Per mettervi in contatto con la rete della IAW internazionale contattare:
Palestina: Anti-Apartheid Wall Campaign: global@stopthewall.org
Canada: Students Against Israeli Apartheid: saia@riseup.net
U.S: israeliapartheidweek@yahoo.com
U.K: palsoc@herald.ox.ac.uk and palsoc@saos.ac.uk
South Africa: witspsc@gmail.com

PRINCIPI BASE

1- Il fine della IAW è quello di educare i cittadini circa la natura d’apartheid dello Stato d’Israele contribuendo a rafforzare campagne per il Boicottaggio il Disinvestimento e le Sanzioni (BDS) contro Israele.

Desideriamo dare il nostro contributo circa la comprensione di Israele quale stato d’apartheid. I cittadini palestinesi sono esclusi dal controllo e dallo sviluppo di più del 90% delle terre, vengono discriminati negli aspetti più basilari e quotidiani della loro vita: educazione, sistema sanitario, servizi pubblici, pubblico impiego, semplicemente perché sono Palestinesi. I Palestinesi che furono espulsi nel 1948 e nel 1967 non possono tornare alle proprie case e alle proprie terre e allo stesso tempo qualsiasi persona ebrea nel mondo ha il diritto di trasferirsi a vivere in Israele ricevendo automaticamente la cittadinanza israeliana. Nella West Bank occupata e nella Striscia di Gaza i palestinesi vivono sottoposti a una legge militare discriminatoria, distribuiti in bantustans isolati tra loro e circondati dal muro

2-Lavoreremo per porre fine alla complicità internazionale con questo stato d’apartheid. I governi offrono grande supporto economico e politico al regime di apartheid israeliano. Le corporazioni guadagnano grazie agli investimenti e alle operazioni bancarie congiunte a compagnie israeliane. Le istituzioni, le organizzazioni e i sindacati che non si oppongono a ciò permettono il sostegno morale ed economico di Israele. Questo tipo di cooperazione e supporto permette all’apartheid di continuare ad esistere, per questo porre fine alla complicità internazionale è così importante.

3-Crediamo che l’apartheid israeliana sia un elemento facente parte di un più vasto sistema economico e militare di dominazione. Per questo restiamo solidali con tutte le persone oppresse del mondo, in particolare con le comunità indigene che soffrono la repressione di regimi coloniali, lo sfruttamento e il dislocamento.

4-Siamo contro l’ideologia razzista del sionismo che fornisce le basi al colonialismo israeliano. Siamo contrari perché esso discrimina direttamente e forzatamente tutti coloro che non sono ebrei. Siamo contro tutte le forme di discriminazione e crediamo che non ci sarà mai giustizia senza la restaurazione di tutti i diritti di ciascuno, senza differenze di razza, etnia o nazionalità.

5-Le nostre richieste si basano sulla richiesta della società civile palestinese per il Boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele del 9 Luglio 2009 e avanzata da più di 170 organizzazioni palestinesi.

6-Boicottaggio disinvestimento e sanzioni dovranno essere applicate fino a quando Israele riconoscerà il diritto inalienabile del popolo palestinese all’autodeterminazione, riconosciuto dal diritto internazionale quale diritto fondamentale:

1-Mettendo fine all’occupazione e alla colonizzazione delle terre arabe, distruggendo il muro e liberando tutti i prigionieri politici arabi e palestinesi
2-Riconoscendo i diritti fondamentali dei cittadini arabi residenti all’interno dello Stato d’Israele e la loro uguaglianza con gli altri cittadini
3-Rispettando, proteggendo e promuovendo il diritto dei rifugiati palestinesi al ritorno alle proprie case e proprietà garantito dalla Risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite numero 194.

7-Per fare parte dell’International Apartheid week le organizzazioni devono impegnarsi a:

a) Accettare i principi esposti qui sopra
b) coordinarsi con il network internazionale
c) promuovere campagne di sensibilizzazione circa la BDS all’interno delle attività della IAW

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2 Commenti:

Alle 2 febbraio 2010 alle ore 23:34 , Anonymous Andrea ha detto...

Si sa che l'odio antisemita non ha un inizio né una fine, c'è sempre, ma per sette giorni, nella settimana dell'apartheid di Israele verso i poveri palestinesi, sarà incanalato meglio, con più ordine e sarà alimentato da conferenze, filmati, testimonianze, tarocchi su tarocchi, tutto teso a far capire agli studenti universitari e dei college di tutto il mondo che Israele è uno stato di apartheid come lo fu il Sud Africa, che Israele è uno stato da odiare, da demonizzare, da dileggiare, da calunniare.
Nel mondo, ormai da sempre, si assiste al festival dell'odio antisraeliano, non sanno più cosa inventare. Se gli studenti ebrei si ribellano vengono malmenati, i gruppi dei palestinesi sono sempre più organizzati, violenti , ormai sono una rete internazionale molto potente e sempre di più riescono a creare odio antisemita tra i giovani di tutto il mondo, basta raccontare un paio di palle ed ecco che i soci di tali organizzazioni aumentano e si dedicano alla caccia all'ebreo.
Ma quale apartheid? L'apartheid è nella testa di chi lo dice!
Cisgiordania e Gaza sono territori che da almeno quindici anni Israele ha accettato di trasferire in grandissima parte al futuro stato palestinese indipendente. Nel frattempo tutte le misure difensive israeliane, sistematicamente adottate dopo gli assalti del terrorismo, vengono descritte dagli accusatori come atti ferocemente arbitrari, motivati da puro accanimento razzista. A cominciare dalla barriera difensiva: quel “muro” (che è muro per meno del 5%) che pure ha contribuito ad abbattere drasticamente il numero di attentati e di vittime del terrorismo. Inutile ricordare che per 35 anni nessuno in Israele aveva mai pensato di erigere una tale barriera, finché non è arrivata la seconda intifada con la sua micidiale sequenza di attentati.

 
Alle 3 febbraio 2010 alle ore 17:28 , Blogger vichi ha detto...

Ormai andrea si è assunto come compito quello di mostrare il volto più becero e più stupido della propaganda sionista.

Naturalmente è un leit-motiv della propaganda sionista quello di tacciare le manifestazioni di denuncia dei crimini e delle violazioni del diritto umanitario da parte di Israele come manifestazioni di "odio antisemita", oramai non ci si fa più neanche caso.

Ma questi cialtroni, peraltro, sanno anche essere involontariamente pieni di senso dell'umorismo, come quando si afferma che "da almeno 15 anni" Israele ha accettato di trasferire "in grandissima parte" (ma quali e quante parti?) i territori della West Bank ai Palestinesi: e quando si decidono a farlo sul serio?

E mentre meditano sui tempi e modi del "trasferimento", i bravi coloni per non sbagliare continuano a costruire le loro belle villette a schiera...

Per quanto riguarda il muro, poi, ripeterlo a chi fa finta di non capire è inutile, ma andrebbe ricordato che Israele il muro doveva costruirlo a casa propria, non sulle terre dei Palestinesi.

Ma, naturalmente, la "sicurezza" di Israele è la scusa buona per ogni furto e ogni crimine.

Speriamo non lo diventi anche per un attacco all'Iran...

 

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