21 agosto 2010

Israele nella Ue? Già fatto!

Molti ricorderanno come il premier italiano Berlusconi, in occasione di una recente visita in Israele, abbia ribadito la propria volontà di adoperarsi per favorire l’ingresso di Israele nell’Unione Europea (un vecchio cavallo di battaglia dei radicali, in realtà).

Naturalmente si trattava solo di belle parole adatte alla circostanza, perché né la Ue né Israele hanno intenzione di formalizzare un simile passo. Anzitutto, perché è chiaro che Israele dovrebbe prima rinunciare ai Territori occupati e rientrare nell’alveo della legalità internazionale.

L’ingresso israeliano nel club europeo, inoltre, dovrebbe fondarsi sulle quattro libertà di circolazione della Ue: delle persone, delle merci, del denaro e dei servizi. Cose che Israele non è assolutamente pronto ad autorizzare.

E, infine, l’adesione di Israele alla Ue mal si concilia con il regime di apartheid vigente nei Territori palestinesi e con l’elevato tasso di discriminazione razziale che permea la legislazione e la pratica amministrativa israeliane.

E, tuttavia, Israele ha di fatto con i Paesi europei legami fortissimi da un punto di vista politico, economico e, soprattutto, militare, tali da averlo fatto divenire – in maniera informale e soprattutto “silenziosa” – un vero e proprio Stato-membro della Ue.

Di questo tratta l’articolo pubblicato il 31 luglio da Robert Fisk sull’Independent, qui proposto (con qualche correzione) nella versione offerta dal sito ComeDonChisciotte.

Israele si è insinuato nell’Unione Europea senza che nessuno se ne accorgesse.

La morte di cinque soldati israeliani 2 settimane fa a causa di un incidente d’elicottero in Romania non ha fatto notizia.

C’era in corso una esercitazione Nato-Israele. Bene, allora è tutto ok. Immaginate ora se a morire in un incidente d’elicottero in Romania questa settimana fossero stati cinque soldati di Hamas. A questo punto staremmo ancora ad indagare su questo straordinario fenomeno. Come potrete notare, non sto paragonando Israele ad Hamas. Israele è il paese che 19 mesi fa ha massacrato a Gaza in tutta legittimità più di 1300 palestinesi - di cui più di 300 bambini - mentre i cattivi, succhiatori di sangue e terroristi membri di Hamas hanno ucciso 13 israeliani (3 di essi in realtà si sono uccisi accidentalmente tra di loro).

Ma c’è un parallelo. Richard Goldstone, l’eminente giudice ebreo sudafricano, nella sua inchiesta per conto dell’Onu sul bagno di sangue a Gaza è giunto alla conclusione che entrambe le parti hanno commesso crimini di guerra – egli è stato, come è ovvio, correttamente definito come “il male” da ogni sorta di sostenitori di Israele negli Usa giustamente indignati, il suo eccellente rapporto è stato rifiutato da 7 governi della Ue - pertanto una domanda nasce spontanea. Cosa sta facendo la Nato quando gioca a combattere con un esercito accusato di crimini di guerra?

O, più precisamente, cosa diavolo fa la Ue quando cerca di ingraziarsi gli Israeliani? In un libro straordinario, dettagliato - forse leggermente esasperante - che uscirà a novembre, l’instancabile David Cronin presenta un’analisi minuziosa sui “nostri” rapporti con Israele. Ho da poco terminato la lettura del manoscritto, e mi ha lasciato senza parole. Come scrive nella prefazione: “Israele ha sviluppato dei legami politici ed economici con la Ue negli ultimi 10 anni talmente forti da essere divenuto uno stato membro dell’unione in tutto tratte che nominalmente.” A dir la verità è stato lo stesso Javier Solana, capo della politica estera dell’Unione Europea (già segretario generale della Nato) a dichiarare lo scorso anno che “Israele, consentitemi di dirlo, è un membro dell’Unione Europea senza essere membro dell’istituzione”.

Scusate, per caso ne eravamo a conoscenza? Abbiamo votato per questo? Chi ha permesso che ciò accadesse? È possibile che David Cameron - adesso convinto sostenitore dell’ingresso della Turchia nella UE - sia d’accordo con ciò? Probabilmente sì, visto che continua a dichiararsi amico di Israele dopo che questo paese ha fornito una eccellente serie di passaporti britannici falsi per i suoi assassini a Dubai. Come afferma Cronin: “La Ue si mostra vile nei confronti di Israele, in netto contrasto con le ferme posizioni adottate quando atrocità anche maggiori si sono verificate in altri conflitti”. Per esempio, dopo la guerra russo-georgiana nel 2008, la Ue ha incaricato una missione indipendente per sapere se il diritto internazionale fosse stato violato, e ha preteso un’inchiesta internazionale sulle violazioni dei diritti dell’uomo dopo la guerra dello Sri Lanka contro le Tigri Tamil. Cronin non nega la responsabilità dell’Europa nell’Olocausto e accetta che ci sarà sempre una sorta di “dovere morale” per i nostri governi affinché ciò non accada di nuovo – anche se ho notato che Cameron ha dimenticato di menzionare l’Olocausto armeno del 1915 quando questa settimana ha leccato i piedi ai Turchi.

Ma non è questo il punto. Nel 1999, le vendite di armi britanniche ad Israele – una nazione che occupa la Cisgiordania (e Gaza) e che costruisce colonie illegali solo ed esclusivamente per ebrei in terra araba - hanno sfiorato gli 11,5 milioni di sterline, per raddoppiare in due anni fino a raggiungere un totale di 22,5 milioni di sterline. Si tratta di armi leggere, di kit di granate pronte per il montaggio e di equipaggiamenti per aerei da combattimento e per carri armati. C’è stato qualche rifiuto quando Israele nel 2002 ha utilizzato contro i Palestinesi carri Centurion modificati, ma nel 2006, l’anno in cui Israele ha massacrato altri 1300 Libanesi, quasi tutti civili, durante l’ennesima crociata contro il “terrorismo mondiale” di Hezbollah, la Gran Bretagna ha concesso più di 200 licenze per l’esportazione di armi.

Certamente alcune attrezzature britanniche sono dirette ad Israele passando per gli Usa. Nel 2002, la Gran Bretagna ha fornito un “head-up display” (o semplicemente HUD, un tipo di display che permette di controllare i dati di volo, senza visualizzare i diversi strumenti di cabina, n.d.t.), creato dalla BAE Systems per Lockheed Martin, subito istallato sui caccia-bombardieri F-16 destinati ad Israele. La Ue non si è opposta. È da aggiungere che, nello stesso anno, i Britannici hanno ammesso di aver provveduto alla formazione di 13 membri dell’esercito israeliano. All’epoca della guerra in Libano nel 2006, aerei Usa che trasportavano armi per Israele fecero rifornimento in aeroporti britannici (e, ahimé, sembra anche in aeroporti irlandesi). Durante i primi tre mesi del 2008, abbiamo fornito licenze di esportazione d’armi a Israele per un totale di 20 milioni di sterline, giusto in tempo per l’attacco contro Gaza. Gli elicotteri Apache utilizzati contro i Palestinesi, a detta di Cronin, contengono pezzi fabbricati da SPS Aerostructures nel Nottinghamshire, da Smiths Industries a Cheltenham, da Page Aerospace nel Middlesex e da Meggit Avionics nell’Hampshire.

Devo continuare? Israele, per inciso, è stato elogiato dalla Nato per il suo aiuto “logistico” in Afghanistan – dove annualmente uccidiamo persino più Afgani rispetto ai Palestinesi usualmente uccisi dagli Israeliani - il che non sorprende affatto visto che il capo dell’esercito israeliano Gabi Ashkenazi ha visitato la sede Nato a Bruxelles per discutere di legami più stretti con la Nato. E Cronin spiega in maniera convincente uno straordinario – quasi oscenamente bello - accordo finanziario in “Palestina”. La Ue stanzia milioni di sterline di fondi comunitari per i progetti nella striscia di Gaza. Questi sono regolarmente distrutti dalle armi israeliane di fabbricazione americana. Funziona così. I contribuenti europei sborsano per i progetti, i contribuenti americani per le armi che Israele usa per distruggerli. In seguito i contribuenti della Ue sborsano per la ricostruzione dell’intero lotto. E i contribuenti americani… Insomma avete capito. Israele, fra l’altro, ha già un “programma di cooperazione particolare” con la Nato, che gli consente di accedere alle risorse informatiche dell’organizzazione.

A conti fatti, è bene avere un alleato solido come Israele dalla nostra parte, anche se il suo esercito è una marmaglia e alcuni dei suoi uomini criminali di guerra. A questo punto, perché non domandare anche a Hezbollah di unirsi alla Nato - immaginate quanto i nostri ragazzi in Helmand potrebbero beneficiare delle sue tattiche di guerriglia. E poiché gli elicotteri Apache israeliani uccidono spesso dei civili libanesi - come nel 1996, quando un’ambulanza che trasportava donne e bambini è stata distrutta da un missile aria-terra Boeing Hellfire AGM 114C - speriamo che i Libanesi possano sempre vedere di buon occhio i cittadini delle contee di Nottingham, del Middlesex, del New Hampshire e, naturalmente, di Cheltenham.

Robert Fisk

(Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di MARTINA PALAZZO)

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