Il maggior sindacato degli insegnanti del Regno Unito chiede la scarcerazione dei minori palestinesi
Dal giorno in cui è avvenuto lo scambio di prigionieri che ha portato alla liberazione del soldato israeliano Gilad Shalit, si moltiplicano gli appelli ad Israele e alla comunità internazionale affinché venga assicurata la liberazione anche dei 164 Palestinesi di età inferiore ai 18 anni attualmente detenuti nelle carceri israeliane.
In prima fila in questa battaglia per la riaffermazione dei diritti violati dei giovani palestinesi vi è senza dubbio una parte rilevante della politica e della società civile del Regno Unito.
Il 18 ottobre scorso, alcuni parlamentari della Camera dei Comuni hanno presentato una mozione di sostegno all'appello che l'Unicef ha rivolto al governo israeliano affinché liberi i minori palestinesi attualmente in regime di detenzione militare, ricordando come la Convenzione sui Diritti del Fanciullo preveda che "la detenzione dei minori dovrebbe essere utilizzata solo come misura di ultima istanza e per l’appropriato periodo di tempo più breve”. La mozione è stata sottoscritta ad oggi da ben 34 parlamentari, in gran parte militanti nelle fila del Labour.
Il 19 ottobre, la National Union of Teachers (NUT), il maggiore tra i sindacati degli insegnanti del Regno Unito con oltre 250.000 tesserati, ha rilanciato il medesimo appello per il rilascio di tutti i detenuti palestinesi di minore età attualmente rinchiusi nei centri di detenzione israeliani.
Alla data del 1° ottobre di quest'anno, nelle carceri israeliane si trovano 164 ragazzi palestinesi di età compresa tra i 12 e i 17 anni. La maggior parte di questi ragazzi sono accusati di lancio di pietre. Frequenti sono i rapporti che continuano ad essere ricevuti circa i maltrattamenti e le torture inflitti ai minori nel sistema giudiziario militare israeliano, così come riguardo alla negazione di diritti fondamentali, quali il rapido accesso all'assistenza di un avvocato, all'essere informati del diritto a rimanere in silenzio e di ottenere che un genitore sia presente durante l'interrogatorio. Christine Blower, Segretario Generale della NUT, ha accolto con favore la recente decisione delle autorità militari israeliane di elevare il limite della maggiore età nei tribunali militari da 16 a 18 anni, in linea con gli standard internazionali, ma ha osservato come nessun minore sia stato incluso nel recente rilascio di prigionieri del 18 ottobre 2011.
L'appello della NUT ai propri associati segue gli appelli similari lanciati dall'Unicef e da membri del Parlamento europeo e di quello del Regno Unito.
Etichette: diritti umani, minori palestinesi, nut, prigionieri palestinesi, unicef
6 Commenti:
Hamas avrebbe potuto pensare a loro invece di far liberare quei porci.
Il problema piuttosto è che quei porci di israeliani non riescono nemmeno a rispettare le convenzioni internazionali da essi stessi sottoscritte.
Vorrei sapere quale altro paese civile, come israele si picca di essere, tiene in galera bambini anche di 12 anni!
Ma voialtri non vi arrendete nemmeno di fronte alla triste evidenza delle infamie di israele.
Forse è l'unico modo per insegnare loro che lanciare i sassi contro i soldati non è un gesto carino. Cosa dovrebbe fare l'IDF? lasciar correre?Oppure è meglio sparargli proiettili di gomma? Tanto se i soldati gli carezzassero le guance per voi sarebbe un crimine ugualmente. Il mio pensiero va comunque a quei codardi e infami padri palestinesi che permettono ai loro figli di andare in giro a far danni
Se vai indietro di qualche articolo potrai gustarti lo spettacolo dei cani di Tsahal mascherati che rapiscono alcuni ragazzini palestinesi mentre giocano a pallone, portandoli via con un furgone. Altro che "andare in giro a far danni".
I vili assassini dell'Idf - purtroppo nell'indifferenza generale - usano andare nelle case alle prime ore del mattino a rapire bambini e ragazzini palestinesi, ritenuti l'anello più debole per ottenere confessioni e "soffiate" estorte con l'intimidazione e i maltrattamenti.
Davvero degli eroi!
ma chi è questo vichi, che gronda odio da ogni riga che scrive? con gente come lui, e purtroppo ce n'è molta, la pace non sarà mai possibile.
E certo, la pace non si raggiunge per colpa di chi denuncia i crimini, non di chi li commette!
E, per la precisione, il mio non è "odio", bensì civile indignazione. Indignazione per chi occupa la terra altrui, massacra civili innocenti, rapisce e tortura ragazzini inermi e innocenti, e indignazione per i governi occidentali che assistono a tutto questo senza intervenire.
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