Le truppe israeliane uccidono un civile e feriscono altri 5 palestinesi nel campo profughi di al-Fawar: si tratta della sesta vittima del 2013 in Cisgiordania
Ancora una volta, un giovane palestinese – questa volta di
soli 22 anni – muore a causa dell’uso eccessivo della forza e del totale
dispregio di ogni norma di diritto internazionale posta a tutela della
popolazione civile da parte delle truppe israeliane.
Il copione, con qualche variante, è sempre lo stesso: i
soldati israeliani entrano in un campo profughi, in una cittadina, in un
villaggio, a volte per operare un arresto, altre volte solo per far vedere che
esistono e che comandano loro, qualche volta addirittura per “allenare” i
soldati ad operazioni sotto copertura.
Capita che succeda un imprevisto, che si lancino pietre,
che scoppino tumulti, che un uomo esca a controllare che intorno alla sua casa
non gironzoli un ladro o un malintenzionato. Ed allora le ss israeliane non esitano un istante a sparare per uccidere, ma
solo per “autodifesa” sia chiaro…
Mahmoud al-Titi è
morto perché gli hanno sparato alla testa un proiettile esplosivo; si tratta della sesta vittima innocente in Cisgiordania
dall’inizio dell’anno. E le canaglie che lo hanno assassinato, ancora una
volta, la faranno franca, alimentando quel clima di impunità e rafforzando la
convinzione, ben viva nei soldati di tsahal, di godere di una vera e propria
licenza di uccidere.
La sera di martedì, 12
marzo 2013, in
un incidente implicante l’uso eccessivo della forza, le truppe israeliane hanno
ucciso un civile palestinese e ne hanno feriti altri cinque, inclusi tre
ragazzi, nel campo profughi di al-Fawar, a sud di Hebron. Uno dei minori feriti
nell’incidente era fratello della vittima.
Secondo le indagini
condotte dal Palestinian Centre for Human
Rights (PCHR), intorno alle 22:20 di martedì, 12 marzo 2013, una jeep
dell’esercito israeliano è entrata nel campo profughi di al-Fawar dall’ingresso
a ovest. Mentre la jeep si avvicinava al centro del campo ha avuto un guasto.
Decine di bambini e di giovani del campo si sono allora radunati intorno alla
jeep e hanno iniziato a tirare pietre contro di essa. In risposta, i soldati
israeliani sono usciti immediatamente dalla jeep ed hanno aperto il fuoco sulla
folla. Come risultato, il 22enne Mahmoud ‘Aadel Fares al-Titi è rimasto
gravemente ferito da un proiettile alla mascella. Un’ambulanza della Mezzaluna
Rossa palestinese ha cercato subito di evacuarlo, ma è stata bloccata per 15
minuti dai soldati israeliani posizionati ad un checkpoint all’entrata del
campo. L’ambulanza ha poi trasportato al-Titi all’ospedale Abu al-Hassan
al-Qassem nel villaggio di Yatta, a sud di Hebron, ma il giovane è stato
dichiarato morto prima dell’arrivo in ospedale. Secondo fonti mediche, il
proiettile era apparentemente di tipo esplosivo, ed è esploso nella testa della
vittima, causando una grave emorragia. Nell’incidente, inoltre, sono rimasti
feriti cinque civili, tra i quali tre minori: Le loro generalità sono le
seguenti:
1) Mahmoud Khalil
al-Shalfan, 19 anni, ferito da un proiettile all’addome;
2) Fares Mahmoud
al-Najjar, 16 anni, ferito da un proiettile alla mano destra;
3) Rami Mohammed
al-Krunz, 35 anni, ferito da un proiettile al piede sinistro;
4) Suhaib Tariq
al-Hlaiqawi, 16 anni, ferito da un proiettile alla coscia sinistra;
5) Fares ‘Aadel
al-Titi, 13 anni, ferito da un proiettile alla mano destra.
Il PCHR è seriamente
preoccupato per gli incidenti di questo tipo, che riflettono il continuato uso
eccessivo della forza da parte delle truppe israeliane contro i civili
palestinesi in spregio delle loro vite.
Il PCHR si appella alla comunità internazionale
affinché adotti immediate ed efficaci misure per porre fine a tali incidenti e
ribadisce la sua richiesta alle Alte Parti Contraenti della Quarta Convenzione
di Ginevra del 1949 di adempiere ai loro obblighi ai sensi dall’articolo 1,
vale a dire di rispettare e far rispettare la Convenzione in ogni circostanza,
e all’obbligo di cui all’articolo 146 di perseguire i soggetti che si presume
commettano le gravi violazioni elencate ai sensi della Convenzione. Tali gravi
violazioni costituiscono crimini di guerra ai sensi dell’articolo 8 dello
Statuto di Roma del Tribunale Penale Internazionale.
Etichette: al-Titi, crimini di guerra, palestina, west bank
2 Commenti:
Tu stasera torni a casa tua, apri la porta, entri e ci trovi me, dentro casa tua. Me ne sto appollaiato sul tuo divano, davanti al tuo televisore, mangiando il tuo cibo prelevato dalla tua dispensa. Scusa ma che ci fai qua, mi chiedi tu. Guarda che io qua ci vivo, questa è casa mia, ti rispondo. Guarda bene sul campanello, non hai visto che il nome è stato cambiato? In effetti è vero, c'è un altro nome sul campanello, ma tu sai benissimo che questa è casa tua e stai per perdere la pazienza, al che io ti dico: guarda, mi dispiace moltissimo che la prendi così male, ma Adonai Elohim mi ha detto che io devo vivere qui. Cioè non te la puoi prendere con me, perchè a me è stato ordinato di vivere qui, non è che ci sia venuto di mia sponte. Sono stato comandato da Adonai Elohim, quindi non è con me che ne devi discutere: io mi sono limitato ad ubbidire agli ordini.
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