L'appello delle organizzazioni umanitarie e dell'Onu per porre fine al blocco della Striscia di Gaza.
Il durissimo embargo economico imposto da Israele ai danni della Striscia di Gaza, a seguito della presa del potere da parte di Hamas, dura ormai da due anni, con conseguenza drammatiche e devastanti per un milione e mezzo di abitanti della Striscia, primi fra tutti donne, bambini e anziani.
Quello che segue è l’appello, in verità assai misurato, delle principali organizzazioni dell’Onu e delle ong che operano nel campo degli aiuti umanitari affinché la comunità internazionale intervenga per porre fine a questa autentica vergogna.
Davvero è inaudito e incredibile che la comunità internazionale – e in primis l’amministrazione Usa del magniloquente Obama – assista del tutto inerte ad una punizione collettiva terribile e spietata, inflitta ad un milione e mezzo di persone inermi e innocenti.
Non si era mai visto nella storia che ad una intera popolazione fosse persino impedito di fuggire dalle zone dei combattimenti, come è accaduto a Gaza.
Non si era mai visto che un’intera popolazione, aggredita e massacrata da uno degli eserciti più potenti del mondo, venisse per sovrappiù punita da un embargo economico che impedisce l’afflusso dei beni e dei materiali necessari per la ricostruzione e che la costringe ad una pressocchè totale dipendenza dagli aiuti umanitari di mera sussistenza.
Ma ad Israele – come sempre – è consentito di tutto, anche di sporcarsi di questa ennesima infamia indegna di un Paese che si reputi civile.
Dichiarazione delle organizzazioni umanitarie, delle ong e delle organizzazioni Onu nel secondo anniversario dell’embargo di Gaza.
Noi, organizzazioni delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie non governative, esprimiamo una sempre più profonda preoccupazione per la continuazione dell’embargo imposto da Israele alla Striscia di Gaza, in vigore ormai da due anni.
Queste sanzioni indiscriminate colpiscono l’intera popolazione di un milione e mezzo di abitanti di Gaza e la gente comune, donne, bambini e anziani sono le prime vittime.
La quantità di merci ammesse a Gaza in vigenza del blocco è pari a un quarto di quelle che vi affluivano in precedenza. Otto camion su dieci contengono cibo, ma anche quello è limitato a soli 18 tipi di alimenti. Piantine e vitelli non sono ammessi e così gli agricoltori di Gaza non possono compensare il deficit nutrizionale. Persino gli abiti e le scarpe, i giocattoli e i libri di scuola sono sistematicamente proibiti.
Lo strangolamento dell’economia di Gaza, inoltre, ha portato a tassi di disoccupazione e di povertà senza precedenti e ad una quasi totale dipendenza dagli aiuti. Sebbene gli abitanti di Gaza vengano mantenuti in vita mediante gli aiuti umanitari, la gente comune ha perso ogni qualità della vita, perché lotta per sopravvivere.
I danni causati dalla recente operazione militare israeliana rimangono estesi in quanto viene impedito l’ingresso a Gaza dei materiali necessari per la prima ricostruzione. Migliaia di persone vivono con buchi nei muri delle loro case, con le finestre rotte e senza acqua corrente.
Noi chiediamo un accesso libero e senza proibizioni per tutti gli aiuti umanitari, in conformità a quanto previsto dagli accordi internazionali e in accordo con i diritti umani internazionali universalmente riconosciuti e con gli standard del diritto umanitario. Chiediamo anche che si torni ad un regime normalizzato di commerci, per permettere la diminuzione dei tassi di povertà e di disoccupazione.
Il blocco della Striscia di Gaza crea un’atmosfera di privazione e di miseria che serve solo ad accrescere tra la gente il senso di inutilità e di disperazione. La gente di Gaza ha bisogno che gli venga indicata un’alternativa di speranza e di dignità. Consentire che prenda piede lo sviluppo umano e la prosperità è un primo passo essenziale per l’instaurazione di una pace duratura.
Firmato:
Action Against Hunger
Acted
Acsur-Las Segovias
American Friends of UNRWA
American Near East Refugee Aid
Asamblea de Cooperacion Por la Paz
Austcare
Biladi
CARE International West Bank and Gaza.
Centre on Housing Rights and Evictions
DanChurchAid
Defense for Children International
Enfants du Monde-Droits de l'Homme
International Relief Fund for the Afflicted and Needy - Canada
Japan International Volunteer Centre
Life Source
Medecins du Monde France
Medecins du Monde Spain
Medecins du Monde Switzerland
Medical Aid for Palestinians
Movement for Peace
Mujeres por la Paz y Acción Solidaria de Palestina
Norwegian People's Aid
Norwegian Refugee Council
Office of the High Commissioner for Human Rights
Oxfam International
Paz Ahora
Peace and Solidarity Haydée Santamaría, Cultural Asociation
Premiere Urgence
Relief International
Spanish Committee of UNHCR
Spanish Committee of UNRWA
Swedish Organization for Individual Relief
Terre des Hommes Italy
United Nations Development Fund for Women
United Nations Relief and Works Agency
War Child Holland
World Vision International
Quello che segue è l’appello, in verità assai misurato, delle principali organizzazioni dell’Onu e delle ong che operano nel campo degli aiuti umanitari affinché la comunità internazionale intervenga per porre fine a questa autentica vergogna.
Davvero è inaudito e incredibile che la comunità internazionale – e in primis l’amministrazione Usa del magniloquente Obama – assista del tutto inerte ad una punizione collettiva terribile e spietata, inflitta ad un milione e mezzo di persone inermi e innocenti.
Non si era mai visto nella storia che ad una intera popolazione fosse persino impedito di fuggire dalle zone dei combattimenti, come è accaduto a Gaza.
Non si era mai visto che un’intera popolazione, aggredita e massacrata da uno degli eserciti più potenti del mondo, venisse per sovrappiù punita da un embargo economico che impedisce l’afflusso dei beni e dei materiali necessari per la ricostruzione e che la costringe ad una pressocchè totale dipendenza dagli aiuti umanitari di mera sussistenza.
Ma ad Israele – come sempre – è consentito di tutto, anche di sporcarsi di questa ennesima infamia indegna di un Paese che si reputi civile.
Dichiarazione delle organizzazioni umanitarie, delle ong e delle organizzazioni Onu nel secondo anniversario dell’embargo di Gaza.
Noi, organizzazioni delle Nazioni Unite e organizzazioni umanitarie non governative, esprimiamo una sempre più profonda preoccupazione per la continuazione dell’embargo imposto da Israele alla Striscia di Gaza, in vigore ormai da due anni.
Queste sanzioni indiscriminate colpiscono l’intera popolazione di un milione e mezzo di abitanti di Gaza e la gente comune, donne, bambini e anziani sono le prime vittime.
La quantità di merci ammesse a Gaza in vigenza del blocco è pari a un quarto di quelle che vi affluivano in precedenza. Otto camion su dieci contengono cibo, ma anche quello è limitato a soli 18 tipi di alimenti. Piantine e vitelli non sono ammessi e così gli agricoltori di Gaza non possono compensare il deficit nutrizionale. Persino gli abiti e le scarpe, i giocattoli e i libri di scuola sono sistematicamente proibiti.
Lo strangolamento dell’economia di Gaza, inoltre, ha portato a tassi di disoccupazione e di povertà senza precedenti e ad una quasi totale dipendenza dagli aiuti. Sebbene gli abitanti di Gaza vengano mantenuti in vita mediante gli aiuti umanitari, la gente comune ha perso ogni qualità della vita, perché lotta per sopravvivere.
I danni causati dalla recente operazione militare israeliana rimangono estesi in quanto viene impedito l’ingresso a Gaza dei materiali necessari per la prima ricostruzione. Migliaia di persone vivono con buchi nei muri delle loro case, con le finestre rotte e senza acqua corrente.
Noi chiediamo un accesso libero e senza proibizioni per tutti gli aiuti umanitari, in conformità a quanto previsto dagli accordi internazionali e in accordo con i diritti umani internazionali universalmente riconosciuti e con gli standard del diritto umanitario. Chiediamo anche che si torni ad un regime normalizzato di commerci, per permettere la diminuzione dei tassi di povertà e di disoccupazione.
Il blocco della Striscia di Gaza crea un’atmosfera di privazione e di miseria che serve solo ad accrescere tra la gente il senso di inutilità e di disperazione. La gente di Gaza ha bisogno che gli venga indicata un’alternativa di speranza e di dignità. Consentire che prenda piede lo sviluppo umano e la prosperità è un primo passo essenziale per l’instaurazione di una pace duratura.
Firmato:
Action Against Hunger
Acted
Acsur-Las Segovias
American Friends of UNRWA
American Near East Refugee Aid
Asamblea de Cooperacion Por la Paz
Austcare
Biladi
CARE International West Bank and Gaza.
Centre on Housing Rights and Evictions
DanChurchAid
Defense for Children International
Enfants du Monde-Droits de l'Homme
International Relief Fund for the Afflicted and Needy - Canada
Japan International Volunteer Centre
Life Source
Medecins du Monde France
Medecins du Monde Spain
Medecins du Monde Switzerland
Medical Aid for Palestinians
Movement for Peace
Mujeres por la Paz y Acción Solidaria de Palestina
Norwegian People's Aid
Norwegian Refugee Council
Office of the High Commissioner for Human Rights
Oxfam International
Paz Ahora
Peace and Solidarity Haydée Santamaría, Cultural Asociation
Premiere Urgence
Relief International
Spanish Committee of UNHCR
Spanish Committee of UNRWA
Swedish Organization for Individual Relief
Terre des Hommes Italy
United Nations Development Fund for Women
United Nations Relief and Works Agency
War Child Holland
World Vision International
Etichette: diritto umanitario, embargo, gaza, ong, onu
4 Commenti:
Vichi, ti propongo una mia riflessione sull'appello che hai postato. A mio avviso manca qualsiasi richiamo ai missili Kassam, che piovendo su Israele, sono l'unica e vera causa che spiega la risposta di Israele. Non esiste poi alcun “embargo genocida”, ma semmai il tentativo di costringere Hamas a cessare le ostilità senza ricorrere ad una nuova occupazione della Striscia, come ha sempre ricordato il governo israeliano.
Parlare di razzi qassam - che dal 2000 a oggi hanno provocato circa una decina di morti - quando si è da pochi mesi conclusa una sanguinosa incursione militare israeliana, che ha causato la morte di oltre 1.400 Palestinesi, per gran parte civili, è davvero un'offesa al buon senso e alla decenza.
Mai nella storia, nel corso di un conflitto, alle popolazioni civili è stato impedito di fuggire dalla zona dei combattimenti, come è successo a Gaza.
E, finito il conflitto, la comunità internazionale si è lavata la coscienza organizzando una conferenza di paesi donatori che ha raccolto un sacco di bei dollaroni.
E di questi soldi, quanti ne sono arrivati a Gaza?
Zero, perchè la comunità internazionale consente ancora allo stato-canaglia israeliano di punire un milione e mezzo di persone innocenti impedendogli di ricostruire le proprie case, di avere luce e acqua corrente in modo regolare, di poter mangiare qualcosa in più di quanto necessario alla mera sussistenza.
E poi ci si chiede perchè, in tutto il mondo, Israele provoca sentimenti di rancore e di ripulsa così forti.
io propongo per l'ennesima volta la stessa domanda: perchè non è stata mai fortificata Sderot,nonostante i cittadini si siano rivolti alla Corte di Giustizia per evare la fortificazione delle scuole? (solo ora)
2 Il copione è quello libanese a un uomo di Hamas ucciso un razzo: in una catena perversa
3 la tregua era interesse di hamas, ma non dei clan del contrabbando, soprattutto della droga. Il servizio israeliano ha riconosciuto che Hamas ha sventato attentati a Gaza perchè interessato alla tregua
P
Shttp://www.haaretz.com/hasen/spages/1088709.html
http://frammentivocalimo.blogspot.com/2009/03/comincia-emergere-la-verita-sulla.html
http://frammentivocalimo.blogspot.com/2008/11/sderot-e-gaza-aggiornamento.html
i soldi arriveranno quando saranno definiti gli appalti e non credo che sia un caso che siano state distrutte tutte le infrastrutture produttive. Appalti non solo israelianiper conto di terzi, ,ma anche arabi? vedremo
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