12 agosto 2009

L'omosessualità? Una perversione!

Spesso ci viene ricordato come Israele sia un “faro di civiltà” nelle tenebre del fanatismo e dell’intolleranza del medio oriente islamico e, a riprova di questa affermazione, si cita spesso l’atteggiamento tollerante della società israeliana nei confronti della comunità gay, in contrasto con la repressione perpetrata a danno degli omosessuali in molti paesi arabi.

Ma, nella realtà, le cose non stanno esattamente così, e ce lo ha tristemente ricordato il recente attentato dell’1 agosto a Tel Aviv, nel corso del quale un uomo dal volto coperto ha fatto irruzione nei locali di Aguda – la prima associazione lgbt israeliana – aprendo il fuoco all’impazzata e uccidendo il 26enne Nir Katz e la 17enne Liz Troubishi, e provocando altresì il ferimento di un’altra dozzina di persone.

E, allora, torna alla mente come le parate del Gay pride debbano svolgersi ogni anno con un imponente schieramento di polizia e di soldati a protezione dei partecipanti, e come nel 2005 tre omosessuali siano stati assaliti a pugnalate da ebrei ultra ortodossi.

Così, in questi giorni, alcune organizzazioni che raggruppano gay e lesbiche israeliani hanno sottoscritto un appello al premier Netanyahu, denunciando: “più di una volta abbiamo dovuto sentire gravi esempi di istigazione (contro la comunità gay e transgender) provenienti da numerose autorità, inclusi membri del Parlamento e ministri del vostro governo”.

Ma, soprattutto, quale sia il reale atteggiamento della società israeliana nei confronti della comunità omosessuale ce lo mostra con chiarezza un recente sondaggio del quotidiano Ha’aretz, condotto dal professore Camil Fuchs, nel corso del quale il 46% degli intervistati ha risposto affermativamente alla domanda “lei vede l’omosessualità come una perversione?”, contrapposto al 42% che ha risposto di no e al 12% che non ha saputo dare un’opinione precisa al riguardo.

La percentuale di chi ritiene che l’omosessualità sia una “perversione” sale al 67% tra gli ebrei osservanti e al 71% tra gli ultra ortodossi. Il che allontana di molto Israele dalle società occidentali, avvicinandolo piuttosto a paesi come la Bulgaria.

Israele sarà dunque, pur sempre, un paese civile ed ospitale, ma forse non per i gay!

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6 Commenti:

Alle 12 agosto 2009 alle ore 12:30 , Anonymous psalim ha detto...

I gay fanno comodo ad Israele, specialmente quando riescono a farli sentire delle "vittime", come paranoicamente insistono a considerarsi gli ebrei stessi. Infatti, chiedete ad un gay qualsiasi cosa pensa della situazione in Medio Oriente, vi dirà che non ne sa molto (come la maggior parte della gente, del resto) ma che sta dalla parte di Israele, tout court, e che l'omofobia è grave come l'antisemitismo.

 
Alle 12 agosto 2009 alle ore 17:04 , Anonymous Andrea ha detto...

Vichi, vedo che proprio non conosci Israele. Peccato che ne parli lo stesso, pur di lanciare le solite velenose critiche. Tel Aviv e' da sempre la citta' piu' libera del mondo. A Tel Aviv si fanno tre, quattro gaypride all'anno sul bellissimo lungomare con la gente che applaude, i bambini che ridono e si divertono, i gay felici in festa. L'attentato al centro omosessuale di Tel Aviv che e' costato la vita a due ragazzi, Nir Katz di 26 anni e Liz Trubeshi di 17 anni ha davvero sconvolto Israele.
La comunita' omosessuale di Israele e' sempre stata parte integrante della societa', inserita' nel modo piu' completo a tutti i livelli a partire dall'esercito dove ufficiali e soldati omosessuali non hanno problemi a far conoscere la loro realta' fino all'uomo della strada che e' padrone di vivere come preferisce la propria sessualita'. Fino ai rabbini riformati, liberali o conservatori, che possono tranquillamente dichiararsi gay o etero.

 
Alle 12 agosto 2009 alle ore 17:08 , Anonymous Andrea ha detto...

Israele reagisce con coscienza, dolore e amore e questo ne fa una grande Nazione democratica.
Io non ho mai visto una simile mobilitazione in nessun altra parte del mondo occidentale (in quello islamico i gay non esistono come ha sempre ribadito Ahmadinejad), anzi simili assassini cadono quasi sempre nell'indifferenza generale. Anche e soprattutto in Palestina, dovresti saperlo se avessi davvero a cuore i problemi dei gay, e non li usassi solo per avere l'ennesimo pretesto per scagliarti contro Israele.

 
Alle 13 agosto 2009 alle ore 11:23 , Blogger vichi ha detto...

Israele (purtroppo, aggiungo) non è solo Tel Aviv. Di recente, a Tel Aviv hanno aperto un locale in cui non sono ammessi avventori in divisa e non si servono prodotti provenienti dalle colonie.

Se Israele coincidesse con questa città probabilmente già da tempo il conflitto israelo-palestinese sarebbe risolto e gli israeliani vivrebbero in pace ed armonia con i propri vicini.

Ma così non è.

I dati del sondaggio parlano chiaro, con quasi la metà degli israeliani che considerano l'omosessualità come una "perversione". Ed anzi, il prof. Fuchs che ha condotto il sondaggio avverte che la vicinanza temporale con l'attentato dell'1 agosto ha probabilmente spinto alcuni intervistati a nascondere la propria avversione per la comunità lgbt.

Non solo, ma persino membri del governo Netanyahu e interi partiti presenti alla Knesset (quelli di ispirazione religiosa, in primis) si sono distinti di recente in affermazioni e proclami contro l'omosessualità e gli omosessuali.

Il rabbino capo dell'esercito israeliano, Avihai Ronski, come si può leggere nel box delle notizie ha recentemente criticato il settimanale dell'esercito Bamahane per una serie di articoli dedicati agli ufficiali gay.

E allora, di cosa stai cianciando?

 
Alle 13 agosto 2009 alle ore 12:35 , Blogger arial ha detto...

c'è un aspetto che mi ha colpito di questo orrendo omicidio: l'efficienza, la freddezza dell'esecuzione..sono curiosa di sapere se questo omicidio verrà "utilizzato" contro gli haridim e il partito sachs... fuori il partito russo, fuori o limitato il potere del rabbinato...verso un governo con kadima? la lotta all'interno dell'amministrazione americana, israeliana (anche militare) deve essere molto forte e pericolosamente rischiosa. In questa chiave leggo le denunce di haaretz e di breaking silence..e la reazione isterica dei soliti.

 
Alle 14 agosto 2018 alle ore 02:46 , Blogger miki ha detto...

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