Noa a Milano, accogliamo come merita questa ipocrita "pacifista" israeliana
Al pari di una periodica calamità
naturale, giunge in questi giorni in Italia la cantante israeliana Achinoam
Nini, in arte Noa, pronta a rappresentare ancora una volta la farsa ripugnante
di un’artista che dedica la sua vita, oltre che alla musica, al dialogo e alla
pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi.
Sono previsti, in particolare, un
concerto gratuito a Milano l’11 agosto al Castello Sforzesco, con orario d’inizio
alle ore 21:30, nell’ambito della rassegna “Voci
dal mondo – Women for Expo”, un concerto per celebrare i 100 anni di Milano Marittima
organizzato dal Comune di Cervia in collaborazione con la Filarmonica Arturo
Toscanini, previsto per martedì 14 agosto alle ore 21:15 (Milano Marittima,
Viale Ravenna, zona antistante lo stadio G. Todoli), e, infine, un concerto il
16 agosto a Merano nell’ambito del World Music Festival.
La giunta Pisapia e l’assessore alla cultura
Stefano Boeri, dunque, non riescono proprio a fare a meno di avere, ogni qual
volta è possibile, una presenza costante e qualificata di Israele a Milano,
eppure dovrebbero ricordare (e se non ricordano la loro cultura ha qualche
falla…) che questa Noa è sempre la stessa falsa e ipocrita “pacifista” che, nel
bel mezzo dell’operazione israeliana “Piombo Fuso”, esattamente l’8 gennaio del
2009, ha avuto il coraggio di scrivere
ai Palestinesi di Gaza, massacrati dai bombardamenti, e di augurare loro non la
fine dell’infame aggressione israeliana e un immediato cessate il fuoco, ma
“che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve essere fatto, e VI
LIBERI definitivamente da questo cancro … oggi chiamato Hamas”.
Oggi tutti sappiamo bene come è andata a finire,
Israele non è riuscita a liberare la Striscia di Gaza dal “cancro” di Hamas, ma
in compenso è riuscita a “liberarla” da oltre 1.400 Palestinesi, massacrati con
ogni tipo di arma ivi incluse quelle proibite dal diritto umanitario. L’83,3%
degli uccisi erano civili inermi e indifesi, e tra essi vi erano 352 bambini (dati:
Palestinian Centre for Human Rights e Defence for Children
International).
E con incredibile faccia tosta, qualche giorno
dopo, Noa assicurava la propria partecipazione ad un evento benefico in favore
dei bambini di Gaza previsto a Tel Aviv per il 23 gennaio: dopo aver elogiato
il massacro dei genitori si proponeva come cantante “benefica” per gli orfani
di Gaza!
Mi piace ricordare che il compianto Juliano
Mer Khamis (una vita la sua davvero dedicata alla pace!), nel
promuovere una petizione contro la partecipazione di Noa all’evento di
beneficenza, si era così rivolto a Noa: “Non c’è limite alla tua ipocrisia,
Noa. Tu hai sostenuto la guerra che ha reso orfani questi bambini, e ora vuoi
giocare a “Madre Teresa” ed aiutarli? Come puoi essere così cinica? Migliaia
di bambini sono stati menomati fisicamente ed emotivamente per il resto della
loro vita in una guerra che non solo non hai contestato, ma che hai apertamente
giustificato. Forse riuscirai ad accrescere la tua popolarità e cercherai di
lavarti le mani insanguinate facendo notizia sulle spalle di questi bambini, ma
non sarai in grado di pulire la tua coscienza sporca”.
E, da allora e ancora adesso, “Mama Teresa” Noa
continua a riproporsi come alfiere del dialogo e della pace tra israeliani e palestinesi,
al pari del “trio delle meraviglie” Grossman-Yehoshua-Oz e di quanti altri
vanno in giro per il mondo a spacciare un’immagine di Israele come di un paese
che non vorrebbe altro che deporre le armi e vivere in pace con i suoi vicini,
impossibilitato a farlo perché costantemente minacciato nella sua “sicurezza”.
Siamo stanchi di questi “pacifisti” che, in vita
loro, non hanno mai criticato – ed anzi hanno sempre apertamente appoggiato –
tutti i vari massacri che l’esercito israeliano ha compiuto in questi anni, da
Gaza al Libano, limitandosi successivamente a battersi il petto e a invocare il
cessate il fuoco, omettendo di denunciare i crimini dei valorosi soldati di
Tsahal, mettendo sullo stesso piano
l’occupante e l’occupato, gli assassini e le vittime massacrate.
Non è un caso che Israele mandi in giro per il
mondo questi “alfieri” – non della pace ma della più becera propaganda sionista
– a lustrare al meglio la propria immagine, mentre personalità del calibro di
Ilan Pappe o di Norman Finkelstein vengono trattati alla stregua di appestati o
di pericolosi “infiltrati”, creando per loro una categoria unica al mondo,
quella degli Ebrei “che odiano sé stessi”.
E’ per questo che condivido e parteciperò con il
cuore alla manifestazione organizzata per domani dall’International
Solidarity Movement – Italia, con raduno a Largo Cairoli alle ore 20:00,
per andare a contestare, pardon, ad applaudire entusiasticamente Noa.
E pazienza se, dalle colonne del suo blog,
Noa accusi quanti chiamano al boicottaggio dei suoi concerti e, più in
generale, di Israele, di essere “disinformati”. Farò senz’altro ammenda quando
riuscirò a leggere qualche sua dichiarazione in cui non si limiti a parlare in
termini generici ed astratti di pace e fratellanza, ma condanni senza mezzi
termini l’occupazione israeliana, il furto delle risorse naturali del popolo
palestinese, i crimini e le atrocità di cui quotidianamente si macchiano i
soldati di Tsahal. I suoi ex commilitoni.
Etichette: boicottaggio, castello sforzesco, milano, noa, women for expo
4 Commenti:
NOA e" molto brava canta bene
Personalmente è una lagna, ma naturalmente non è questo in discussione...
Sicuro una stronza
Nice blog ppost
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