Lettera/appello in favore dei prigionieri palestinesi.
La Lista Civica Nazionale Per il Bene Comune ha predisposto una lettera aperta in favore dei prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane, che è stata consegnata giovedì 17 settembre al Presidente del Senato ed ai senatori presenti, tutti gli altri l'hanno poi ricevuta con il servizio postale .
Con questa lettera si è voluto segnalare che – a fronte della mobilitazione internazionale per la liberazione del soldato Shalit – nessuno sembra ricordarsi delle migliaia e migliaia di Palestinesi illegalmente detenuti nelle carceri israeliane, arrestati spesso secondo procedure arbitrarie e sottoposti a quotidiane umiliazioni, a maltrattamenti, a torture.
Ci si dimentica che Gilad Shalit non è un povero cristo qualunque, ma è un soldato appartenente a quelle forze di occupazione che dal giugno del 2007 continuano a strangolare i Palestinesi della Striscia di Gaza, sottoponendoli a una punizione collettiva – vietata dal diritto umanitario – che non ha uguali al mondo.
Ci si dimentica che in media, tra i Palestinesi incarcerati in Israele, vi sono ogni mese almeno 375 minori, 39 dei quali di età compresa tra i 12 e i 15 anni, in chiara violazione delle norme contenute nella Convenzione Onu sui diriti del fanciullo del 1989, che pure Israele risulta avere sottoscritto.
Ci si dimentica dei quasi 400 Palestinesi incarcerati in regime di detenzione amministrativa, quella vera e propria mostruosità giuridica che consente ad Israele di trattenere in carcere civili palestinesi senza alcuna accusa o processo, sulla base di qualche soffiata o invenzione prezzolata proveniente dagli scantinati dei servizi segreti israeliani.
Detenzione che può durare fino a sei mesi, ma che può essere prorogata per ulteriori sei mesi e poi sei mesi e così via all’infinito: il risultato è che almeno 218 Palestinesi – secondo i dati dell’ong B’tselem - sono detenuti in carcere da più di un anno senza che a loro carico sia stata formulata alcuna precisa accusa, senza conoscere il perché dell’arresto, senza essere stati sottoposti ad alcun processo.
Ci si dimentica, infine, che la grande maggioranza dei prigionieri palestinesi è detenuta in territorio israeliano, in chiara violazione della IV Convenzione di Ginevra.
Ritengo, dunque, importante promuovere e sottoscrivere l’appello che segue, chi vuole potrà farlo inviando una mail a: presidente@perilbenecomune.net oppure scrivendo a: Per il Bene Comune, Piaz.le Stazione 15, 44100 Ferrara – tel./fax. 0532.52.148
IL TESTO DELLA LETTERA
Signor Presidente del Senato, Signori Senatori della Repubblica,
abbiamo registrato con sorpresa la notizia che il Senato ha approvato una risoluzione che chiede il rilascio di un soldato di Israele, catturato mentre partecipava ad una operazione militare ordinata per “perlustrare” un villaggio della striscia di Gaza.
Sorprende che tale presa di posizione non abbia nemmeno accennato agli oltre 11.000 (undicimila) palestinesi rapiti e illegalmente imprigionati dall’esercito e dalle autorità d’occupazione israeliane, ben sapendo che tra queste ci sono anche il Presidente della Assemblea Nazionale (Parlamento) e oltre cinquanta sindaci e dirigenti politici palestinesi, tra cui 21 parlamentari.
Confidando sulla adesione del Senato della Repubblica alla Carta Universale dei diritti dell’Uomo e sull’indipendenza sua e degli attuali senatori dalle pressioni della lobby filo sionista, noi facciamo appello a lei ed a tutti i senatori affinché venga posto un rimedio a tale “dimenticanza”, assumendo una posizione più giusta, equilibrata e dignitosa, in cui venga chiesto alle autorità civili e militari di Israele:
di rispettare le 72 (settantadue) risoluzioni e le deliberazioni dell’ONU sin qui ignorate;
di porre fine alla occupazione militare e alla colonizzazione della Palestina e del Golan;
di liberare i colleghi parlamentari palestinesi che sono stati rapiti;
di liberare tutti i prigionieri da anni in carcere senza processo e colpevoli unicamente di non gradire l’occupazione militare della propria terra;
di fare piena luce sul traffico d’organi che avviene dopo le morti “accidentali” dei prigionieri.
Fernando Rossi
Senatore della XV Legislatura
Lista Civica Nazionale Per il Bene Comune (www.perilbenecomune.net)
Con questa lettera si è voluto segnalare che – a fronte della mobilitazione internazionale per la liberazione del soldato Shalit – nessuno sembra ricordarsi delle migliaia e migliaia di Palestinesi illegalmente detenuti nelle carceri israeliane, arrestati spesso secondo procedure arbitrarie e sottoposti a quotidiane umiliazioni, a maltrattamenti, a torture.
Ci si dimentica che Gilad Shalit non è un povero cristo qualunque, ma è un soldato appartenente a quelle forze di occupazione che dal giugno del 2007 continuano a strangolare i Palestinesi della Striscia di Gaza, sottoponendoli a una punizione collettiva – vietata dal diritto umanitario – che non ha uguali al mondo.
Ci si dimentica che in media, tra i Palestinesi incarcerati in Israele, vi sono ogni mese almeno 375 minori, 39 dei quali di età compresa tra i 12 e i 15 anni, in chiara violazione delle norme contenute nella Convenzione Onu sui diriti del fanciullo del 1989, che pure Israele risulta avere sottoscritto.
Ci si dimentica dei quasi 400 Palestinesi incarcerati in regime di detenzione amministrativa, quella vera e propria mostruosità giuridica che consente ad Israele di trattenere in carcere civili palestinesi senza alcuna accusa o processo, sulla base di qualche soffiata o invenzione prezzolata proveniente dagli scantinati dei servizi segreti israeliani.
Detenzione che può durare fino a sei mesi, ma che può essere prorogata per ulteriori sei mesi e poi sei mesi e così via all’infinito: il risultato è che almeno 218 Palestinesi – secondo i dati dell’ong B’tselem - sono detenuti in carcere da più di un anno senza che a loro carico sia stata formulata alcuna precisa accusa, senza conoscere il perché dell’arresto, senza essere stati sottoposti ad alcun processo.
Ci si dimentica, infine, che la grande maggioranza dei prigionieri palestinesi è detenuta in territorio israeliano, in chiara violazione della IV Convenzione di Ginevra.
Ritengo, dunque, importante promuovere e sottoscrivere l’appello che segue, chi vuole potrà farlo inviando una mail a: presidente@perilbenecomune.net oppure scrivendo a: Per il Bene Comune, Piaz.le Stazione 15, 44100 Ferrara – tel./fax. 0532.52.148
IL TESTO DELLA LETTERA
Signor Presidente del Senato, Signori Senatori della Repubblica,
abbiamo registrato con sorpresa la notizia che il Senato ha approvato una risoluzione che chiede il rilascio di un soldato di Israele, catturato mentre partecipava ad una operazione militare ordinata per “perlustrare” un villaggio della striscia di Gaza.
Sorprende che tale presa di posizione non abbia nemmeno accennato agli oltre 11.000 (undicimila) palestinesi rapiti e illegalmente imprigionati dall’esercito e dalle autorità d’occupazione israeliane, ben sapendo che tra queste ci sono anche il Presidente della Assemblea Nazionale (Parlamento) e oltre cinquanta sindaci e dirigenti politici palestinesi, tra cui 21 parlamentari.
Confidando sulla adesione del Senato della Repubblica alla Carta Universale dei diritti dell’Uomo e sull’indipendenza sua e degli attuali senatori dalle pressioni della lobby filo sionista, noi facciamo appello a lei ed a tutti i senatori affinché venga posto un rimedio a tale “dimenticanza”, assumendo una posizione più giusta, equilibrata e dignitosa, in cui venga chiesto alle autorità civili e militari di Israele:
di rispettare le 72 (settantadue) risoluzioni e le deliberazioni dell’ONU sin qui ignorate;
di porre fine alla occupazione militare e alla colonizzazione della Palestina e del Golan;
di liberare i colleghi parlamentari palestinesi che sono stati rapiti;
di liberare tutti i prigionieri da anni in carcere senza processo e colpevoli unicamente di non gradire l’occupazione militare della propria terra;
di fare piena luce sul traffico d’organi che avviene dopo le morti “accidentali” dei prigionieri.
Fernando Rossi
Senatore della XV Legislatura
Lista Civica Nazionale Per il Bene Comune (www.perilbenecomune.net)
Etichette: convenzione di ginevra, detenzione amministrativa, lista per il bene comune, palestina, prigionieri palestinesi
2 Commenti:
Shalit è sì un soldato, ma non si è macchiato di nessun crimine, è stato sequestrato mentre era regolarmente in servizio di guardia all’interno dei confini di Israele.
I prigionieri dei quali si chiede la liberazione in cambio di Shalit sono centinaia se non migliaia di palestinesi detenuti per reati contro la sicurezza del paese, compresi assassini manifesti (sì, anche i minorenni sono buona carne da macello per Hamas). Se venissero rimessi in libertà i terroristi che Israele si rifiuta di scarcerare (anche i minorenni), essi molto probabilmente darebbero vita a una nuova ondata di terrorismo targato Hamas.
La realtà è ben diversa dal buonismo della lettera pubblicata: ECCO UNA LISTA DI TERRORISTI PLURI-ASSASSINI DI CUI HAMAS PRETENDE LA SCARCERAZIONE PER RIDARE SHALIT E CHE ISRAELE SI RIFIUTA DI RIMETTERE IN LIBERTÀ:
– Hassan Salama – Condannato nel 1998 a 38 ergastoli per l’assassinio di decine di israeliani in attentati esplosivi, fra cui due attentati su autobus di Gerusalemme nel 1996 che causarono la morte di 44 persone.
– Bahij Badar – Arrestato nel 2004 e condannato a 18 ergastoli per aver organizzato attentati che causarono la morte di 18 israeliani. È considerato una delle figure di maggior spicco di Hamas.
– Abdallah Barghouti – Condannato a 67 ergastoli per il ruolo svolto in una serie di attentati che causarono la morte di 66 israeliani, oltre a 500 tra feriti e mutilati. Fra l’altro, fu tra gli organizzatori dell’attentato alla pizzeria Sbarro e al Moment Cafè di Gerusalemme.
– Mahmoud Hassan Ahmoud Arman – Condannato nel 2002 per il suo ruolo diretto in una serie di attentati che causarono la morte di 34 israeliani. Oltre al ad essere implicato nell’organizzazione dell’attentato al Moment Cafè, fu tra gli artefici dell’attentato alla caffetteria dell’Università di Gerusalemme e in un night club di Rishon Letzion.
– Ibrahim Hamed – Condannato per il ruolo svolto in una serie di attentati costati la vita a 82 israeliani e il ferimento di centinaia di altri, fra cui il duplice attentato suicida del 2001 in Piazza Sion a Gerusalemme, costato la vita a 11 persone.
– Abbas A-Sayid – Fino al giorno del suo arresto fu il capo di Hamas a Tulkarem. Condannato per diversi di attentati mortali, tra cui un attentato suicida nel centro commerciale di Hasharon di Netanya (5 morti).
– Mohand Sarim – Uno degli organizzatori dell’attentato al Park Hotel di Netanya che causò la morte di 29 israeliani, più 64 tra feriti e mutilati, durante la celebrazione della Pasqua ebraica nel 2002.
– Ra'ad Hutari – Arrestato nel 2003 e condannato per il suo ruolo nel reclutamento di diversi attentatori suicidi, compreso quello che si fece esplodere nel 2001 davanti alla discoteca Dolphinarium di Tel Aviv causando la morte di 22 persone, per lo più ragazzine adolescenti, più 83 tra feriti e mutilati.
– Jamal Abu Al-Hija – Già capo dell’ala militare di Hamas a Jenin, condannato a 9 ergastoli per il ruolo svolto in diversi attentati fra cui l’esplosione di un’auto bomba presso il centro commerciale di Hadera (2 morti e 64 tra feriti e mutilati).
– Mua'at Balal – Condannato a 26 ergastoli per il ruolo svolto in vari attentati, fra cui un attentato esplosivo nel 1996 nel mercato di Mahane Yehuda, a Gerusalemme, costato la vita a 18 israeliani. Fu anche direttamente implicato nell’organizzazione dell’attentato suicida del 1997 nella via pedonale Ben Yehuda di Gerusalemme, che causò la morte di 8 persone e più di 200 tra feriti e mutilati.
Non menare il can per l'aia, qui si sta parlando di migliaia e migliaia di civili palestinesi arrestati senza aver commesso alcun attentato o assassinio, e migliaia senza aver commesso alcunché.
Si parla di deputati, sindaci e attivisti politici, arrestati solo perchè vicini ad Hamas.
Si parla di attivisti per i diritti umani, arrestati come Ezra Nawi per aver cercato di impedire la demolizione di una povera baracca che era la casa di alcuni palestinesi, ovvero detenuti per aver partecipato a semplici manifestazioni di protesta non violente.
Si parla di gente incarcerata in detenzione amministrativa a cui è negata la possibilità di difendersi e financo di sapere per che diavolo si trova in carcere.
Si parla di ragazzini di 12 anni in galera in violazione di ogni diritto, in balia dei porci aguzzini di Israele.
La cosa interessante che molti non sanno è che, in Israele come nel resto del mondo, è maggiorenne chi ha compiuto i 18 anni, ma questo vale solo per gli ebrei.
I Palestinesi, guarda un po', per Israele sono maggiorenni quando compiono 16 anni!
E, infine, per quanto riguarda Shalit, riconfermo che è un soldato appartenente a truppe di occupazione, che assediano e affamano un milione e mezzo di Palestinesi in barba al diritto umanitario.
Va bene chiederne la liberazione, ma è sommamente cinico, ipocrita ed immorale far finta di dimenticare le migliaia e migliaia di Palestinesi incarcerati ingiustamente in Israele, costretti senza colpa alcuna a subire umiliazioni, vessazioni, torture.
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