1 febbraio 2011

Israele (a ragione) teme il boicottaggio.

La pratica del boicottaggio contro i prodotti israeliani è forse l’arma non violenta più temibile che la società civile può adoperare contro Israele, l’occupazione illegale dei Territori palestinesi, i crimini dell’esercito israeliano.

Non è un caso che, in un
documento riservato di cui recentemente ha dato notizia Ha’aretz, i pur cauti capi delle missioni diplomatiche Ue in Israele e a Ramallah abbiano mutuato questo tipo di “arma”, suggerendo ai paesi membri dell’Unione europea di utilizzarla contro i prodotti e le aziende israeliane operanti a Gerusalemme est.

Sull’argomento, segue una interessante e divertente analisi di Douglas Hamilton, pubblicata sul sito web della Reuters.

Israele vede una minaccia nei “delegittimatori”.
di Douglas Hamilton – 23.1.2011

Proteste, boicottaggi, embarghi e sanzioni all'estero, insieme alla resistenza interna, hanno contribuito a portare all'isolamento e, poi, alla fine dell'apartheid in Sud Africa negli anni’90.

Ora, gli israeliani temono che gli attivisti pro-palestinesi, o anti-israeliani, stiano utilizzando le stesse tattiche contro il proprio paese, con sempre maggiore efficacia.

Carlos Santana, Gil Scott Heron, Elvis Costello, Gorillaz Sound System, i Klaxons, i Pixies, Faithless, Leftfield, Tindersticks, Meg Ryan e il regista Mike Leigh hanno deciso di non andare in Israele negli ultimi mesi.

Alcuni artisti da molto tempo sulla scena e più noti – tra cui Paul McCartney, Elton John e Rod Stewart - hanno invece ignorato la pressione della campagna per il boicottaggio.

Il sito web boycottisrael.info ne tiene conto.

Gli analisti israeliani dicono che la pressione viene esercitata sugli artisti da una rete globale di "delegittimazione".

Implicazioni strategiche

Il Sud Africa bianco è stato ostracizzato in una campagna durata anni. Oggi, Facebook e Twitter possono inviare messaggi di protesta a livello mondiale in pochi secondi, esercitando una pressione sugli artisti per convincerli a stare lontano da Israele e attirando l'attenzione di milioni di fan.

Per Israele, non è solo una questione di sentirsi isolato e incompreso. Ci sono serie implicazioni strategiche.

Con i negoziati di pace portati avanti dagli Stati Uniti fermi da settembre, i Palestinesi si sentono come se fossero “al posto di guida”, secondo quanto affermato da Yuval Diskin, capo dell'agenzia di sicurezza interna di Israele, lo Shin Bet, in una valutazione per il Parlamento.

"Questo processo si sta facendo strada," ha detto. "C'è una crescente tendenza verso il riconoscimento di uno stato palestinese, e una diminuzione della capacità di Israele di manovrare diplomaticamente".

Nessun paese ha riconosciuto l'annessione israeliana di Gerusalemme Est o i suoi insediamenti nella Cisgiordania occupata. È altrettanto improbabile che gli Stati Uniti e i suoi alleati riconoscerebbero una dichiarazione unilaterale di sovranità palestinese.

Le grandi potenze e le Nazioni Unite insistono che l'unica soluzione durevole al conflitto in Medio Oriente consiste in un accordo negoziale che porti alla creazione di uno stato palestinese. Sia Israele sia i Palestinesi sostengono di essere impegnati per questo obiettivo sfuggente.

Tuttavia, Israele è preoccupato che qualche mossa unilaterale - forse in occasione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite a settembre - possa cambiare tutto, segnando un trionfo diplomatico di cui gioirebbero coloro che si augurano la definitiva distruzione dello Stato ebraico.

Nessun recupero

Israele è stato colpito dalle critiche internazionali per il suo attacco di tre settimane a Gaza che ha ucciso 1.400 palestinesi nel 2008-2009, e di nuovo per l'uccisione di nove attivisti turchi lo scorso maggio in un raid contro una flottiglia che cercava di rompere l'assedio di Gaza.

Sotto pressione da parte degli alleati stranieri, Israele in giugno ha allentato il blocco a un milione e mezzo di Palestinesi. Ma non vi è stato un effettivo recupero dal danno alla sua immagine. Israele dice che gli attivisti cinicamente e ingiustamente ignorano il fatto che Hamas e altri gruppi armati islamici a Gaza sono votati alla sua distruzione.

Il think tank Reut Institute, che si concentra su questioni di sicurezza e socio-economiche, sostiene che i delegittimatori cercano di negare il diritto di Israele ad esistere, raffigurandolo "sistematicamente, volutamente e diffusamente” come “crudele e disumano”, negando in tal modo la legittimità morale della sua esistenza.".

Israele è "marchiato come il nuovo Sud Africa dell'apartheid" che, secondo i delegittimatori, può essere addomesticato soltanto con la forza.

Essi hanno deliberatamente confuso la linea di confine tra la critica genuina e la demonizzazione, quindi anche le critiche in buona fede alla politica israeliana potenzialmente fanno il gioco della loro campagna, afferma il think-tank.

Delegittimazione è una parola ora utilizzata frequentemente dal primo ministro Benjamin Netanyahu e da alcuni dei suoi ministri.

Quando i giovani Ebrei statunitensi hanno interrotto il suo discorso a New Orleans a novembre, li ha severamente criticati come delegittimatori inconsapevoli.

Il suo ministro degli esteri, l’ultranazionalista Avigdor Lieberman, sta creando una commissione parlamentare per indagare sui finanziamenti di gruppi israeliani e stranieri, come Human Rights Watch, che sospetta facciano parte della rete globale di delegittimazione.

I critici di Lieberman sostengono che è lui a distruggere la reputazione di Israele come democrazia, liquidando pubblicamente le possibilità di una pace in Medio Oriente.

Oltre l'80 per cento dei 192 Stati membri delle Nazioni Unite riconoscono Israele. Con la recente aggiunta di otto Stati latino-americani, 108 paesi ora riconoscono lo Stato palestinese. Con una sufficiente pressione dell'opinione pubblica, i Palestinesi sperano che il numero si accresca.

L'impressione di alcuni israeliani che gran parte del mondo abbia dei pregiudizi nei loro confronti è stata di recente oggetto di satira con la parodia di una scuola materna in un popolare programma televisivo di satira israeliano dal titolo "Un paese meraviglioso".

Recitando la loro lezione, i bambini cantano: Israele non ha "nessuno con cui parlare" di pace. "La rimozione degli insediamenti non porterà la pace", cantano. "L'esercito di Israele è morale". "Dategli la Cisgiordania e loro vorranno Haifa".

Quando la maestra indica il "piccolo Israele" su un globo terrestre e chiede: come chiamiamo il resto del mondo?, i bambini rispondono in coro: "antisemita!".

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9 Commenti:

Alle 1 febbraio 2011 alle ore 17:57 , Anonymous Anonimo ha detto...

meglio far cantare una canzone ai bambini che farli vestire da kamikaze alle recite scolasiche

 
Alle 1 febbraio 2011 alle ore 18:07 , Blogger vichi ha detto...

Sarà per questo che sistematicamente i soldati israeliani fanno il tiro al bersaglio con i bambini palestinesi che si avvicinano al confine di Gaza per raccogliere ghiaia e altro materiale per costruire!

Laddove "avvicinare" va inteso in una fascia che si estende fino ad oltre un chilometro...

Ma, dimmi, cosa è meglio, fare partecipare un bimbo ad una sfilata con un'arma giocattolo in mano o mandarlo per strada a farsi uccidere dal fosforo bianco gentilmente sparso in giro dagli aerei degli assassini genocidari israeliani?

O forse non sarebbe meglio cercare la strada per un accordo di pace?

Ma no, perchè questo comporterebbe il sacrificio di qualche ettaro di terra che Dio ha promesso al popolo eletto!

E ancora voialtri avete il coraggio di farvi vedere in giro (si fa per dire, trattandosi di anonimi!)!

 
Alle 2 febbraio 2011 alle ore 10:42 , Anonymous Anonimo ha detto...

VOIALTRI è un termine razzista.IO non posto il mio nome perchè mi vergogno appaia in un blog che fomenta odio.
se vuoi comumque possiamo incontrarci,dimmi dove e quando ,anche in Israele così ti faccio vedere di persona le sciocchezze che dici da dietro un computer.
SE i bambini,che non hanno colpe, si fanno sfilare vestiti da kamikaze da grandi saranno terroristi, e con il terrorismo il mondo islamico sta ottenendo solo odio.Se i grandi smettessero di combattere i piccoli li imiterebbero ,se tutti parlasero come te e come quei rabbini oltranzisti ,la pace non arriverà mai.p.s.hai la mia mail attendo notizie per l'incontro

 
Alle 2 febbraio 2011 alle ore 12:50 , Blogger vichi ha detto...

Questo blog ha un nome e cognome, il gestore ha reso pubblica la sua email e ha una pagina su facebook, dunque è perfettamente identificabile e risponde delle sue idee e di ciò che scrive.

VOIALTRI anonimi, invece, dietro questo comodo paravento potete insolentire, diffamare e persino postare commenti violenti e razzisti senza doverne rispondere.

Non ho la tua email, perchè blogger.com i messaggi me li ritrasmette senza l'indicazione del mittente. L'unico mezzo che hai per farmela conoscere, dunque, è scrivermi direttamente.

Per il resto, a me piace scambiare le opinioni e discutere serenamente, via internet o magari davanti ad una tazza di caffé, ma non ho certo voglia di incontrare chi posta commenti solo per farsi portavoce della menzognera propaganda israeliana, e magari vorrebbe anche darmi le totò sul culetto...

E, infine, VOIALTRI, se vi vergognate ad apparire pubblicamente su questo blog potete puramente e semplicemente evitare di postare commenti. Mica ve lo ha ordinato qualcuno, no?

 
Alle 3 febbraio 2011 alle ore 10:06 , Anonymous Anonimo ha detto...

io non ho mai postato commenti razzisti,non è nel mio dna.neanche l'idea di violenza è presente in me,il confronto per me è sempre pacifico ,ma quando leggo odio nelle parole degli altri purtroppo cambio atteggiamento.il mio credo politico è moderatamente di sinistra,non voto Berlusconi ne tantomeno la lega,sono ateo,eppure ti sembrerà strano ma sono favorevole all'esistenza di israele come stato ebraico,non per diritto divino ma perchè è giusto che ogni popolo abbia il suo stato.Sono quindi favorevole alla creazione di uno stato palestinese,ma a patto che non rompano più le scatole al prossimo.
arrivano nelle casse dei palestinesi circa 800.000.000 di dollari all'anno,fanno circa 20.000 ad abitante ,se non se li rubassero i politici basterebbero per vivere senza lavorare(ma la colpa di questo è di israele?).

consiglio: prova ad essere meno astioso nei confronti di chi non ha le tue idee,fortunatamente in italia è permesso esprimere le proprie opinioni,che si possono obbiettare ma vanno rispettate.
dimenticavo io non posto i commenti per nessuna' menzognera propaganda israeliana 'ma solo ed esclusivamente mie idee tratte da esperinza diretta ed attenta lettura ed analisi. grazie dell'ospitalita e presto avrai privatamente il mio indirizzo mail

 
Alle 3 febbraio 2011 alle ore 17:46 , Blogger vichi ha detto...

Mi viene da ridere, anche se ci mettete tutto l'impegno vi scappa sempre qualche parolina di troppo, con effetti davvero esilaranti.

Perchè non si può resistere dal sorridere leggendo il commento di uno "moderatamente di sinistra" e, soprattutto, dichiaramente non razzista che dopo un po' esclama: anche i Palestinesi hanno diritto ad un loro stato "a patto che non rompano più le scatole"!!!

Tralasciando i soldi che arriverebbero nelle casse dei poveri Palestinesi (e chi li ruba, Abbas o Fayyad? e non sono amici degli Usa?), tralasci di ricordare che molti più soldi arrivano nelle tasche israeliane, che senza i miliardi di dollari elargiti dallo zio sam ben difficilmente potrebbero reggere le folli spese militari e di occupazione che stanziano annualmente.

Soldi del contribuente americano, questi, e va bene. Ma sono soldi nostri quelli che la Ue spende per progetti di scuole, ospedali, infrastrutture che regolarmente vengono distrutti dai raid assassini di Israele mandando in fumo i nostri sforzi finanziari e non solo. E allora mi girano le scatole, come essere umano ma anche come contribuente.

Per il resto, anche per me israeliani e palestinesi hanno diritto entrambi ad uno stato, non per diritto divino ma in quanto esiste una cornice di diritto internazionale che lo prevede.

E lo prevede ponendo come linea di confine quella del 1967, la cd. green line, ma da questo punto di vista evidentemente non ci si intende più, stante la pluridecennale illegalità in cui vive ed opera israele, unico caso al mondo di stato che non ha frontiere riconosciute e la cui capitale, Gerusalemme, non viene parimenti accettata come tale da nessuno stato al mondo!

E, infine, quale schizofrenia ti affligge tale da scrivere in un commento
"IO non posto il mio nome perchè mi vergogno appaia in un blog che fomenta odio.
se vuoi comumque possiamo incontrarci,dimmi dove e quando ,anche in Israele così ti faccio vedere di persona le sciocchezze che dici da dietro un computer"

e nel successivo:
"consiglio: prova ad essere meno astioso nei confronti di chi non ha le tue idee,fortunatamente in italia è permesso esprimere le proprie opinioni,che si possono obbiettare ma vanno rispettate".

E le mie idee non sono degne di rispetto?

 
Alle 4 febbraio 2011 alle ore 10:30 , Anonymous Anonimo ha detto...

le tue idee potrebbero essere rispettate se portassi più rispetto ai tuoi ospiti.vedo che non ci può essere dialogo tra noi ,mi rimangio la parola di un incontro. addio e buona fortuna

 
Alle 4 febbraio 2011 alle ore 12:03 , Blogger vichi ha detto...

Ogni tanto anche qualche buona notizia!

 
Alle 21 giugno 2016 alle ore 07:56 , Blogger 柯云 ha detto...

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