Uno spogliarello per il disarmo nucleare.

Stamattina alcuni attivisti di Greenpeace, per manifestare in favore del disarmo nucleare, hanno inscenato una singolare forma di protesta in occasione di una conferenza sulle armi nucleari tenutasi all’Università di Tel Aviv.
Seduti tranquillamente tra il pubblico, nel momento in cui è entrato il Presidente israeliano Shimon Peres per tenere il suo discorso, i membri di Greenpeace si sono alzati all’improvviso e si sono spogliati, tenendo indosso soltanto l’abbigliamento intimo; tutti avevano disegnato sullo stomaco il simbolo delle radiazioni, e alcuni recavano cartelli con sopra scritto “spogliate il Medio Oriente dalle armi di distruzione di massa”.
Mentre la sicurezza accompagnava gentilmente i dimostranti fuori dell’aula, il Presidente Peres, alquanto divertito, pare abbia detto “penso che avrebbero dovuto spegnere l’aria condizionata qui dentro, sono un po’ preoccupato per la loro salute”.
Poi, più seriamente, ha affermato: “Abbiamo bisogno di spogliare il Medio oriente dalle guerre, non dalle armi; oltre a ciò, dovrebbero protestare a Teheran, non a Tel Aviv”!
Protestare a Teheran? A 84 anni il buon Peres non ha perso la sua abituale faccia di bronzo.
L’Iran non ha ancora nemmeno un ordigno nucleare, e non è nemmeno chiaro come e se stia effettivamente tentando di dotarsi dell’arma atomica.
Israele, al contrario, può vantare un numero imprecisato – pare alcune centinaia - di testate nucleari, tanto che gli esperti del settore lo collocano al sesto posto nel mondo per grandezza dell’arsenale atomico.
Logica vorrebbe che fosse Israele – con l’obiettivo di giungere ad un Medio Oriente pacificato e denuclearizzato – a dare per primo il buon esempio e ad iniziare a smantellare quest’inutile e pericoloso arsenale.
Ma, quando si ha a che fare con le questioni che riguardano Israele, il buon senso e la logica difficilmente possono trovare applicazione.
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