13 agosto 2012

Sei ebreo? No? Allora muori!


La scritta sul retro dell'indumento di questo qualificato esponente della canaglia ebraica che abita le colonie della West Bank sta a suggerire: Sei ebreo? Se la risposta è si, allora sei degno di vivere. Se la risposta è no, allora il tuo meritato destino è solo la morte.

La foto non necessita di alcun commento, salvo ricordare che - solo nella settimana compresa tra l'1 ed il 7 agosto - sono stati 9 i palestinesi feriti nel corso di attacchi da parte dei coloni israeliani, 89 in totale nel 2012 (dati OCHA).

E c'è ancora chi mette in discussione la necessità e persino la legittimità delle azioni di boicottaggio contro l'occupazione israeliana!


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11 agosto 2012

Noa a Milano, accogliamo come merita questa ipocrita "pacifista" israeliana


Al pari di una periodica calamità naturale, giunge in questi giorni in Italia la cantante israeliana Achinoam Nini, in arte Noa, pronta a rappresentare ancora una volta la farsa ripugnante di un’artista che dedica la sua vita, oltre che alla musica, al dialogo e alla pacifica convivenza tra israeliani e palestinesi.

Sono previsti, in particolare, un concerto gratuito a Milano l’11 agosto al Castello Sforzesco, con orario d’inizio alle ore 21:30, nell’ambito della rassegna “Voci dal mondo – Women for Expo”, un concerto per celebrare i 100 anni di Milano Marittima organizzato dal Comune di Cervia in collaborazione con la Filarmonica Arturo Toscanini, previsto per martedì 14 agosto alle ore 21:15 (Milano Marittima, Viale Ravenna, zona antistante lo stadio G. Todoli), e, infine, un concerto il 16 agosto a Merano nell’ambito del World Music Festival. 

La giunta Pisapia e l’assessore alla cultura Stefano Boeri, dunque, non riescono proprio a fare a meno di avere, ogni qual volta è possibile, una presenza costante e qualificata di Israele a Milano, eppure dovrebbero ricordare (e se non ricordano la loro cultura ha qualche falla…) che questa Noa è sempre la stessa falsa e ipocrita “pacifista” che, nel bel mezzo dell’operazione israeliana “Piombo Fuso”, esattamente l’8 gennaio del 2009, ha avuto il coraggio di scrivere ai Palestinesi di Gaza, massacrati dai bombardamenti, e di augurare loro non la fine dell’infame aggressione israeliana e un immediato cessate il fuoco, ma “che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve essere fatto, e VI LIBERI definitivamente da questo cancro … oggi chiamato Hamas”. 

Oggi tutti sappiamo bene come è andata a finire, Israele non è riuscita a liberare la Striscia di Gaza dal “cancro” di Hamas, ma in compenso è riuscita a “liberarla” da oltre 1.400 Palestinesi, massacrati con ogni tipo di arma ivi incluse quelle proibite dal diritto umanitario. L’83,3% degli uccisi erano civili inermi e indifesi, e tra essi vi erano 352 bambini (dati: Palestinian Centre for Human Rights e Defence for Children International). 

E con incredibile faccia tosta, qualche giorno dopo, Noa assicurava la propria partecipazione ad un evento benefico in favore dei bambini di Gaza previsto a Tel Aviv per il 23 gennaio: dopo aver elogiato il massacro dei genitori si proponeva come cantante “benefica” per gli orfani di Gaza! 

Mi piace ricordare che il compianto Juliano Mer Khamis (una vita la sua davvero dedicata alla pace!), nel promuovere una petizione contro la partecipazione di Noa all’evento di beneficenza, si era così rivolto a Noa: “Non c’è limite alla tua ipocrisia, Noa. Tu hai sostenuto la guerra che ha reso orfani questi bambini, e ora vuoi giocare a “Madre Teresa” ed aiutarli? Come puoi essere così cinica? Migliaia di bambini sono stati menomati fisicamente ed emotivamente per il resto della loro vita in una guerra che non solo non hai contestato, ma che hai apertamente giustificato. Forse riuscirai ad accrescere la tua popolarità e cercherai di lavarti le mani insanguinate facendo notizia sulle spalle di questi bambini, ma non sarai in grado di pulire la tua coscienza sporca”. 

E, da allora e ancora adesso, “Mama Teresa” Noa continua a riproporsi come alfiere del dialogo e della pace tra israeliani e palestinesi, al pari del “trio delle meraviglie” Grossman-Yehoshua-Oz e di quanti altri vanno in giro per il mondo a spacciare un’immagine di Israele come di un paese che non vorrebbe altro che deporre le armi e vivere in pace con i suoi vicini, impossibilitato a farlo perché costantemente minacciato nella sua “sicurezza”. 

Siamo stanchi di questi “pacifisti” che, in vita loro, non hanno mai criticato – ed anzi hanno sempre apertamente appoggiato – tutti i vari massacri che l’esercito israeliano ha compiuto in questi anni, da Gaza al Libano, limitandosi successivamente a battersi il petto e a invocare il cessate il fuoco, omettendo di denunciare i crimini dei valorosi soldati di Tsahal, mettendo sullo stesso piano l’occupante e l’occupato, gli assassini e le vittime massacrate. 

Non è un caso che Israele mandi in giro per il mondo questi “alfieri” – non della pace ma della più becera propaganda sionista – a lustrare al meglio la propria immagine, mentre personalità del calibro di Ilan Pappe o di Norman Finkelstein vengono trattati alla stregua di appestati o di pericolosi “infiltrati”, creando per loro una categoria unica al mondo, quella degli Ebrei “che odiano sé stessi”.

E’ per questo che condivido e parteciperò con il cuore alla manifestazione organizzata per domani dall’International Solidarity Movement – Italia, con raduno a Largo Cairoli alle ore 20:00, per andare a contestare, pardon, ad applaudire entusiasticamente Noa. 

E pazienza se, dalle colonne del suo blog, Noa accusi quanti chiamano al boicottaggio dei suoi concerti e, più in generale, di Israele, di essere “disinformati”. Farò senz’altro ammenda quando riuscirò a leggere qualche sua dichiarazione in cui non si limiti a parlare in termini generici ed astratti di pace e fratellanza, ma condanni senza mezzi termini l’occupazione israeliana, il furto delle risorse naturali del popolo palestinese, i crimini e le atrocità di cui quotidianamente si macchiano i soldati di Tsahal. I suoi ex commilitoni.  

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4 agosto 2012

Romney, chiedi scusa al popolo palestinese!


Capiamo bene quanto sia importante, in una campagna presidenziale Usa, avere l’appoggio della strapotente Israel Lobby, e comprendiamo quanto sia difficile competere, con un’amministrazione uscente come quella Obama-Clinton che, in fatto di favori allo stato israeliano, non è stata seconda a nessuno.

Capiamo bene che il pubblico a cui si stava rivolgendo Mitt Romney era costituito da Ebrei americani e da Cristiani evangelici, tra i quali il magnate dei casino Sheldon Adelson – conosciuto per le sue idee apertamente filo-israeliane e per essere il donatore americano che più ha speso per sconfiggere Obama (100 milioni di dollari!).

Capiamo che persino l’ambientazione – lo storico King David Hotel di Gerusalemme teatro delle gesta del terrorista Menachem Begin (non a caso poi divenuto primo ministro israeliano) – abbia favorito un certo innalzamento dei toni.

Ma – tutto ciò considerato – le dichiarazioni fatte da Mitt Romney durante il suo soggiorno in Israele sono del tutto inaccettabili e, francamente, vergognose.

E non solo e non tanto la bislacca affermazione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele ma, soprattutto, quella secondo cui le migliori performance dell’economia israeliana rispetto a quella palestinese sarebbero dovute ad una supposta superiorità culturale degli Ebrei rispetto ai loro vicini palestinesi.  

Perché tale tesi mostra non solo una sorprendente disconoscenza dei reali fattori che limitano la crescita dell’economia palestinese – l’occupazione, i check-point, i limiti all’import e all’export, la sottrazione della terra e delle risorse naturali e via discorrendo – ma risulta intrisa di un razzismo davvero nauseante.

Vorrei invitarvi, dunque, a sottoscrivere la lettera di protesta che Jewish Voice for Peace intende presentare a Romney entro la fine di questa settimana e che è riportata qui sotto. Tanto per chiarirgli che negli Usa e nel mondo non c’è solo la lobby ebraica a cui rendere conto delle proprie idee e dei propri atti. 

Lettera aperta al Governatore Mitt Romney: porga le sue scuse al popolo palestinese
Ieri (30 luglio, n.d.t.) a Gerusalemme, il Governatore Mitt Romney ha reso alcune dichiarazioni che erano non solo sbagliate ma, francamente, intrise di pregiudizi e di ignoranza.
Romney ha dichiarato che la ragione per cui l’economia palestinese non cresce tanto quanto quella israeliana è costituita da “differenze culturali”, senza neppure citare l’Occupazione. Per di più, egli è riuscito a rendere completamente sbagliate persino le sue verità, sostenendo che il PIL israeliano è pari al doppio di quello dei Territori palestinesi occupati, quando in realtà è circa 10 volte più elevato. (1)
La maggior parte delle persone che, anche sommariamente, si tiene al passo con le notizie sa che Israele controlla in gran parte non solo l’ingresso e l’uscita delle merci da e per la Cisgiordania e Gaza, ma anche l’ingresso e l’uscita dei Palestinesi. I soldati israeliani possono arbitrariamente vietare l’accesso degli agricoltori alle loro terre, degli studenti ai loro corsi di studio, e dei pazienti alle cure mediche. Israele può e ha chiuso le Università palestinesi per interi anni alla volta.
Israele non consente nemmeno che i prodotti più innocui, come le fragole prodotte a Gaza, vengano venduti in Cisgiordania, il che serve a impedire agli agricoltori di Gaza di guadagnarsi da vivere. (2) In diverse occasioni, non ha consentito l’ingresso a Gaza di acciaio, vetro, o persino della pasta, al fine di permettere la ricostruzione dopo la devastante guerra a Gaza nel 2008-2009. E Israele consente alle aziende private come Ahava di impadronirsi delle risorse naturali della Cisgiordania e di venderle per trarne un profitto. (3) (4) (5)
 E’ questa infrastruttura di controllo che soffoca non solo la crescita economica, ma qualsiasi cosa che si avvicini ad una vita normale.
L’intenzionale mancanza di comprensione da parte del Governatore Romney della realtà fattuale e quelli che sembrano essere dei presupposti razzisti su Israeliani e Palestinesi non ci rappresentano. Firma la nostra lettera per invitarlo a rettificare le sue dichiarazioni e a chiedere scusa. Noi la consegneremo al quartier generale della campagna elettorale di Romney alla fine della settimana.   
Romney rivendica il suo valore come leader sulla base del suo successo negli affari. Ma ogni uomo d’affari dovrebbe sapere che bloccare il libero scambio ed il commercio, trarre profitto dallo sfruttamento della terra sottratta, e tenere in ostaggio un’intera economia non è esattamente una competizione leale.
Per favore aiutaci ad inviare a Mitt Romney il messaggio che questo tipo di ignoranza e di razzismo è inaccettabile. I membri di Jewish Voice for Peace di Boston consegneranno personalmente la tua firma al quartier generale di Romney prima della fine di questa settimana. Spargi la voce tra i tuoi amici e le comunità – vogliamo abbastanza firme entro la fine di questa settimana per rendere chiaro che le sue dichiarazioni non riflettono i valori che gli Ebrei, gli Americani e i nostri alleati tengono cari.
Rebecca Vilkomerson, Direttore Esecutivo
Jewish Voice for Peace    

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