4 gennaio 2016

La terza generazione, ancora sotto occupazione



Una terza generazione di palestinesi è nata sotto occupazione, una generazione che conosce soltanto una realtà fatta di quotidiane violazioni dei diritti umani.
E' difficile nutrire speranza se l'occupazione devasta ogni aspetto della tua vita, è difficile crescere se non ti senti al sicuro neppure al riparo della tua casa, dove i soldati israeliani possono venire a interrogarti nel cuore della notte.
E' difficile sentirsi liberi se i soldati possono rapirti mentre vai a scuola, è difficile persino respirare quando sei costretto a vivere privato dei tuoi diritti più basilari, il diritto alla libertà e alla dignità. E, aggiungo io, è difficile non odiare chi ti fa tutto questo, è difficile non desiderarne la morte.
Stiamo giustificando la violenza e l'uccisione di innocenti? Certo che no, stiamo semplicemente constatando una semplice ed evidente realtà: alla radice di tutto il sangue che bagna il vicino oriente, sia esso di palestinesi o di israeliani, vi è l'occupazione e il regime di apartheid criminale che la sorregge.
E chiunque fa' si che si perpetui l'occupazione dei territori palestinesi ha le mani macchiate di questo sangue. E chi fa finta di niente e rivendica con orgoglio la propria amicizia per lo stato criminale occupante ha anch'egli qualche schizzo di sangue sulla cravatta...

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