5 settembre 2012

Gentile messaggio dei coloni ebrei: Gesù è una scimmia!



Quanto ci rispettano e ci amano i nostri "fratelli maggiori" ebrei? Possiamo fidarci di loro quando sostengono di essere gli unici a poter garantire parità e sicurezza di accesso ai Luoghi Santi? E' ancora tollerabile che i  cristiani in Terra Santa siano lasciati soli a sopportare il peso di una occupazione brutale e illegittima, e a subire angherie e attacchi da parte della teppaglia ebraica estremista? 

La risposta, credo, arriva chiara e forte da questo ennesimo, sconcertante episodio. 


Un insulto in lingua ebraica è comparso sull'abbazia di Latrun, a due passi da Gerusalemme
di Giorgio Bernardelli - 4.9.2012

«Gesù è una scimmia». La scritta in ebraico è comparsa questa notte sul muro accanto all’ingresso dell’abbazia benedettina di Latrun, a due passi dalla grande autostrada che unisce Gerusalemme a Tel Aviv. Pochi dubbi su chi siano gli autori del gesto oltraggioso accompagnato dall’incendio della porta di legno: si tratta di gruppi dell’estrema destra religiosa ebraica, legata al movimento dei coloni. Sono stati loro a mettere la firma scrivendo sotto l’insulto la parola Migron, che corrisponde al nome di un insediamento in Cisgiordania illegale per la stessa legge israeliana che - dopo un tira e molla durato anni - è stato sgomberato domenica.

La polizia israeliana aveva già annunciato di aspettarsi nuovi incidenti di «price tag», la campagna dell’ala violenta dei coloni che fanno «pagare il prezzo» agli arabi per ogni stop ricevuto dal loro governo. È ormai lungo purtroppo l’elenco delle moschee che hanno subito attacchi incendiari nei villaggi palestinesi. Ma la novità di questi ultimi mesi è il fatto che i coloni prendono di mira specificamente anche obiettivi cristiani. Già in febbraio una scritta «Morte ai cristiani» era apparsa fuori dal monastero della Croce a Gerusalemme, mentre qualche settimana dopo era toccato a una chiesa battista. Il 20 agosto, poi, era stata la volta di un attacco violento che aveva visto un gruppo di giovani coloni devastare un complesso residenziale cristiano a Betfage.

Appena appresa la notizia del nuovo episodio a Latrun l’Assemblea degli ordinari cattolici della Terra Santa ha diffuso un duro comunicato di denuncia. Dopo aver ricordato che il monastero di Latrun è un posto visitato anche da molti ebrei e che i monaci benedettini sono impegnati nel dialogo ebraico-cristiano secondo l’insegnamento della Chiesa, i vescovi  cattolici lanciano alcune domande inquietanti su che cosa stia succedendo nella società israeliana. «Perché i cristiani sono presi di mira? - scrivono -. Perché la collera di queste persone contro lo smantellamento di insediamenti illegali in Cisgiordania si scatena contro i cristiani e i loro luoghi di culto? Che genere d’insegnamento del disprezzo verso i cristiani è comunicato nelle loro scuole e nelle loro case? E perché i colpevoli non vengono mai trovati e portati davanti alla giustizia? È giunto il tempo - concludono - che le autorità israeliane agiscano per porre fine a questa violenza insensata e assicurino un insegnamento del rispetto nelle scuole a tutti coloro che rivendicano questa terra».

Si veda anche:
Vandals desecrate Latrun Monastery (ynet evita per quanto può di usare la parola "coloni"...)

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23 novembre 2011

In Israele clima adatto per un nuovo assassinio politico

In Israele si sta creando una miscela esplosiva, formata dalla pressoché totale impunità per ogni violazione di legge che imbaldanzisce i coloni israeliani e dagli attacchi alle ong israeliane, anche da parte del governo e di membri della Knesset, che dipingono le organizzazioni per i diritti umani come una sorta di “quinta colonna” che agisce per indebolire e recar danno allo stato ebraico.

Si spiega così l’allarme lanciato dal ministro Yitzhak Aharonovitch, che denuncia la possibilità che in Israele possa avvenire un nuovo assassinio politico.

Ministro per la Pubblica Sicurezza: esiste la minaccia di un altro assassinio politico in Israele.

In Israele esiste la minaccia di un altro assassinio politico, ha riferito oggi alla Knesset il Ministro per la Pubblica Sicurezza Yitzhak Aharonovitch.

La dichiarazione di Aharonovitch è arrivata in risposta ad una interrogazione del deputato Isaac Herzog (Labor) a seguito delle ripetute aggressioni ai danni dell’attivista Hagit Ofran e dell’organizzazione Peace Now.

Di recente, minacce di morte sono state scritte con lo spray nel condominio dove abita la Ofran, un’attivista di Peace Now, e gli uffici di Peace Now a Gerusalemme sono stati vandalizzati nel corso di sospetti attacchi di “price tag”.

“Price tag” è la definizione data dagli estremisti alle attività contro i Palestinesi, gli attivisti per la pace o le forze di sicurezza in risposta a quelle che vengono considerate azioni rivolte contro le colonie o gli avamposti illegali in Cisgiordania.

“La polizia sta conducendo un’efficace indagine e ha arrestato un sospetto che si trova ancora in stato d’arresto”, ha detto ai deputati Aharonovitch. “Sul caso si sta ancora indagando. L’ufficio investigativo sta facendo tutto il possibile per prevenire tali atti e per indagare a fondo su ciò che è successo”.

“Per quanto riguarda la minaccia di un altro assassinio politico, si tratta davvero di un problema”, ha affermato Aharonovitch. “E’ il mio lavoro essere preoccupato. La minaccia esiste. Sia per noi che per il servizio di sicurezza Shin Bet, è nostro compito essere vigili e svolgere ogni attività. Stiamo parlando di una minaccia che copre l’intero spettro politico”.

Il più infame assassinio politico nella storia israeliana avvenne il 4 novembre del 1995, quando l’allora Primo Ministro Yitzhak Rabin venne assassinato da un estremista ebraico di destra dopo una manifestazione per la pace a Tel Aviv.

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13 settembre 2011

Il terrorismo ebraico aumenta il "price tag": minacce di morte a un'attivista di Peace Now

Come pochissimi sanno (visto che molti giornali e tv mistificano la realtà parlando ancora, ad esempio, di “territori contesi”), alla luce del diritto internazionale umanitario le colonie ebraiche in Cisgiordania sono illegali e andrebbero smantellate. Ma esistono poi dei piccoli insediamenti abitativi, i cosiddetti avamposti, che sono illegali persino per la stessa legge israeliana, eppure continuano ad esistere e a prosperare.

Qualche tempo addietro, con una decisione davvero inusuale, la Suprema Corte israeliana ha ordinato lo smantellamento di uno di questi avamporti, quello di Migron, entro il marzo del prossimo anno. L’insediamento vanta una sessantina di strutture abitative e circa 250 abitanti.

Per saggiare il terreno le autorità israeliane, qualche giorno fa, hanno provveduto a demolire tre case dell’avamposto, scatenando l’ira dei coloni e la cosiddetta rappresaglia del “price tag”, che consiste nel “far pagare il prezzo” delle demolizioni alle popolazioni arabe native. Così auto sono state date alle fiamme, al pari di una moschea, alberi e vigneti sono stati distrutti o danneggiati, moschee sono state imbrattate con scritte offensive nei confronti di Maometto e della religione musulmana.

Ma, stavolta, l’attività di “price tag” dei coloni ha subito una pericolosa escalation, segnalata dalla pianificazione degli attacchi e dalla creazione di un database dei possibili obiettivi da colpire, con due recenti eventi da mettere in particolare evidenza.

Il primo riguarda l’attacco vandalico ad una
base militare dell’esercito in Cisgiordania. E, come è facile intuire, è praticamente impossibile penetrare all’interno di una base dell’Idf senza avere l’appoggio o addirittura la fattiva collaborazione di uno o più militari.

Dal che traspare di tutta evidenza come l’esercito israeliano, o almeno alcuni suoi elementi, sia vicino e condivida le ragioni dei coloni; non è un caso che, durante gli scontri con i palestinesi, esso tenda naturalmente a schierarsi con i primi, assistendo impassibile ai danneggiamenti e alle aggressioni ai danni dei palestinesi se non addirittura schierandosi apertamente a fianco dei coloni. E cosa accadrebbe se, per pura ipotesi, si dovesse procedere ad uno smantellamento su larga scala delle colonie nella West Bank?

L’altro, preoccupante, avvenimento è stata la scoperta di alcuni graffiti di minaccia sulla facciata dell’abitazione di un’attivista di Peace Now, uno dei quali addirittura ne invocava l’assassinio. E’ appena il caso di ricordare che Peace Now è una organizzazione che si occupa del monitoraggio delle attività e dell’espansione delle colonie israeliane in Cisgiordania e, proprio a seguito di un esposto dell’organizzazione, la Corte Suprema aveva deciso lo smantellamento dell’avamposto di Migron.

Del resto, avevamo già segnalato il sensibile incremento degli attacchi dei coloni israeliani ai danni dei palestinesi e delle loro proprietà, che fa segnare fino ad ora un +20% rispetto allo stesso periodo del 2010.

Il guaio è che, come ci ricorda
Gideon Levy, i coloni non sono i soli piromani che stanno incendiando il medio oriente, essendo in buona compagnia di una banda di “politici irresponsabili” e di “pericolosi piromani” che conducono Israele verso il vicolo cieco del totale isolamento.

SHIN BET: GLI ESTREMISTI DI DESTRA ISRAELIANI SI STANNO ORGANIZZANDO IN GRUPPI TERRORISTICI.
Un’attivista di Peace Now bersaglio di graffiti di minaccia nell’ultimo attacco “price tag” da parte dei coloni.
di Chaim Levinson – 13.9.2011


Secondo nuove analisi del servizio segreto Shin Bet, gli attivisti ebrei di estrema destra in Cisgiordania sono passati dagli atti spontanei contro gli arabi – a seguito della demolizione di abitazioni ebraiche da parte delle autorità israeliane o di attacchi terroristici contro ebrei – alla pianificazione organizzata che include l’uso di un database di potenziali bersagli.

I piccoli gruppi di estremisti ebrei, difficili da infiltrare, sorvegliano i villaggi arabi e raccolgono informazioni sui punti di accesso e sulle via di fuga nei villaggi. Essi raccolgono informazioni anche sugli attivisti di sinistra israeliani.

Un'attivista di sinistra lunedì è stato apparentemente l’ultima vittima di un “price tag”, quando graffiti di minaccia contro una leader di Peace Now sono stati scoperti sulla facciata del suo appartamento a Gerusalemme e in una vicina tromba delle scale. L’incidente segue l’attacco vandalico della scorsa settimana contro una base dell’esercito israeliano in Cisgiordania, in apparente vendetta per la demolizione di costruzioni ebraiche abusive in alcuni avamposti colonici.

Fonti dello Shin Bet osservano che gli attacchi pianificati contro arabi e attivisti di sinistra israeliani costituiscono a tutti gli effetti attività terroristica.

L’attivista di Peace Now, che ha chiesto che non venga rivelata la sua identità, ha raccontato che i suoi vicini l’hanno svegliata lunedì mattina per informarla dei graffiti. “Peace Now, la fine è vicina” recitava uno slogan. “Migron per sempre”, recitava un altro, con riferimento all’avamposto non autorizzato della Cisgiordania dove la scorsa settimana è stata effettuata la demolizione delle case. Il contenuto più minaccioso, tuttavia, fa uno specifico appello per l’assassinio della attivista di Peace Now.

“Sappiamo che c’è qualcuno che cerca di spaventarci”, ha detto ieri l’attivista, aggiungendo che alti ufficiali dell’Idf hanno fatto esperienza di incidenti simili. La polizia sta affrontando la questione, ha detto, esprimendo fiducia che i responsabili verranno trovati. La polizia di Gerusalemme non ha ancora effettuato alcun arresto relativo al caso.
In risposta all’attacco dei graffiti, l’organizzazione Peace Now ha dichiarato: “Gli incidenti rendono necessario adottare misure forti contro contro ciò che appare un nuovo movimento clandestino ebraico”.

L’attivista di Peace Now il cui appartamento è stato vandalizzato è una ben nota personalità della sinistra strettamente identificata con la sua organizzazione e coinvolta nel monitoraggio da parte del gruppo delle attività di insediamento ebraico in Cisgiordania. Ha chiesto che il suo nome non venga pubblicizzato in connessione con l’incidente per paura di essere minacciata direttamente. Ciononostante, ieri ha lavorato come al solito, visitando alcuni villaggi palestinesi nella zona di Ramallah per scattare foto della cosiddetta attività di “far pagare il prezzo”.

Domenica sera, alcuni coloni di Migron le cui case erano state demolite la scorsa settimana da parte dell’Idf e della polizia hanno tenuto una manifestazione di fronte lla residenza del Primo Ministro. Altri che si sono uniti alla protesta recavano con sé pezzi delle case demolite.

“Un atto spregevole è stato compiuto in Israele la scorsa settimana”, ha affermato Itai Harel, uno dei fondatori di Migron. “Una forza numerosa è venuta nel cuore della notte e ha lasciato 12 bambini senza un tetto sopra la testa. I giochi sono finiti a Migron”, ha aggiunto. Diverse ore dopo la manifestazione, si è verificato l’incidente dei graffiti nell’appartamento, che si trova nei pressi della residenza del Primo Ministro.

A partire dalla demolizione di tre case a Migron il 5 settembre, vi è stato anche un notevole aumento degli atti di violenza contro moschee e proprietà palestinesi. Nella notte in cui le tre case sono state rase al suolo, si è verificato un tentativo di incendio doloso in una moschea nel villaggio cisgiordano di Kusra, vicino Nablus.

Mercoledì scorso, alcune jeep e altro equipaggiamento militare dell’esercito israeliano sono stati vandalizzati. Giovedì, nel villaggio di Qabalan in Cisgiordania alcune auto sono state incendiate e nel villaggio di Yatma dei graffiti sono stati dipinti con lo spray sulla facciata di una moschea. Il giorno seguente, la facciata di una moschea è stata imbrattata con dei graffiti nella città palestinese di Bir Zeit, e ieri delle viti appartenenti a palestinesi di Halhul sono state danneggiate non lontano dall’insediamento di Karmel Tsur. Delle auto sono state inoltre incendiate nei villaggi arabi vicino a Migron.

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