Di nuovo in Italia Noa, l'ipocrita e falsa "pacifista"
Al pari di una periodica calamità naturale, giunge in questi giorni in Italia la cantante israeliana Achinoam Nini, in arte Noa, per rappresentare ancora una volta la farsa ripugnante di un’artista che dedica la sua vita, oltre che alla musica, al dialogo e alla pacifica convivenza tra Israeliani e Palestinesi.
Sono previsti, infatti, concerti della cantante il 28 ottobre all’Abbazia di Staffarda a Revello (ore 20:45), il 30 ottobre all’Auditorium Santa Chiara di Trento (ore 21:00) e il 25 novembre al Teatro Duni di Matera.
A Revello, in particolare, Noa con il suo concerto chiuderà la rassegna “La Santità sconosciuta – Piemonte Terra di Santi”, e ciò in quanto – a detta degli organizzatori – “in un’edizione dedicata alla pace e al dialogo interreligioso, la presenza di Noa non può che essere una scelta logica e coerente, in base all’impegno sociale e civile di quest’artista”.
Ora, tutto questo sarà pure logico e coerente, ma io ho ben impressa nella mente – e difficilmente la dimenticherò – un’immagine ben diversa di Noa, quella di una falsa e ipocrita “pacifista” che, nel bel mezzo dell’operazione israeliana “Piombo Fuso”, esattamente l’8 gennaio del 2009, ebbe il coraggio di scrivere ai Palestinesi di Gaza, massacrati dai bombardamenti, di augurare loro non la fine dell’infame aggressione israeliana e un immediato cessate il fuoco, ma “che Israele faccia il lavoro che tutti noi sappiamo deve essere fatto, e VI LIBERI definitivamente da questo cancro … oggi chiamato Hamas”.
Oggi tutti sappiamo bene come è andata a finire, Israele non è riuscita a liberare la Striscia di Gaza dal “cancro” di Hamas, ma in compenso è riuscita a “liberarla” da oltre 1.400 Palestinesi, massacrati con ogni tipo di arma ivi incluse quelle proibite dal diritto umanitario; l’83,3% degli uccisi erano civili inermi e indifesi, tra essi 352 bambini (dati: Palestinian Centre for Human Rights e Defence for Children International).
E con incredibile faccia tosta, qualche giorno dopo, Noa assicurava la propria partecipazione ad un evento benefico in favore dei bambini di Gaza previsto a Tel Aviv per il 23 gennaio: dopo aver elogiato il massacro dei genitori si proponeva come cantante “benefica” per gli orfani di Gaza!
Mi piace ricordare che il compianto Juliano Mer Khamis (una vita la sua davvero dedicata alla pace!), nel promuovere una petizione contro la partecipazione di Noa all’evento di beneficenza, si era così rivolto a Noa: “Non c’è limite alla tua ipocrisia, Noa. Tu hai sostenuto la guerra che ha reso orfani questi bambini, e ora vuoi giocare a “Madre Teresa” ed aiutarli? Come puoi essere così cinica? Migliaia di bambini sono stati menomati fisicamente ed emotivamente per il resto della loro vita in una guerra che non solo non hai contestato, ma che hai apertamente giustificato. Forse riuscirai ad accrescere la tua popolarità e cercherai di lavarti le mani insanguinate facendo notizia sulle spalle di questi bambini, ma non sarai in grado di pulire la tua coscienza sporca”.
E, da allora e ancora adesso, Noa continua a riproporsi come alfiere del dialogo e della pace tra Israeliani e Palestinesi, al pari del “trio delle meraviglie” Grossman-Yehoshua-Oz e di quanti altri vanno in giro per il mondo a spacciare un’immagine di Israele come di un Paese che non vorrebbe altro che deporre le armi e vivere in pace con i suoi vicini, impossibilitato a farlo perché costantemente minacciato nella sua “sicurezza”.
Siamo stanchi di questi “pacifisti” che, in vita loro, non hanno mai criticato – ed anzi hanno sempre apertamente appoggiato – tutti i vari massacri che l’esercito israeliano ha compiuto in questi anni, da Gaza al Libano, limitandosi successivamente a battersi il petto e a invocare il cessate il fuoco, omettendo di denunciare i crimini dei valorosi soldati di Tsahal, mettendo sullo stesso piano l’occupante e l’occupato, gli assassini e le vittime massacrate.
Non è un caso che Israele mandi in giro per il mondo questi “alfieri” – non della pace ma della più becera propaganda sionista – a lustrare al meglio la propria immagine, mentre personalità del calibro di Ilan Pappe o di Norman Finkelstein vengono trattati alla stregua di appestati o di pericolosi “infiltrati”, creando per loro una categoria unica al mondo, quella degli Ebrei “che odiano sé stessi”!
E’ per questo che concordo pienamente con l’iniziativa prevista oggi a partire dalle ore 19:00, con un presidio con volantini e striscioni davanti all’Abbazia di Staffarda a Revello (circa un’ora e mezzo da Torino), promossa da Indymedia Piemonte.
Chi non si trovasse esattamente da quelle parti, potrà ripiegare sull’iniziativa promossa su Facebook dall’International Solidarity Movement – Italia, dal titolo “Manifestazione elettronica a Noa che non è benvenuta in Italia!”. Ricordo che, sul “caso Noa”, l’ISM ha anche pubblicato un apposito documento che vale la pena di leggere, per non dimenticare mai qual è il vero volto di questa “pacifista”.
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