Quei rabbini che istigano all'assassinio.
Curiosamente, non altrettanta attenzione viene concessa al fondamentalismo ebraico e a quella tendenza rabbinica, sempre più dominante, che incita al razzismo, alla sottrazione illegale delle terre, all’assassinio.
Non si tratta certo di una novità. L'ex rabbino capo militare Avihai Rontzki – citato nell’articolo che segue – era noto per lo slogan “colui che è misericordioso con il crudele finirà per essere crudele con il misericordioso”, e in passato è stato accusato da Avshalom Vilan, deputato della sinistra israeliana, di avere “trasformato le attività dell’esercito israeliano da un combattimento di necessità in una guerra santa”.
Le testimonianze dei soldati israeliani che hanno partecipato all’operazione “Piombo Fuso” nella Striscia di Gaza, raccolte da Breaking the Silence, sono concordi nel ricordare gli sforzi delle unità del rabbinato militare per trasformare l’attacco in una guerra santa tra i “figli dell’oscurità” e i “figli della luce”. Raccontano: “(Ci dissero) Nessuna pietà, Dio vi protegge, qualunque cosa facciate è santificata”.
Ma ora, come racconta Zvi Bar’el per il quotidiano Ha’aretz, non si tratta più di casi isolati, ma di una sorta di “wahabismo” giudaico che sta diventando la tendenza religiosa dominante in Israele, senza che alcuno – né tra i laici né tra gli uomini di fede – abbia la forza e/o la volontà di opporsi.
E, purtroppo, questi fondamentalisti sono responsabili della formazione di decine di migliaia di studenti delle yeshiva che diventeranno soldati, pronti a seguire gli insegnamenti dei loro rabbini e a macchiarsi dei crimini più orrendi.
Ora è più facile comprendere come, delle oltre 1.400 vittime palestinesi di “Piombo Fuso”, l’83% fosse rappresentato da civili non combattenti, e perché durante le operazioni siano stati massacrati ben 352 bambini.
Semplicemente i soldati hanno seguito le regole della legge religiosa ebraica.
Rabbini fondamentalisti hanno approvato l'assassinio, gli attacchi contro gli Arabi, l’occupazione illegale della terra, la segregazione razziale, ed hanno sorvolato sull'omicidio di un primo ministro.
di Zvi Bar'el – 22.8.2010
In primo luogo, la lezione quotidiana: "Un soldato che prende parte alla guerra contro di noi , ma lo fa solo perché costretto con le minacce, è certamente un malvagio .... Ci riferiamo a qualsiasi tipo di partecipazione alla guerra: un soldato che combatte, un soldato di supporto, assistenza civile o qualsiasi forma di incoraggiamento e di sostegno." E ancora: "Anche se i civili sono legati o imprigionati e non hanno altra scelta di rimanere e servire come ostaggi, è ammissibile ucciderli."
Inoltre: "Nel dibattito sulla uccisione di neonati e bambini ... è ragionevole fare del male ai bambini se è chiaro che cresceranno per farci del male. In tali circostanze dovrebbero essere quelli da colpire." E infine: "Non c'è alcun bisogno di discutere la questione di chi è o non è innocente, proprio come quando ci difendiamo contro il male non esitiamo a colpire gli arti che non sono stati effettivamente utilizzati in azioni contro di noi".
Queste citazioni sono tratte dal libro "The King's Torah” (Torat Hamelech") dei rabbini Yitzhak Shapira e Yosef Elitzur, pubblicato da Hamercaz Hatorani, nei pressi della Yeshiva di Od Yosef Hai. Molti importanti rabbini hanno sostenuto i due, e queste citazioni sono parte dei motivi per i quali sono indagati per sospetta istigazione e razzismo. Il loro rifiuto ad essere interrogati si è basato presumibilmente sul fatto che nessuno dovrebbe essere interrogato o processato per le proprie opinioni.
In sostanza, il loro rifiuto pone la legge della Torah al di sopra della legge dello stato. Il rabbino Dov Lior (rabbino capo di Kiryat Arba ed Hebron, n.d.t.), che ha appoggiato il libro, ha spiegato la sua opposizione al loro interrogatorio nel modo che segue: "Le vessazioni dei rabbini a causa delle loro interpretazioni della halakha (il complesso delle leggi religiose ebraiche, che include le leggi bibliche, talmudiche e rabbiniche, ma anche quelle consuetudinarie, n.d.t.) è in diretto contrasto con i principi della libertà di religione e di espressione che sono accettati dallo Stato." Infatti, è possibile accusare qualcuno di odiare i gentili? In uno stato ebraico?
Niente di nuovo, finora. Rabbini fondamentalisti hanno approvato l'assassinio, gli attacchi contro gli Arabi e le loro proprietà, l'occupazione illegale della terra, la segregazione razziale tra gli Ashkenaziti e le alunne Mizrahi, ed hanno sorvolato (come minimo) sull'omicidio di un primo ministro. Dopo tutto, la fonte dell’autorità di quegli stessi rabbini, il libro dei libri, è pieno di descrizioni da far rizzare i capelli delle vendette pretese dai Figli di Israele sui popoli di questa terra.
Quanto all'umanità del "Signore tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri sui figli, e sulla terza e la quarta generazione di coloro che mi odiano," assassino dei primogeniti egiziani, potremmo tenere un seminario o due. Fare marameo alle leggi dello stato non è un'invenzione di Lior o di rabbini di tal fatta. Per quanto riguarda il mancato rispetto della legge, Lior è un eccellente allievo del rabbino Moshe Levinger. Solo l’ingenuità o la finzione possono spiegare la sorpresa per gli sputi in faccia alla polizia che cercava di indagare i rabbini che hanno fornito un muro di difesa all’abominio.
La novità è che questi non sono più "rabbini della collina", "erbacce selvatiche" o "scavalcatori del recinto" che voltano le spalle agli insegnamenti delle grandi figure rabbiniche e alla legge. Essi e i loro sostenitori stanno trasformando il fondamentalismo zelante e il vergognoso "The King's Torah” nella corrente dominante.
Dopo tutto, da cosa sono stati turbati i critici? Non dal contenuto del libro, a cui alcuni dicono di opporsi (“certo che non lo sostengo"), quanto piuttosto dall’audacia dello stato di minare la libertà di espressione dell’autore. Nessun movimento di protesta religioso ha preso posizione contro il contenuto del libro, nessuno ha scritto un testo per opporsi a questo wahabismo giudaico. Improvvisamente, quella stessa comunità che santifica la gerarchia rabbinica, l'obbedienza assoluta ai rabbini, è sconvolta da questo affronto alla libertà di espressione.
Ma questi fondamentalisti, responsabili della formazione di decine di migliaia di studenti delle yeshiva che diventeranno soldati, si lavano le mani quando i loro seguaci e gli studenti eseguono gli ordini dei rabbini. Nessun rabbino è stato mai processato per un atto illegale commesso da un civile o da un soldato a causa dei suoi insegnamenti. Dopo tutto, essi sono solo insegnanti, e poi "l'autorizzazione è stata concessa". In stati "correttamente funzionanti" come l'Arabia Saudita o l'Egitto si è da tempo capito che la responsabilità di una figura religiosa non è inferiore a quella di un terrorista. Essi arrestano e imprigionano, esiliano o fanno tacere in vari modi i predicatori che hanno allevato generazioni di fanatici assassini. La Turchia rimuove dall’esercito chiunque esprima eccessivo fervore religioso.
In Israele, dall'altro lato, l'ex rabbino capo militare Avihai Rontzki ha avviato incontri dei soldati dell’intelligence con il rabbino Lior, la colonna della "King’s Torah". Ciò che segue è stato detto a proposito del codice etico dell’esercito israeliano: "Quando c'è un conflitto tra gli ordini che si basano sul codice etico ed una istruzione della halakha, ognuno dovrà ovviamente attenersi alla halakhà" - la legge ebraica. Non è l'istigazione ad essere pericolosa, ma piuttosto la sua trasformazione nella forma accettata e centrale del discorso.
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